D’Alia: “Sono per la sfiducia, ma è una cosa seria non un regolamento di conti tra Pd e Genovese”

“La sfiducia è una cosa seria, non è una raccolta di firme per mandare a casa un sindaco senza avere un progetto sul futuro. Io sono d’accordo per la sfiducia ma non a quello che è diventato UN REGOLAMENTO DI CONTI TRA IL PD E GENOVESE”.

Rompe il silenzio il leader dell’Udc Gianpiero D’Alia e lo fa mentre la vicenda mozione s’innesca con la storia del documento firmato dai 4 consiglieri a novembre e “prelevato a loro insaputa”, un aggrovigliarsi di episodi che definisce: “una pantomina surreale, la politica è una cosa seria, quando diventa grottesca vince l’antipolitica”.

Il presidente nazionale dell’Udc spiega perché è fermamente deciso a “sfiduciare Accorinti”, ma non condivide il percorso avviato dal trio Pd-Sicilia Futura- Ncd perché lo ritiene sbagliato nell’obiettivo “puntano solo a mandarlo a casa e a sostituirlo con un altro candidato invece di pensare al contenuto di un programma e alle priorità”. L’Udc presenterà il 3 aprile, nel corso dell’Assemblea provinciale del partito, un documento di sfiducia basato sulle proposte per il dopo-Accorinti, da sottoporre all’attenzione di tutti, città e partiti e sul quale confrontarsi per evitare di “sostituire un pezzo con un altro pezzo e prendere in giro i messinesi”. Che i centristi non avessero alcuna intenzione di firmare la mozione targata Pd lo si era capito da un po’.

Non mi faccio dettare né l’agenda né i tempi dal Pd, anche perché Sicilia Futura è Pd. A Palermo è una costola dei renziani e a Messina il futuro del Pd è Picciolo- spiega- Quindi o costruiamo un progetto di governo o non abbiamo risolto niente, abbiamo solo fatto un’operazione gattopardesca funzionale a chi considera Messina l’ultima colonia dell’impero”.

Il documento Udc sarà sottoposto a tutti e soltanto dopo aver individuato un percorso sui contenuti i centristi firmeranno la mozione di sfiducia. E’ chiara la risposta a quanti davano per scontata un’alleanza Area Popolare-Pd alle prossime amministrative. La sfiducia però fa capire D’Alia non deve essere un taxi sul quale salire per far scendere Accorinti e poi “ognuno per la sua strada”. L’alleanza deve basarsi sulle strategie future non può durare solo lo spazio di un mese.

“Nutro stima e affetto per Accorinti, che considero una persona perbene, ma hanno fallito e non hanno avuto neanche l’umiltà di dialogare con la città e le forze politiche per uscire dal tunnel nel quale si sono cacciati con la loro arroganza e il loro settarismo. Ai miei amici Pd dico, il tema non è la mozione di sfiducia, ma che cosa vogliamo fare per Messina, quella reale, non quella virtuale. Accorinti è stato eletto per gli errori della politica. Tre anni fa la città ha punito la Politica votando Accorinti, ora siamo di fronte al fallimento dell’Antipolitica, non possiamo ripetere gli stessi errori. Invece da dicembre in poi assistiamo ad un regolamento di conti tra il Pd e Genovese. Il dibattito sul dopo Accorinti non può basarsi basato su questa guerra, né sul teatrino surreale che ha portato al terzo annuncio di sfiducia”.

D’Alia rilancia la palla al Pd elencando una serie di punti che dovrebbero essere la base della sfiducia e non una postilla da aggiungere dopo il voto, nell’imminenza elettorale. Si tratta di punti sui quali i futuri alleati devono essere d’accordo.

1)Autorità portuale 2)Città Metropolitana 3)Cittadella della salute 4)Prg.

Su questi temi l’ex ministro vuol sapere cosa pensa il Pd in vista di una futura alleanza che deve essere sui contenuti e non sul candidato sindaco.

