Picciolo: “Crocetta esporti in Sicilia la riforma della Pubblica Amministrazione”

Mentre nel resto d’Italia il governo Renzi si appresta a varare una riforma della Pubblica Amministrazione che mira a cancellare privilegi, snellire un apparato burocratico elefantiaco e renderlo efficiente, in Sicilia qualsiasi tentativo di riforma si infrange sulla “casta” di dirigenti super pagati e di un esercito di tutelati dalla politica. Da qui la proposta del capogruppo regionale dei Drs Beppe Picciolo di “esportare” anche nella nostra isola la proposta del governo.

“La Sicilia non rimanga fuori dalla riforma della pubblica amministrazione annunciata dal premier Renzi– scrive infatti il deputato- I principi generali della riforma valgano così come per lo Stato, nelle Regioni e nei Comuni. Non ci si trinceri mai più dietro quello pseudo autonomismo fatto solo di privilegi”.

Lo scudo dello Statuto speciale è servito più a tutelare privilegi di vario genere che a servire da piattaforma di lancio per la Regione e le riforme in questa materia annunciate da Crocetta in queste settimane si sono scontrate con logiche di conservazione di tipo trasversale. Nel frattempo mentre la Sicilia ha più dirigenti e dipendenti e precari d’Italia, vi sono Enti e aziende che soffrono invece di carenza d’organico, aspetti questi che la riforma Renzi, se applicata, potrebbe agevolmente risolvere.

“Valga dunque anche il Sicilia la regola che un dirigente senza contratto per oltre due anni possa andare in mobilità e poi fuori ruolo, se non ritenuto idoneo, senza più gravare sulla casse pubbliche- continua Picciolo- Mentre la mobilità dei dipendenti diventi fatto concreto per sbloccare i transiti verso Enti con sofferenza in pianta organica. Ci sia quindi semplificazione nelle procedure e si dia questa facoltà agli amministratori locali che valuteranno le esigenze degli Enti. Sia questa della pubblica amministrazione la prossima vera riforma del governo regionale".