Elezioni Messina 2022

Previti (Nuova Dc): “Troppi disagi ed errori per le elezioni a Messina”

MESSINA – “Dalla legge elettorale, da cambiare, agli enormi disagi nei seggi, sono molti gli elementi critici sui quali riflettere. Si è minato persino, in certi casi, l’esercizio costituzionale del diritto di voto”. Sulle amministrative a Messina interviene Pippo Previti, vicesegretario della Nuova Dc.

“Con questa legge elettorale il sindaco è stato eletto dal 25 per cento del corpo elettorale”

Osserva l’ex presidente del Consiglio comunale e candidato nella lista “Noi con l’Italia – Dc Democrazia Cristiana: “La legge regionale del 2016, firmata dal presidente Crocetta e approvata dall’Assemblea regionale, ha stabilito la proclamazione del candidato sindaco che ottiene almeno il 40% dei voti validi, contrariamente a quanto avviene nel resto del Paese. A livello nazionale si stabilisce, infatti, che il sindaco venga eletto con la maggioranza dei voti validi, ovvero con il 50% più uno”.
“Quando nel 1953 – ricorda Previti – Alcide De Gasperi propose la legge che prevedeva l’assegnazione della maggioranza dei deputati alla Camera a quel partito o coalizione che superasse il 50% dei voti validi, fu accusato dal Partito comunista italiano di aver fatto una legge truffa. Ma era necessario il voto della maggioranza degli italiani. Crocetta, dimentico del passato, ha ridotto invece la percentuale al 40%”.
“Nel nostro caso – aggiunge il vicesegretario della Dc – abbiamo avuto una percentuale del 55,42% dei votanti (su 106,438 aventi diritto al voto) e il sindaco eletto ha avuto il 45,45%, ovvero il 25% del corpo elettorale. Senza nulla togliere al merito del buon Basile e a prescindere da qualsiasi sindaco venga eletto, non mi sembra che sia una percentuale che rispetti la volontà della maggioranza del cittadino elettore. La legge va cambiata e adeguata urgentemente al resto d’Italia”.

“Un grave errore votare un solo giorno”

Mette in evidenza Previti: “La già citata percentuale dei votanti al 55,42% e lo spropositato numero dei voti nulli (oltre 5000) manifestano il grave errore che è stato fatto imponendo il voto in un solo giorno, con sette schede da votare in oltre 1000 comuni e otto nella nostra città (7 referendum, 1 locale e le 2 schede relative al Comune e alla Circoscrizione). Si poteva, se solo si fosse voluto, far votare anche la mattina del lunedi 13”.

“I troppi errori hanno minato il diritto al voto”

L’ex consigliere comunale si sofferma anche sui problemi della macchina comunale: “Anche l’ufficio elettorale del Comune ha fatto la sua parte, però. Non casi sporadici, ma moltissimi cittadini con schede elettorali alla mano, dopo estenuanti attese davanti al proprio solito seggio, si sono visti rifiutati il voto perché la sezione era improvvisamente cambiata. La gran parte degli elettori, per non sottoporsi ad altre lunghe ore di attesa, ha preferito in quel caso rinunciare all’espressione di voto, nell’ipotesi in cui fosse stato informato della nuova sezione, ma gran parte di costoro non sapeva dove recarsi. Questo rapprenta un mancato esercizio del diritto costituzionale al voto”.
Questa la sua conclusione: “Considerata l’estensione del fenomeno sarebbe più che opportuno avviare un’accurata indagine amministrativa e, se si ravvisano gli estremi, anche un’eventuale azione giudiziaria”.

“Occorre creare un elenco di presidenti e scrutatori idonei”

Un’ultima considerazione da parte di Previti: “A tutto ciò si aggiunge la grande disorganizzazione nella composizione e costituzione dei seggi. A causa della rinuncia di molti presidenti, si è assistito a una sorta di “caccia al tesoro” per ricercare quei soggetti idonei a ricoprire tale ruolo. Ma sorge spontanea la domanda. Perché non si costituisce un elenco di idonei superiore al doppio (253 sezioni, almeno 750 idonei)? Stessa cosa andrebbe fatta per gli scrutatori, sorteggiati in tempo utile assieme a un numero congruo di riserve. Bisogna effettuare, inoltre, almeno un incontro formativo precedente al voto, per evitare improvvisazioni e voti nulli a scapito della volontà dell’elettore”.