CittadinanzAttiva contro la cultura del “non fare”

“Cos’è la cultura del non fare? Io faccio niente, guai a te se fai qualcosa”. E’ la cultura che impera a Messina secondo il presidente regionale di CittadinanzAttiva, Giuseppe Pracanica.

Sarà il tema di un convegno che si terrà lunedì prossimo, alle 16, presso l’auditorium della Fondazione Bonino Pulejo.

“Da anni – ha spiegato Pracanica – seguiamo l’andamento dei flussi migratori in città. Vanno via in media quattro o cinque giovani al giorno e nel 2012 c’è stato il boom. A loro vanno aggiunti i quasi 10mila ultra 35enni che sono costretti a continuare a vivere nella famiglia d’origine, perché impossibilitati a farsene una propria. E aumentano anche gli ultra 65enni e di conseguenza l’indice di mortalità”.

I dati degli ultimi censimenti sono eloquenti. 261mila abitanti nel 1991, 252mila nel 2001, 245mila nel 2011, ma solo perché il numero degli stranieri è cresciuto sino a 10mila.

Quale la soluzione? Secondo CittadinanzAttiva, è la realizzazione delle opere “negate”, quelle per le quali “puntualmente si deve assistere ad un coro di no”.

Durante il convegno, si discuterà allora della riqualificazione del Tirone, dell’aeroporto del Mela, del porto turistico di Marina Guardia, della tangenziale nord Giostra – Granatari, della trasformazione dell’ex ospedale Margherita in struttura per la riabilitazione, della rigenerazione urbana con la costruzione dei mini grattacieli e della nuova via don Blasco, strada di collegamento tra la zona falcata e il viale Gazzi.

Di tutte queste, l’unica vicina alla realizzazione sembra proprio la via don Blasco, già cofinanziata dall’Autorità Portuale, e per la quale si attende il finanziamento della somma restante da parte della Regione, tramite il reperimento di fondi europei. Ma anche in questo caso si è perso molto tempo, visto che il progetto è stato redatto quasi vent’anni fa.

Le altre opere, per CittadinanzAttiva, sono tutte delle opportunità non sfruttate. Il coordinatore dell’associazione, per la zona nord della città, Giovanni Frazzica, pone l’attenzione, a titolo di esempio sul porticciolo turistico di Marina Guardia: “Quando si cerca di fare qualcosa – afferma -, c’è sempre qualcuno che si oppone in nome di un mal interpretato senso dell’ecologia. Per il porticciolo turistico, fu contestata la presenza di una piantagione di poseidonia. Ho fatto le mie ricerche ed ho scoperto che è una pianta che è presente ovunque nel Mediterraneo, per nulla rara. E in ogni caso, due dighe foranee non l’avrebbero distrutta. Si è dunque creato un falso problema che ha impedito di sviluppare un’attività che porta 300 posti di lavoro. E intanto i giovani emigrano”.

Tutti argomenti che verranno sviscerati nel corso del convegno di lunedì prossimo. Il primo passo per combattere la cultura del “non fare”.