“E’ lecito sapere dal Pd cosa pensa di fare per far rinascere Messina prima di firmare tutti insieme? Sull’Autorità portuale noi abbiamo avuto la stessa posizione sin dal principio. L’authority dello Stretto cambia la logica, dentro c’è Reggio Calabria che prima non c’era, entrano nuovi attori nel mercato marittimo, determina il recupero del water front e della Cittadella. Accorinti su questa vicenda ha dimostrato di avere una visione dorotea fuori tempo senza alcuna visione strategica. Tra i partiti c’è chi prima la pensava come noi e poi ha cambiato idea accogliendo le legittime posizioni imprenditoriali dei Franza. E’ legittimo chiedere alla deputazione Pd che posizione ha? O dobbiamo scoprirlo dopo la sfiducia? Sulla Città Metropolitana grazie all’emendamento del presidente dell’Ars Ardizzone abbiamo posto le basi dell’Area Metropolitana dello Stretto. Accorinti però si è presentato a Palermo dichiarando di rinunciare al ruolo di sindaco Metropolitano, che potrebbe quindi essere il sindaco di Gallodoro. Il Pd all’Ars per dispetto a Bianco e a Orlando vuole le elezioni tra i vari sindaci delle Città Metropolitane invece che basarsi sulla norma nazionale che prevede che sia automaticamente il sindaco del Comune capoluogo. E’ lecito chiedere al Pd e a Sicilia Futura cosa ne pensano al riguardo e come voteranno in Aula?” Stesso discorso vale per il Prg e la variante e sulla Cittadella della salute al Piemonte: “Accorinti sull’accorpamento ha cambiato idea 4 volte e, così come per Città Metropolitana e Autorità portuale ha rinunciato al ruolo di guida. Se vogliamo costruire il dopo vogliamo sapere se il Pd vuol investire sulla sanità pubblica. L’operazione Irccs-Piemonte ha comportato il congelamento della Pianta organica del Papardo ed uno spostamento di quasi 9 milioni da un’azienda pubblica, il Papardo all’Irccs”.

Sui 4 punti finora il Pd è su posizioni opposte a quelle dell’Udc, difficile costruire un’alleanza su basi così fragili e divergenti.

“Quindi dico, sediamoci e parliamo del progetto, non dei nomi. Non sono arruolato in questo scontro di potere. Abbiamo una guerra tra genovesiani ed antigenovesiani, poi un sindacato dei consiglieri ed infine un sindaco a sua insaputa. Questa farsa li sta trasformando tutti in alleati di Accorinti”.

Finora però i veri alleati del sindaco sono stati proprio gli Udc che solo di recente si sono svegliati dal sonno e hanno iniziato a disertare l’Aula al momento del voto (tra l’altro stando bene attenti che altri votino o assicurino il numero legale…. Ed eventualmente pronti a rientrare alla velocità della luce).

“Ripeto, noi abbiamo sostenuto in Aula l’amministrazione fino a quando non abbiamo compreso che ha fallito su tutto ed arriva su ogni cosa 1 minuto dopo oppure dice tutto e il contrario di tutto, senza alcun tipo di logica e visione strategica. Il sindaco anti-tir dopo 3 anni che risultati ha portato? Franza lascia Tremestieri per Catania, quindi abbiamo perso le autostrade del mare ed il rapporto con il porto è finito, considerando come è andata per la vicenda Fiera e per la lite sul Patto per la falce. Però l’Udc, a differenza di altri che chiedono la sfiducia in modo surreale, non vota più gli atti e lo fa alla luce del sole e senza operazioni di piccolo cabotaggio. Il 3 aprile presentiamo il nostro documento di sfiducia che si basa sui contenuti e non sull’operazione matematica delle firme. Le alleanze facciamole sui progetti non sul mandare a casa chi per mettere chi”.

Più che una spiegazione della posizione Udc è una dichiarazione di guerra al triangolo Pd-Sicilia Futura-Ncd. La tesi di D’Alia infatti manda all’aria l’obiettivo di tornare alle urne a maggio-giugno perché senza i 5 voti dei centristi la mozione non arriva a quota 16. L’Udc quindi ancora una volta si dimostra ago della bilancia. C’è infine un dettaglio non da poco. Il terzo lato del triangolo è Ncd che con gli Udc sta costruendo a Roma e Palermo l’Area Popolare. Cosa faranno gli uomini di Nino Germanà di fronte a questa posizione? E Garofalo che farà?

Rosaria Brancato