Divieti non rispettati e tonnellate di spazzatura: la fine dell’emergenza ancora non si vede

La neve che ha imbiancato la città ha reso magica l’atmosfera di questa epifania messinese, ma il bianco non cancella quello che c’è sotto. Può nasconderlo per un po’, distrarci con una bellezza che alle nostre latitudini non è certo abituale, ma alla fine la neve si scioglierà e i problemi saranno sempre lì. Uno su tutti: la spazzatura. Questo inizio d’anno è stato difficile per la città, l’emergenza rifiuti ha tenuto sotto scacco anche queste festività natalizie e i segni sono ancora ben visibili su strade e marciapiedi. La tonnellate di immondizia depositate fuori dai cassonetti sono ancora considerevoli e si trascinano dal 22 dicembre, giorno in cui la Regine decise di chiudere a sorpresa la discarica di Motta S. Anastasia “dimenticando” di avvisare Messina che si è trovata bloccata per circa 24 ore senza poter scaricare i rifiuti. Ancora una volta, come già accadde in estate, un solo giorno di stop in discarica ha scatenato un’emergenza che Messinambiente sta affrontando a fatica. In questi giorni la società di via Dogali ha predisposto una programmazione straordinaria per fronteggiare le montagne di rifiuti che si sono riversate per strada e che hanno superato le 400 tonnellate. Messinambiente assicura che la situazione sta lentamente rientrando ma sono ancora tante le zone che soffrono, soprattutto nelle periferie. Per ridurre la quantità di immondizia da raccogliere poteva essere utile l’ordinanza del 19 settembre scorso che vieta di gettare la spazzatura nei giorni pre festivi e nei sabati. Ma in questo periodo più che mai i messinesi non hanno tenuto in considerazione le regole e in barba ad ogni divieto hanno gettato anzi anche più rifiuti di quanti se ne producono nella normalità, complici ovviamente le festività. E se da un lato sembra quasi un paradosso dover chiedere ai cittadini di rispettare le regole quando i servizi non funzionano, è anche vero che in molti casi l’inciviltà continua a dominare. Un circolo vizioso da cui uscire appare difficilissimo, soprattutto perché mancano anche i controlli sul territorio. Il 5 gennaio, per esempio, vigilia dell’epifania vigeva il divieto in quanto pre-festivo ma Messinambiente si è ritrovata con le solite quantità da raccogliere e gestire, oltre naturalmente a quanto ancora insiste fuori dai cassonetti. I servizi di raccolta infatti non si sono mai fermati, neanche ieri che era festivo. Oggi è sabato e buttare la spazzatura è vietato, ma la città è piena e chiunque si sente legittimato a farlo.

La buona notizia è che da lunedì dovrebbero tornare in servizio i 35 mezzi della raccolta differenziata che coprono le zone già servite dal porta a porta. Mezzi che in questi primi giorni dell’anno sono rimasti fermi perché a Palazzo Zanca nessun dirigente si era premurato di firmare il rinnovo dell’usufrutto per Messinambiente. Una situazione paradossale, soprattutto in un momento di forte emergenza, che ha spinto il commissario liquidatore Giovanni Calabrò a presidiare per due giorni gli uffici del sindaco e dell’assessorato all’Ambiente per spingere chi di dovere a trovare una soluzione. Visto che Natale Castronovo, capo del dipartimento Ambiente è ancor in ferie, alla fine è toccato al dirigente Maurizio Ajello siglare il rinnovo, così come era accaduto al dirigente Amato con la proroga dell’affidamento della gestione rifiuti il 30 dicembre. Un intoppo amministrativo che ha lasciato mezzi nuovi fermi in autoparco per giorni mentre Messinambiente aveva bisogno di impiegare tutte le forze e le risorse per affrontare l’emergenza. Per questo motivo sono stati sacrificati i servizi nei cimiteri, i mezzi piccoli sono stati inviati nei quartieri per il porta a porta, e non è stato possibile accelerare la raccolta fuori dai cassonetti perché non c’erano abbastanza mezzi disponibili. Il solito cane che si morde la coda e il solito risultato di una città che ogni giorno si sveglia piena di spazzatura.

La neve forse ci distrarrà ancora per qualche ora. Tanto i rifiuti non vanno da nessuna parte.

Francesca Stornante