Studenti Messinesi, occupati i licei La Farina e Maurolico

Messina segue l'onda di protesta studentesca italiana. I Licei Classici "G. La Farina" e "F. Maurolico" da questa mattina, dalle ore 10:40 circa, sono ufficialmente occupati. A riferirlo per primo il network studentesco Blog34. A nulla sono valse le consultazioni tra i rappresentanti di Istituto dei due licei con i rispettivi dirigenti scolastici, il prof. Renato Zafarana e la prof.ssa Gaetana Crieleison. Un sondaggio, passato per le classi qualche giorno fa, aveva stabilito che l’unica forma di protesta percorribile sarebbe stata quella dell’occupazione, scartando l’ipotesi dell’autogestione. A breve, se le occupazioni dureranno, partiranno le attività promosse dai ragazzi. Significativo però che la protesta giunga ora e non a ridosso delle vacanze natalizie, come consuetudine, scelta, questa, ci dicono, voluta e pensata proprio per dimostrare che tutto ciò nasce da un interesse reale e non dalla voglia di perdere giorni di scuola e anticipare le feste.

Nella piattaforma programmatica su cui si basa la protesta, approvata dai rappresentanti e diffusa questa mattina, si legge che «il nascente movimento basa ufficialmente le proprie rivendicazioni di carattere nazionale sul diritto allo studio e sul mantenimento dell'Istituzione scolastica nazionale». Le rivendicazioni dei ragazzi coinvolgono però anche il tessuto cittadino nel quale «si riscontra la necessità di una limpida e chiara richiesta di condanna dal punto di vista politico e amministrativo, e a nome della città intera, della precedente gestione comunale che, tramite indubbi e riconosciuti uniformemente dall’attuale amministrazione, sperperi di denaro pubblico e cattiva gestione dei fondi, ha causato il default del Comune». La protesta abbraccia anche una dimensione europea e globale poiché secondo i ragazzi «è inaccettabile che la crisi economica, causata da gruppi di élite finanziaria tramite speculazioni illecite ai danni dei mercati internazionali e dei singoli risparmiatori, venga fatta pagare a chi con la crisi non c’entra nulla, ai lavoratori, ai più deboli». Si trova inaccettabile, infine, che «accanto a manovre di carattere economico che rafforzano precarietà e disoccupazione», si possano trovare «misure di demolizione della Scuola pubblica nazionale come l’ex Aprea, che trasforma l’Istituzione scolastica a tutti gli effetti in una fondazione e ne distrugge la necessaria dipendenza da un sistema di gestione nazionale, creando delle vere e proprie scuole-aziende». Si attacca la spending review, accusata di aumentare enormemente la precarietà all’interno del corpo docente e di ridurre lo stanziamento dei fondi alla scuola pubblica, aumentando invece quelli agli Istituti privati. «Gli studenti –si legge al termine del comunicato– rappresentano quell’Italia democratica, che crede nei giusti principi e valori, che non sono quelli del profitto economico» e lotteranno per la propria idea di Scuola che è quella «costituzionale, pubblica, nazionale ed accessibile a tutti». (CLAUDIO STAITI)