Programmazione, cooperativa unica, voucher: il piano di Reset per i servizi sociali

Gestione dei servizi sociali quasi come quella della formazione professionale. E’ la considerazione da cui parte Reset per analizzare un settore difficile e che negli ultimi tempi ha nuovamente attirato i riflettori su di se. “Un totale assenza di controllo e programmazione hanno portato ad una crisi del settore che ha paradossalmente coinvolto contemporaneamente utenti ed operatori. Il sistema delle cooperative ha generato, proprio per una serie di errori politici ed amministrativi più o meno voluti, uno spreco di risorse ed una carenza di servizi agli utenti inammissibili per una Città civile” questa la visione del movimento di Alessandro Tinaglia che oggi a Palazzo Zanca ha discusso di passato, presente e future prospettive.

Reset vuole innanzitutto chiarire quelli che considera tre grandi equivoci: l’attuale amministrazione in un anno e mezzo di gestione ha continuato a gestire i servizi sociali in continuità con le precedenti amministrazioni, mancano una mappatura dei bisogni, una programmazione degli interventi e la capacità di predisporre bandi efficaci per l'affidamento dei servizi, non è vero che non vi sono adeguate risorse poiché risulta che dal prossimo anno che si preveda per i servizi sociali una somma pari a 32 milioni di euro cui sommare le risorse previste dalla Legge 328, dai P.a.c., dalla Provincia e dall’Asp, i lavoratori delle cooperative sociali non sono soci delle stesse e ciò ha generato spesso gestioni clientelari discutibili sia nei rapporti tra le cooperative ed i lavoratori, sia nelle modalità di assunzione, sia nella gestione degli appalti affidati dall'amministrazione.

Partendo dunque da queste considerazioni la sola proposta che secondo Reset potrà cambiare sostanzialmente la qualità dei Servizi Sociali a Messina deve passare da una soluzione capace di coniugare le esigenze di utenti e lavoratori.

Il Comune di Messina dovrà, attraverso i circa 30 assistenti sociali in organico avviare in pochi mesi ( 4 mesi al massimo) la mappatura dei bisogni reali degli utenti. Una volta definito lo stato dell’arte sarà possibile predisporre una Piano delle azioni veramente necessarie ed efficaci evitando sprechi e lacune. Il Comune dovrà quindi occuparsi esclusivamente di predisporre dei bandi, che tengano conto dell’esperienza maturata dai lavoratori del sociale che in questi anni hanno operato a Messina, ed avviare, finalmente, una seria azione di controllo in modo da monitorare, soprattutto nei casi di grande disagio sociale, la qualità e l’effettività del servizio appaltato. In particolare tale azione di controllo e verifica dei servizi e della qualità degli stessi, che diviene fondamentale, potrebbe portare, nei casi in cui gli stessi non rispettassero quanto previsto dal capitolato di appalto, anche alla revoca dell’intero appalto.

Gli operatori dovranno organizzarsi in una cooperativa unica della quale saranno soci e non dipendenti, a differenza di quanto accade oggi. Potranno così scegliere loro stessi i propri rappresentanti liberandosi finalmente dal “controllo” della politica. Immaginiamo, di fatto, un’autogestione mirata alla costruzione di una cooperativa capace di rispondere perfettamente alle necessità ed a quei servizi che verranno fuori dalla mappatura e dall’analisi preventiva del Comune di Messina attraverso i propri assistenti sociali. Una cooperativa così concepita sarà competitiva sia in termini numerici sia in termini qualitativi scongiurando la possibilità che altre cooperative esterne possano aggiudicarsi gli appalti dei servizi. Rischio ovviamente possibile.

Gli utenti saranno dotati di voucher, il cui importo verrà stabilito in base a criteri oggettivi e reddito, con i quali potranno selezionare gli operatori di cui avvalersi. Il sistema dei voucher, utilizzato con successo in moltissime città, è il solo in condizione di “dare voce” agli utenti, spesso paradossalmente marginali in questo processo, e migliorare la qualità dei servizi resi dagli operatori. Di fatto quello degli utenti diviene un ulteriore e decisivo livello di controllo e selezione dei servizi sociali”.

Questo è il programma di Reset che è consapevole della difficoltà di attuazione di questa soluzione e si rende conto che i dubbi sollevati dai Sindacati potrebbero trovare riscontro qualora l’amministrazione non fosse in grado di predisporre bandi capaci di valorizzare le maestranze che in questi anni di precariato sono state anch’esse vittime, tanto quanto gli utenti più svantaggiati.

“Per tale ragione consegniamo oggi stesso all’Assessore Mantineo ed alla consigliera Donatella Sindoni, nella qualità di Presidente della competente Commissione Consiliare, la nostra soluzione, affinché la stessa possa divenire proposta politica del Consiglio Comunale dopo essere stata incardinata, discussa ed eventualmente emendata. Se, però, la tanto sbandierata rivoluzione culturale deve avere inizio sarebbe ora di passare dalle parole ai fatti”.