Un osservatorio sulle politiche a difesa del suolo: gli ingegneri “formalizzano” la proposta

Nel corso del Convegno Nazionale organizzato a Messina lo scorso 5 maggio, gli Ordini degli Ingegneri di La Spezia e Messina hanno concordato sulla necessità di dotarsi, a livello nazionale, di un organismo che possa coordinare iniziative, proposte ed azioni preventive riguardo il tema della Difesa del Suolo in Italia. “Il nostro Paese – affermano i tecnici – sconta un’assenza di pianificazione cronica e per tale ragione le risorse non possono essere spese correttamente in fase preventiva ma solo a seguito delle emergenze. La difesa del suolo, come vediamo, è un problema non solo tecnico, finanziario e giuridico-procedurale ma è un problema, ed è molto più grave, economico e sociale. Occorre una terapia d’urto che veda coinvolte insieme le Professioni, l’Università, il Governo.

Gli Ingegneri si sono assunti la responsabilità di indicare le priorità e le soluzioni tecniche, ed hanno pertanto proposto al Consiglio Nazionale Ingegneri di istituire un Osservatorio sulle politiche a difesa del suolo che raccolga in un unico organismo tutte le istanze e le proposte che verranno da tutti gli Ordini Provinciali, in raccordo anche con le Facoltà d’Ingegneria: il problema dei dissesti è ormai un problema nazionale, non più localizzato in singole regioni, né può essere affrontato localmente. Osservatorio che a detta dei professionisti diventerebbe uno strumento utile per fornire le necessarie linee guida a professionisti e Pubbliche Amministrazioni rispetto alle risorse ed agli investimenti che il governo dovrebbe individuare per la messa in sicurezza dei suoli.

“E’ emerso nel corso dei due incontri di La Spezia e Messina – conclude il presidente dell’Ordine di Messina Santi Trovato – la necessità di individuare gli strumenti necessari per reperire i fondi per un grande Piano di messa in sicurezza delle aree più a rischio, un Progetto Conoscenza sulle principali criticità idrauliche e geologico-alluvionali, che dovrà prevedere anche una scala di priorità degli interventi da avviare, annualmente, nelle zone più esposte ai dissesti idrogeologici. Le linee guida di tale progetto potrebbero già essere individuate come primo punto da affrontare all’interno dello stesso Osservatorio”.