Pedonalizzazione del centro storico cittadino: la proposta arriva dai giovani, avviata una raccolta firme

C’è una Messina giovane e forte. Propositiva, che vuole dare un nuovo volto alla città. E’ rappresentata anche da quel gruppo di studenti che non molto tempo fa ha organizzato il sit-in agli scavi di San Giacomo e una delle tante iniziative private di pulizie delle spiagge durante l'estate scorsa. Oggi quel gruppo, fiero di “essere Messina”, propone una nuova “battaglia” sociale: la chiusura al traffico del centro storico. Sollecitata l'apertura di un dialogo con l'Amministrazione Comunale e avviata una raccolta firme. Per firmare la petizione basta cliccare QUI. Sono già state superate oltre cento firme in un giorno con il tam-tam su facebook e via mail (noisiamomessina@libero.it).

L’obiettivo dell’iniziativa è di avere finalmente almeno una piccola porzione di centro senza smog fruibile da tutti, uno spazio per riuscire ad attrarre le centinaia di migliaia di turisti che annualmente sbarcano a Messina, per recuperare almeno un po’ della perduta memoria storica. I confini esterni (quindi non inclusi nel piano di pedonalizzazione) dell’isola pedonale sarebbero: corso Cavour, la carreggiata esterna di Piazza Duomo, Via Cicerone, Via Cesare Battisti, Via Primo Settembre, Via Garibaldi, Via San Camillo (clicca QUI per conoscere tutti i dettagli).

Il gruppo di giovani cittadini messinesi, che si vanta di essere indipendente da partiti politici, sindacati ed associazioni operanti sul territorio, afferma: «Saremmo ben lieti qualora qualcuno volesse aiutarci nel nostro intento, anche in maniera attiva e partecipativa. Siamo fortemente ottimisti sulla possibilità di successo di questa iniziativa e speriamo che finalmente i messinesi smettano di dire che "tanto non cambierà mai niente": è proprio pensandola così che si impedisce il cambiamento. Convinti delle proprie forze e determinati a raggiungere l'obiettivo, come noi siamo, otterremo ciò che ci appare necessario per un vero rilancio della città. Noi siamo Messina, facciamo la nostra parte».