A bordo del bus notturno. Una nostra lettrice racconta la sua esperienza

Il nuovo piano viabilità, concepito e varato dall’amministrazione Accorinti alla fine dello scorso luglio ed entrato in vigore il primo agosto 2013, stenta a decollare. Annunciato dall’esecutivo di Palazzo Zanca come il primo serio tentativo di arginare la dilagante, consolidata ed incivile pratica della sosta selvaggia, il piano messo a punto dall’assessore alla viabilità Gaetano Cacciola prevede maggiori e più serrati controlli da parte del Corpo dei Vigili Urbani unitamente alla possibilità di poter fruire, nella fascia oraria ricompresa tra le 21,00 e le 03,00, di un servizio di navetta notturno. Strumenti che, nelle intenzioni del sindaco Accoriniti e dell’assessore alla Viabilità Cacciola, avrebbero dovuto rendere maggiormente fluido il traffico veicolare nel corso di questa stagione estiva. Ed è proprio sulla possibilità di disincentivare il traffico su quattro ruote, a vantaggio dei mezzi pubblici, che risiede la scommessa più difficile ed ardita della nuova amministrazione. Per facilitare gli spostamenti, anche nelle fasce orarie notturne, Palazzo Zanca ha deciso di avvalersi di una linea bus creata ad hoc: il servizio navetta numero 79. Il bus notturno, messo a disposizione dei frequentatori dei locali dislocati nella riviera nord, però non sembra aver riscosso il successo sperato, rimanendo pressoché vuoto nella stragrande maggioranza dei casi. Pochi i messinesi che hanno deciso di “rischiare”, forse perché tradizionalmente scettici nei confronti di un servizio che si è sempre contraddistinto per ritardi ed inefficienze, azzardando spostamenti notturni sul mezzo Atm. Tra di loro c’è Serena Pulcini, lettrice di TempoStretto ed elettrice del neosindaco Renato Accorinti, che ha deciso di raccontare tappa per tappa la propria esperienza a bordo del bus- navetta, in una lettera inviata al Primo Cittadino ed all’Assessore alla Viabilità e recapitata alla nostra redazione:

Gent.ssimo Sindaco Renato Accorinti, chi le scrive è una concittadina sua elettrice che l’ha votata nella speranza di una ventata di cambiamento per la nostra povera e martoriata Messina. Vorrei porre alla sua cortese attenzione la mia recentissima esperienza sull’autobus notturno 79SP. Sono forse una dei pochissimi Messinesi che ha accolto con entusiasmo l’istituzione di questo servizio, e, ben contenta di poter finalmente lasciare la macchina o il motorino a casa, mi sono imbarcata in questa nuova esperienza.

E qui comincia il viaggio, domenica 11 Agosto. Ore 19: Controllo su internet gli orari degli autobus. Fantastico, non solo trovo gli orari, ma scopro anche che il 79 è previsto nell’orario festivo a Fata Morgana (la mia fermata) alle 20.20.

Ore 20.10: In compagnia, arrivo alla fermata e cominciamo ad attendere l’autobus, considerando anche un possibile ritardo visto il traffico sulla via Garibaldi. Una 600 bianca con quattro signore a bordo si ferma di sbieco all’angolo della strada per aspettare altre persone.

Ore 20.20: Nessun autobus in vista, nel frattempo un’altra signora ha parcheggiato, sempre di sbieco con la sua 600 blu proprio davanti alla fermata dell’autobus abbondantemente in mezzo alla strada, per accompagnare il marito alla guardia medica.

Ore 20.35: Passa il numero 30 che si ferma proprio al centro della carreggiata perchè le due 600 sono ancora lì. Qualche persona sale a bordo, qualcuno scende.

Ore 20.42: Passano l’81 ed il 74. La signora col marito riprende la 600 e va via e poco dopo anche le 4 signore che stavano pensando di “parcheggiare meglio la macchina piú stretta” per andare alla fiera decidono invece di andare da qualche altra parte.

Ore 20.46: Arriva il 79. Dopo solo 26 minuti di ritardo, ma poco male, non stiamo qui a lamentarci, dopotutto c’era traffico. Saliti sul bus obliteriamo il biglietto di cui siamo già in possesso. Ovviamente siamo i soli ad obliterare e di controllori nemmeno l’ombra.

Ore 21.08: Servizio perfetto. Arriviamo a destinazione a Ganzirri per la festa di San Nicola. Ed in barba a tutti quelli che stanno cercando parcheggio noi ci godiamo il Santo patrono ed i festeggiamenti”.

A parte qualche piccola sbavatura il viaggio sembra procedere a gonfie vele, finita la festa e terminati i fuochi pirotecnici si torna a casa:

Ore 00.29: Cominciamo ad attendere il 79SP alla fermata di S. Agata subito dopo la discesa Sperone. L’attesa non é lunga, ed è oltretutto rallegrata dai gradevolissimi profumi della spazzatura sparsa per terra e dai cassonetti aperti dall’altra parte della strada, da qualche scarafaggio volante e ovviamente dalla solita macchina parcheggiata sullo spazio giallo dedicato alla fermata del bus.

Ore 00.47: Arriva il 79SP. Stavolta siamo sprovviste di biglietto, ma consapevoli che e’ stata istituita la figura del bigliettaio che permette di comprare i titoli di viaggio a bordo. Chiediamo all’autista del controllore – bigliettaio ma riceviamo la seguente risposta: “Il controllore non c’è. Se non avete il biglietto non fa niente, tanto nessuno controlla.”

Ed effettivamente di tutte le persone salite sull’autobus nessuno si è preoccupato nè di obliterare nè di richiedere l’acquisto del biglietto. Il viaggio procede bene, ma con qualche variazione. L’autista si ferma qualche secondo alla rotonda di Grotte incrociando un altro 79SP per farsi passare dal collega attraverso il finestrino una bottiglietta d’acqua.

La strada davanti la rotonda di Grotte è come al solito ridotta a singola corsia da macchine parcheggiate su entrambi i lati e la pista ciclabile diventa come sempre parcheggio per gli innumerevoli SUV, che essendo di fatto dei veicoli utilitari sportivi hanno lo speciale e riconosciuto diritto di poter parcheggiare praticamente ovunque. Ma torniamo al nostro autista che, subito dopo comincia una lunga discussione al cellulare, ovviamente senza auricolare, guidando in maniera disinvolta con una sola mano, poi, sempre alla guida, l’autista scambia qualche saluto dal finestrino con amici che ci accostano con il motorino.

Ore 01.05: Ci approcciamo a Fata Morgana. Prenotiamo la fermata con l’apposito pulsante e sentiamo il “plin” che ce ne indica il corretto funzionamento. L’autista però non accenna a rallentare, anzi passa in velocità davanti alla nostra fermata e dobbiamo alzare la voce per farle capire di fermarsi.

Alla fine scendiamo un isolato dopo, arrabbiata perchè noi abbiamo alzato la voce, probabilmente disturbandola dall’ennesima ed importante telefonata.

Si conclude la mia prima esperienza sull’autobus notturno 79SP. Mi auguro si sia trattato di una sfortunata ed eccezionale sequenza di fatti. Non scrivo qui le mie considerazioni a riguardo, ma lascio a Lei trarre le conclusioni in merito.

Questa non vuole essere una lettera di lamentela o rimostranza nei confronti di alcuno, è uno sfogo personale di rammarico per una città che non puó e non vuole risorgere per una ignoranza e una maleducazione dilagante di persone a cui tutto è dovuto e a cui nulla importa se non dei propri futili interessi. Serena Pulcini”.

(Emma De Maria)