Lavoratori Aram: si apre uno spiraglio su stipendi e futuro occupazionale

Loro sono quelli che lavorano. Perché al di là di inchieste e leggende metropolitane se i corsi di formazione, nel bene e nel male, sono andati avanti è anche grazie a chi il suo lavoro l’ha sempre fatto e adesso, sotto le macerie sta vedendo il suo futuro e gli stipendi arretrati. Sono 104 i dipendenti Aram nelle sedi siciliane, più di 50 a Messina e reclamano dalle 18 alle 20 mensilità. La Regione ha chiuso i rubinetti da tempo, sospendendo i finanziamenti ad un Ente travolto da indagini della procura e della Corte dei conti. Con gli accreditamenti bloccati gli impiegati sono rimasti senza stipendio e, dopo l’inchiesta che ha portato all’arresto di Elio Sauta, anche senza certezze sul futuro.

Oggi, a conclusione di una serie di incontri avuti anche a Palermo, il presidente della V Commissione Formazione e lavoro dell’Ars, Marcello Greco, ha spiegato ad un gruppo di dipendenti quali sono gli impegni che la giunta Crocetta ha preso e che dovrebbero diventare realtà quanto prima.

“La nostra situazione è gravissima, e dire che siamo in mezzo ad una strada non rende neanche l’idea- ha detto l’ex consigliere comunale Tanino Caliò, dipendente dell’Aram- Si sta aprendo uno spiraglio e noi vogliamo sapere esattamente cosa sarà di noi dal 2 settembre, al rientro dalla pausa. Vogliamo notizie degli stipendi arretrati, della nostra futura collocazione”.

I punti sono diversi e nella recente seduta di Commissione il problema è stato posto all’attenzione di due assessori, Nelli Scilabra ed Ester Bonafede (Formazione e Lavoro), chiamate a dare risposte sia sul destino dei dipendenti Aram che sulle somme reclamate da mesi ma congelate insieme ai finanziamenti.

“Sia la Scilabra che la Bonafede hanno garantito che tra fine agosto ed i primi di settembre sarà pagato dalla Regione l’80% delle somme spettanti al personale. Queste dichiarazioni sono state messe a verbale anche se è chiaro che occorre verificare la copertura finanziaria- ha spiegato il presidente della Commissione Ars Marcello Greco che sta seguendo la vicenda- Questi arretrati saranno pagati direttamente ai lavoratori degli Enti che si trovano nella vostra stessa situazione”.

Resta da capire il “come”, visto che finora i finanziamenti venivano versati nel conto corrente dell’Ente, cui spettava il successivo passaggio, quello verso i lavoratori. Durante l’incontro sono emerse anche soluzioni concretizzabili in tale senso, come avvenuto nel 2010 per il Cefop quando fu nominato un funzionario pagatore che si occupò esclusivamente degli stipendi arretrati, garantendo così i lavoratori. C’è poi il capitolo “futuro”, perché il pianeta formazione in Sicilia è ormai in fase di smantellamento e Aram, Lumen ed Ancol, dopo le inchieste hanno visto revocarsi tutti gli accreditamenti.

“L’Aram attualmente è sospeso, non c’è una revoca- ha continuato Greco- nel linguaggio usato dal Dipartimento “è in malattia”, ma noi ci stiamo impegnando per salvaguardare i posti di lavoro. Ovviamente non parlo dei lavoratori in esubero, per i quali comunque stiamo cercando di fare il possibile, né agli Enti non in regola. In entrambi i casi, sia per i pagamenti che per l’occupazione si può fare ben poco. Se dal 2008 improvvisamente per un progetto con 10 amministrativi ne spuntano 40, io posso fare il possibile, ma è chiaro che c’è un esubero….”.

La soluzione per i dipendenti Aram è stata trovata in sede di Commissione e approvata anche dall’assessore Scilabra. I lavoratori transiteranno nel Ciapi di Priolo, restando nelle sedi d’appartenenza e completando i corsi che ancora sono attivi. Sarà il Ciapi a provvedere all’organizzazione delle attività, riassorbendo appunto i futuri ex Aram. Per i dipendenti il futuro è un’ombra, perché dal 2 settembre non sanno neanche dove “fisicamente” presentarsi. La sede di viale Principe Umberto è sotto sequestro ma i magistrati hanno detto che sarà possibile effettuare regolarmente i corsi. Il problema è che anche sotto il profilo organizzativo la situazione è caotica, con la Regione che ha tagliato fondi, congelato il pregresso e anche la comunicazione delle ferie, così come della data di ripresa non è stata fatta. Da avvocato, più che da politico, Marcello Greco ha spiegato che in tutta la Sicilia molti lavoratori hanno intanto intrapreso la strada del decreto ingiuntivo, che è un “documento” che in tempi di promesse politiche vale molto più di tante parole.

A fine riunione il presidente ha fissato la prossima seduta di Commissione per martedì 10 settembre, invitando tutti i lavoratori ed i rappresentanti sindacali per verificare sia quanto fatto sul percorso degli stipendi arretrati che sul fronte rioccupazione. In quella sede i sindacati potranno anche presentare soluzioni fattibili e alternative per riuscire a far sì che la Regione possa pagare gli stipendi direttamente al personale senza passare dai conti degli Enti, coinvolti a vario titolo in inchieste o contenziosi. Il problema in futuro non ci sarà più dal momento che il nuovo piano formativo prevede due conti correnti: uno per l’Ente organizzatore ed uno per il personale dipendente.

Rosaria Brancato