Elections League, al via la prima puntata: Reset contro Dr

Prende il via Elections league, il primo Trofeo di Tempostretto destinato ai candidati al Consiglio Comunale. Una sfida ad otto squadre con scontri diretti tra quanti hanno deciso di cimentarsi alle prossime amministrative per fare parte dell’Aula di Palazzo Zanca.

A sfidarsi nella prima puntata sono le squadre di Reset ed i Democratici riformisti. In campo due formazioni di qualità, che si sono scommessi con senso dell’ironia, gusto della competizione e voglia di dimostrare la passione e l’amore per la politica e per Messina.

Da un lato i pionieri di Reset, che sognano un’amministrazione efficace, efficiente, fatta di uomini giusti al posto giusto, dall’altro i “navigati” del neo-movimento Dr (per strada ha perso la S di Sicilia), che non hanno esitato a scontrarsi con Crocetta, Genovese e D’Alia continuando un percorso di autonomia.

Dopo aver parcheggiato la Resetmobile davanti allo Studio Immagine di Alessandro Gheza, dove si registra la trasmissione, gli agguerritissimi Simonetta Genitori (tenetela d’occhio perché farà strada e darà filo da torcere a tutti i maschietti), Davide Savasta e Marco Bellantone, hanno messo i guantoni pronti ad affrontare gli avversari con grinta e competenza. Di fronte a loro direttamente dal Risorgimento messinese è arrivato Nino Carreri, che insieme a Tanino Caliò, che si è lasciato andare a “nostalgiche” invettive nei confronti di Buzzanca come ai tempi dell’amministrazione, e Nino Interdonato, (nipote del prosindaco e deputato regionale) hanno accettato la sfida. A giudicare le proposte ed i programmi sui singoli problemi della città sono stati i giurati, assolutamente imparziali (li abbiamo torturati a lungo per verificarne l’integrità), scelti tra i commentatori di Tempostretto: il diciottenne Piergiorgio Fiorino, studente al Sant’Ignazio, cresciuto, come tutti i nostri figli, con la valigia sotto il letto, con il biglietto del treno in tasca ma la speranza di non dover partire, Flavia Ilacqua, che ha visto i suoi figli partire e da quel giorno per lei le feste hanno un sapore diverso, Dino Giuttari commerciante che non si vuole arrendere, tenace ed esigente nei confronti di chi dovrà amministrare Messina. Tutti e tre, armati di paletta, hanno valutato le risposte migliori, chiesto chiarimenti, scosso la testa e sorriso. Perché al di là di chi vince e di chi perde, al di là di quanti punti si fanno rispondendo alle domande iniziali, la vera vittoria è riuscire a dare alla “giuria” dei cittadini messinesi un motivo in più per restare e non partire, la speranza di non veder partire i nostri figli, la certezza che non chiuderanno più altre aziende e gli imprenditori non saranno lasciati soli. Non c’interessa che date a noi le risposte giuste: le uniche risposte giuste che dovete dare sono ai messinesi. Le due squadre sono state appassionate, creative, determinate, ironiche al punto giusto, puntuali nelle risposte sui problemi, fatto questo che denota conoscenza della città e mai approssimazione e superficialità. Non vi dirò chi ha vinto né come è andata. Vi invito a godervi la sfida perché è così che la famiglia di Tempostretto vuol vedere chi si candida al Consiglio comunale, chi si appresta a rappresentarci: coraggiosi, competenti, attenti, innamorati della città, appassionati, responsabili. Nessuno si è accapigliato o ha litigato e tarda sera Gheza ha dovuto buttarli fuori nonostante la trasmissione fosse finita da un pezzo perché continuavano a parlare di progetti e di sogni, come se fossero in Aula. Vi invitiamo a conoscerli, perché sono i messinesi che ci mettono la faccia e il cuore, l’impegno e il tempo ed anche se non ce la faranno ci hanno provato senza nascondersi dietro nessuna delega. L’importante in questa competizione non è che vinca il migliore, ma che i migliori vengano eletti in Consiglio Comunale. Ed anche se non ce la faranno, perché questa legge elettorale qualche difettuccio ce l’ha, l’importante è che queste risorse non si disperdano. Tempostretto continuerà a dare spazio e voce anche a quanti, tra queste risorse, non entreranno in Aula, ma resteranno a vigilare da fuori, cani da guardia della democrazia e della ricostruzione di una città che ha bisogno del contributi di tutti, senza arroganza, superbia, supponenza. Perché solo chi ha l’umiltà di premere un pulsante per prenotarsi e rispondere alla domanda più ardua o più semplice, può dimostrare di avere il coraggio di cambiare.

Rosaria Brancato