Buzzanca ha salutato Messina con 9 mesi d’anticipo, ecco in che condizioni la lascia

Dopo 1520 giorni, la città di Messina si è svegliata senza un sindaco. Giuseppe Buzzanca ha formalizzato le sue dimissioni giovedì sera alle 21, 40 ma le ha ufficializzate ieri mattina nel corso di una affollata conferenza stampa (vedi correlati): l’ex primo cittadino ha deciso di lasciare la poltrona di sindaco 9 mesi prima della scadenza naturale del mandato, convinto di aver portato a termine il programma elettorale del 2008. Premesso che questa non può e non deve essere considerata una motivazione valida per lasciare anzitempo una carica che la legge prima e gli elettori dopo affidano per un periodo ben preciso e non a discrezione del singolo, il programma elettorale è stato davvero completato? Buzzanca pensa che oggi la città sia migliore di quando ne aveva preso la guida nel 2008?

SVINCOLI

Gli svincoli sono come un’automobile, neanche tanto bella a vedersi, a cui manca il motore: sono lì, pronti, ma non possono essere ancora fruiti dai cittadini. Nessuno è in grado di fornire una data sull’apertura dell’opera che, di fatto, è ancora un’incompiuta.

MAREGROSSO

L’attività di bonifica e riqualificazione è certamente stata avviata dall’amministrazione Buzzanca, ma il problema è tutt’altro che risolto. Nei prossimi nove mesi, dunque, molto altro si sarebbe ancora potuto fare. Giusto l'approccio, insufficiente ed incompleto il risultato.

PORTO DI TREMESTIERI

«Con i poteri speciali è stato avviato l’iter che porterà all’inizio dei lavori per il nuovo porto di Tremestieri», ha detto Buzzanca nella conferenza stampa d’addio alla città. Si guarda al futuro, ma per il momento l’unica cosa certa è che gli interventi di consolidamento della diga del porto provvisorio di Tremestieri sono fermi al palo, anzi ad una decina di pali tanto che è stato già necessario concedere una proroga alla ditta Scuttari e si va verso la seconda. Il risultato? E’ sotto gli occhi di tutti, i tir continuano ad invadere giornalmente le nostre strade, creando non solo inquinamento ma anche un pericolo all’incolumità pubblica. I poteri speciali, passati dal Prefetto Alecci a Buzzanca dopo la sua elezione a sindaco, dovevano servire proprio a liberare la città dalla schiavitù del gommato pesante. Buzzanca va via, l’emergenza rimane.

ATM

Il sistema di trasporto pubblico locale non ha mai toccato livelli così bassi. In questi quattro anni di amministrazione Buzzanca, il buco finanziario dell’Atm, creatosi per l’assenza del contratto di servizio già durante le precedenti amministrazioni comunali, è diventato una voragine. I debiti dell’azienda trasporti ammontano a circa 50 milioni di euro ed il Comune non li riconosce. Due le conseguenze più evidenti: il parco mezzi è ridotto ai minimi storici e gli stipendi dei dipendenti sono ogni mese a rischio. Buzzanca si vanta di essere stato l’unico sindaco di questi ultimi anni ad aver consegnato alla città un piano di mobilità. Vero, ma più che un piano di mobilità innovativo ed immediatamente applicabile è una scatola vuota, che non dice nulla su come, quando e con quali soldi sarà possibile costituire la nuova Spa, che per la cronaca sarà a totale capitale pubblico, alias soldi del Comune.

MESSINAMBIENTE E ATO

Se dovessimo dare un voto alla gestione dei rifiuti da parte dell’amministrazione uscente, sarebbe 4. La guerra fratricida e tutta economica, ma con risvolti anche sulle competenze, tra Messinambiente ed Ato3 ha portato più volte la città sull’orlo di un’emergenza rifiuti. Non abbiamo mai raggiunto i livelli di Palermo, ma i buoni amministratori dovrebbero confrontarsi con chi fa meglio e non chi fa peggio. Sul fronte della raccolta differenziata, poi, siamo ancora all'anno zero. Non dimentichiamo, infine, le numerose proteste dei dipendenti di Messinambiente nel corso della sindacatura Buzzanca.

SERVIZI SOCIALI

Come dimenticare lo scandalo dei contributi a pioggia e ad personam, che – sul finire del 2011 – costrinse l’ex assessore Pinella Aliberti, a dimettersi? Di positivo – durante la sindacatura Buzzanca – ci sono state le gare dopo anni di immobilismo, ma il risvolto negativo è che le procedure sono state oggetto di denuncia da parte di alcuni consiglieri comunali. Il settore in questione sarà ricordato anche per le tante proteste dei lavoratori, pagati con forte ritardo.

LIVELLO DI VIVIBILITA’

Nel 2008 Messina era una città vivibile? No. Oggi lo è? No. Lo dicono le statistiche ma lo dicono soprattutto i messinesi, specie quelli che sono andati via e quando tornano la guardano con gli occhi dello “straniero” ed inorridiscono – solo per fare un esempio – nel vedere auto parcheggiate in doppia e tripla fila dal centro alla periferia. Ma la città è invivibile anche per altri motivi: manca il lavoro e quello che c’è va avanti a suon di vertenze. L’arredo urbano è “sfregiato” dall’inciviltà dei messinessi e dall’incuria degli amministratori. Il verde è poco e soprattutto poco curato. Mancano gli spazi per i bambini (unica eccezione la piazzetta sul torrente Trapani inaugurata poche settimane fa) e quelli per gli anziani . Per i giovani solo una possibilità: emigrare.

