Morte Boemi. La difesa di Triscari e Restuccia: “Non sappiamo se è morta per il ritardo nei soccorsi”

Non è mai stato effettuato alcun esame istologico sul sangue di Ilaria Boemi e, pertanto, non è possibile stabilire quale fosse il grado di intossicazione da MDMA né se a provocare la morte della sedicenne sia stato un ritardo nei soccorsi. E’ sostanzialmente questa la sintesi della perizia depositata ieri dal dottor Vincenzo Asmundo durante il processo che vede alla barra degli imputati, con l’accusa di spaccio e violenza sessuale, il trentanovenne Piero Triscari e Giuseppe Restuccia.

I due, difesi dagli avvocati Salvatore Stroscio e Roberto Carrabba, avevano chiesto di esser giudicato con rito abbreviato lo scorso luglio, ma il Gup Daniela Urbani aveva decretato un “no” rinviando entrambi a giudizio. Durante la fase dibattimentale, comunque, il collegio della seconda sezione penale aveva accolto la richiesta dei due imputati, condizionata per uno alla deposizione di una perizia esterna (quella di Asmundo appunto), per l'altro alla richiesta di sentire tre delle ragazze coinvolte, tra cui due parti offese.

Il dottor Asmundo, perito della difesa, ha dunque stilato e depositato un lungo documento in cui vengono spiegate le “mancanze” negli esami effettuati dal dottor Messina, perito della Procura, sul corpo della giovane Ilaria. Secondo Asmundo, l’unico esame che avrebbe potuto stabilire se il ritardo nei soccorsi abbia o meno provocato la morte della ragazza, ovvero se Ilaria si sarebbe potuta salvare se Triscari avesse chiesto prima aiuto, non è mai stato effettuato. Né adesso sarebbe possibile farlo.

Durante l’udienza di ieri sono state anche ascoltate tre amiche di Ilaria coinvolte nella vicenda, tra cui anche la giovane che quella tragica sera era con lei, sulla spiaggia del Ringo. La stessa avrebbe ammesso l'assunzione sia di MDMA che di birra.

La triste vicenda risale alla notte tra il 9 e il 10 agosto del 2015, quando Ilaria fu stroncata da una mix fatale di alcool e droga (vedi articoli correlati). Per il caso “Boemi” c'è stata già una condanna, lo scorso settembre, per Gaia Auteri, la ragazza che quella sera aveva ceduto a Ilaria la Maddy. (Veronica Crocitti)