I treni possono traghettare in un’ora. Un piano attuabile in pochissimo tempo e a costi irrisori

Detto, fatto. Non una manifestazione fine a sé stessa ma una proposta concreta per il rilancio del trasporto ferroviario sullo Stretto. Il Movimento Popolare 14 febbraio ha mantenuto la promessa: prima ha portato in piazza mille o forse più manifestanti, poi ha avanzato una soluzione per “civilizzare” i trasporti siciliani. E’ dai momenti di profonda crisi che nascono le storie migliori. Quando si è ad un passo dal toccare il fondo è l’ora di tentare con forza la risalita. “Non sarà sufficiente il contentino” – lo hanno ribadito più volte diversi manifestanti, su tutti il segretario regionale dell’Orsa, Mariano Massaro, per poi aggiungere che “è solo l’inizio” e lanciare “una sfida che renderà chiare le reali intenzioni del Governo e delle Ferrovie”. Scrive l’Orsa: “Se si vuole realmente velocizzare e modernizzare il trasporto da e per la Sicilia, lo si può fare da subito con semplici interventi all'attuale sistema di traghettamento dei treni, diversamente saranno solo tagli e fumo negli occhi dei siciliani”.

Ecco che allora dal tentativo di “azzeramento” si può passare allo sviluppo atteso da tanti e mai realizzato. “Pretendiamo rispetto e pari dignità – si legge in una nota del Movimento -. Investimenti e sviluppo per una Regione discriminata da decenni”.

Col supporto dell’Associazione Ferrovie Siciliane, il Movimento Popolare ha preparato un progetto già consegnato all’amministrazione comunale, chiedendo che se ne faccia portavoce nell’incontro al Ministero già previsto per lunedì. Si parte dalle attuali condizioni: “Gli Intercity siciliani hanno una velocità massima di 130 km/h, per l’impiego delle datate locomotive del gruppo E656. Già in Calabria la velocità aumenta grazie alle moderne e potenti locomotive dei gruppi E402 o E403, capaci di viaggiare a 200 km/h che a loro volta sono limitate dalle carrozze che possono viaggiare fino a 160 km/h”.

Considerando anche le capacità dell’attuale infrastruttura ferroviaria, secondo il Movimento “è possibile ridurre nettamente i tempi di percorrenza tra Palermo e Roma, senza alcun trasbordo di passeggeri, con un progetto attuabile in pochissimi giorni con costi irrisori”.

Anzitutto gli Intercity diventerebbero Frecciabianca, “con la sostituzione delle carrozze con quelle di tipo GC e UIC-Z1 (IC 901), più moderne e veloci, dotate di poltrone reclinabili, tavolino, wifi, prese elettriche, fasciatoio e altri confort, che andrebbero in composizione bloccata ad una locomotiva E402b politensione (101 – 180), per la quale basterebbe una deroga del gestore dell’infrastruttura ferroviaria Rfi/Cesifer, cosi come avvenuto per i moderni treni Minuetto (ALe501/502)”.

Si viaggerebbe cosi da Palermo a Roma senza la rottura di carico prevista a Messina. “Questo sarebbe possibile – spiega il coordinamento del Movimento Popolare – fornendo la locomotiva titolare E402b di un accoppiatore tipo Scharfenberg, stessa cosa sulla locomotiva da manovra D145, cosi da manovrare il treno, in un’unica soluzione, a bordo della nave traghetto abbattendo i tempi d’imbarco e traghettamento fino a 55 minuti. La composizione, che avrebbe una lunghezza totale di 125 metri, andrebbe trasportata in uno dei binari centrali delle navi traghetto Messina, Villa e Scilla, capaci di accogliere rotabili per una lunghezza massima tra 131 e 133 metri. Una volta arrivato a Villa San Giovanni, per ridurre ulteriormente i tempi di percorrenza, il treno dovrebbe effettuare le fermate di Paola, Lamezia Terme, Salerno e Napoli. Percorrendo la linea tirrenica storica via Formia/Gaeta, raggiungerebbe Roma in circa 6 ore”.

Ci sarebbero, dunque, i margini per ridurre i tempi di percorrenza e di traghettamento. “Se gli investimenti di cui parlano Fsi e Governo sono reali – conclude il Movimento -, il Frecciabianca potrebbe essere sostituito da convogli più moderni e la nuova nave traghetto, che solo pochi mesi fa Rfi affermava di aver commissionato ma che è sparita dai programmi aziendali nel 2015, dovrebbe essere di tipo bidirezionale, per evitare la girata di prua nelle manovra di uscita, che allunga i tempi di traghettamento di almeno 15 minuti. La propulsione dovrebbe essere di tipo azimudale Schottel elettrica per garantire efficienza del sistema, eliminazione degli assi portaelica, riduzione del consumo di carburante ed eccellente manovrabilità negli spazi stretti”.

Secondo questo progetto, il Palermo – Roma, invece che le interminabili 11 ore e 34 minuti, potrebbe impiegare da subito 9 ore e 25 minuti. Mezz’ora potrebbe essere risparmiata sulla linea Palermo – Messina, aumentando da 130 a 180 km/h la velocità massima; un’ora sullo Stretto, dimezzando i tempi di manovra e navigazione; circa 40 minuti sulla Villa San Giovanni – Roma, riducendo le fermate da 9 a 5, con un tempo finale di percorrenza di 6 ore, lo stesso che impiegano i due attuali quotidiani Frecciabianca. Anzi, sulla stessa linea, il Frecciargento riesce a percorrere il tragitto tra Villa e Roma in 5 ore.

Potrebbe così essere risolto il nodo cruciale dell’attraversamento dello Stretto in treno. Due ore sono tantissime, è chiaro a tutti, ma se esiste la possibilità di dimezzare questi tempi è giusto perseguirla.

(Marco Ipsale)