SITUAZIONE FINANZIARIA

Abbiamo lasciato questa voce per ultima, ma non perché sia la meno importante. Anzi, è la principale fonte di preoccupazione per gli anni che verranno. La situazione economico-finanziaria del Comune e , quindi, della città, è disastrosa e questa amministrazione, guidata dal dimissionario sindaco Giuseppe Buzzanca, ha contribuito a crearla perché per quattro anni su quella poltrona che ora ha deciso di lasciare c’è stato lui e non altri. L’eventuale “revoca” dei limiti imposti dal patto di stabilità rappresenta una speranza ed un’ancora di salvezza, ma oggi l’unico dato certo è che Palazzo Zanca è con un piede dentro il fosso, forse pure due piedi. La nave affonda ma il comandante la lascia con dentro l’equipaggio ed i suoi passeggeri…

L’OPINIONE DEI NOSTRI LETTORI

A partire da sabato 25 agosto abbiamo chiesto ai nostri lettori di partecipare al nostro sondaggio sull'ex primo cittadino, rispondendo alla seguente domanda: «Buzzanca è pronto a lasciare la carica di sindaco per candidarsi all'ARS. Cosa ne pensi?». Al quesito, al quale era consentito rispondere solo una volta dalla stessa postazione, hanno riposto 1431 lettori di Tempostretto. Questo il risultato : per il 60% dei votanti l’addio di Buzzanca è una liberazione per la città di Messina ; per il 4% era meglio che restasse sindaco; per il 7% è una fuga dalle sue responsabilità; per il 5% è stato utile a Messina come sindaco, lo sarà anche all'ARS; per il 20% così antepone i suoi obiettivi personali agli interessi della città; per il 3% è un'opportunità politica a cui non è tenuto a rinunciare.

LE REAZIONI POLITICHE ALLE DIMISSIONI

Il passo indietro di Buzzanca non poteva che scatenare una serie di reazioni politiche.

Il capogruppo al Senato e segretario regionale siciliano dell'Udc, Gianpiero D'Alia: «Non ci sono motivazioni politiche che le giustificano, ma solo un bieco interesse personale: quello di tornare a fare il deputato regionale».

Il Pd prende posizione attraverso il segretario cittadino, Giuseppe Grioli, e il coordinatore dei Gruppi Consiliari, Felice Calabrò: «Chi riceve dai cittadini il mandato di Sindaco dovrebbe governare la propria città fino alla fine del mandato. Con le dimissioni di oggi, che liberano la città da una amministrazione inadeguata, Buzzanca dimostra che la priorità della sua attività politica non è mai stata Messina bensì la sua carriera personale. I Messinesi giudicheranno tale scelta e il giudizio non riguarderà solo la persona di Buzzanca ma anche il PDL»

Il coordinatore cittadino del Fli, Nello Pergolizzi: «Le dimissioni del sindaco sono l’epilogo naturale di una alleanza elettorale fatta al solo scopo di vincere le elezioni amministrative del 2008, tra gruppi che nulla avevano in comune come idee politiche e amministrative, e con un candidato a capolista e oggi sindaco dimissionario, che non era nelle condizioni di fare il sindaco per capacità amministrative, politiche, gestionali e manageriali».

Il coordinatore cittadino di Sel Daniele Ialacqua: « La sindacatura Buzzanca potrebbe essere ricordata per il suo “vocabolario”, con parole come Incompatibilità, liquidazione, consulenti, default, Ruggeri, giunto, Ecopass, Maregrosso, che richiamano subito in mente l'incredibile vicenda che lo ha visto pretestuosamente avvinghiato a due poltrone; i problemi non risolti di Messinambiente, ATM, Feluca, ecc..; il rischio default con il quale lascia le casse comunali; lo spropositato ed incomprensibile elenco di consulenti; il plurincaricato ed inutile braccio destro Ruggeri; l'assurda vicenda del giunto degli svincoli, che rimangono chiusi; l'ecopass che di eco non ha niente e le entrate sono sempre meno di quanto si è promesso, e Maregrosso, un cumulo di macerie spacciate per risanamento del waterfront

Il presidente di Reset, Alessandro Tinaglia: «Reset invita tutta la società civile messinese, dal singolo cittadino alle associazioni, dai sindacati agli ordini professionali, a lavorare già da subito alla costruzione di un progetto di rilancio della nostra città»

Il Movimento cinque stelle: «Con le dimissioni di Buzzanca, che seguono di un mese esatto quelle di Lombardo, si chiude una fase politica che, lungi dal mantenere le promesse fatte in campagna elettorale, ha evidenziato sempre più la sclerotizzazione dei partiti e delle figure politiche che ne fanno parte. Più che sulle opere, si è agito sulle "operazioni", più che verso i cittadini si è lavorato "sui" cittadini, più che sui diritti ed il bene comune ci si è attivati su favori e clientele private, nel dispregio di qualsiasi competenza e serietà. Oggi con l'ennesimo atto di opportunismo politico il Sindaco si commiata dalla città dichiarando di aver raggiunto "quasi tutti gli obiettivi prefissati nel 2008».

Danila La Torre