A difesa dell’ospedale Piemonte. Cittadini in strada, viale Europa bloccato. VIDEO e FOTO

Stavolta è passata la linea dura e non sono mancate le tensioni. Tra manifestanti e automobilisti, anzitutto, bloccati per oltre un’ora sul viale Europa, in entrambe le direzioni. Il Comitato “Salvare l’ospedale Piemonte”, da anni in prima linea a difesa del nosocomio, non ne può più del continuo smantellamento, pezzo per pezzo, della storia struttura cittadina. Adesso potrebbe essere la volta della Chirurgia e, di questo passo, non resterà più nulla di un ospedale che, al momento, garantisce 42mila accessi annui al Pronto Soccorso e oltre 1.000 parti. La molla è scattata, infatti, nel momento in cui il direttore generale Michele Vullo ha diffuso una lettera cronoprogramma che scandisce i tempi per il trasloco dell’Unità al Papardo.

Il presidente del Comitato, Marcello Minasi, ha duramente stigmatizzato l'assenza del sindaco Renato Accorinti, colpevole di aver abbandonato la battaglia per salvare l'ospedale del centro città. Forti critiche pure per la posizione assunta da Cgil e Cisl che hanno deciso di tirarsi fuori dalla protesta. In prima linea, invece, la Uil che non ha intenzione di accettare alcun compromesso, il deputato regionale Santi Formica, il rappresentante del movimento Ilferribottenonsitocca, Rafael De Francesco, e, per il sindacato Orsa, Mariano Massaro e Michele Barresi, l'area Civati del Pd e Fials Medici.

A partire dalle 9.40 si è scatenato il caos, con i manifestanti in strada e le forze dell’ordine che hanno tentato di riportare la calma. Alle 11 è stata liberata la carreggiata in salita, alle 11.20 quella in discesa. Rallentamenti anche sulla circonvallazione e in tutta l’area limitrofa.

“Stamani la gente si è presentata ancora più esasperata, perché con la chiusura del Piemonte si rischia la pelle. E i politici, che fanno finta di interessarsene, invece se ne infischiano”. Queste le dichiarazioni del presidente del Comitato “Salvare l’Ospedale Piemonte”, Marcello Minasi, che ha aggiunto: “L’Assessore Borsellino almeno avrebbe dovuto rispondere alla lettera che il Sindaco le ha inviato oppure a quella del Prefetto Gabrielli, Capo della Protezione Civile Nazionale, che si è preoccupato del Piemonte in quanto punto di riferimento in caso di calamità naturali. Ma la Borsellino non ha risposto: è una vergogna! Eppure qua c’è in gioco la salute e la vita stessa dei cittadini.

Alla domanda di chi notava l’assenza di altre sigle sindacali e dell’altro comitato sorto a favore del Piemonte, Minasi ha risposto: “In Italia è così: probabilmente ci saranno state delle promesse di nomine di primariati e porcherie del genere. E poi c’è nello sfondo l’ombra del Centro Neurolesi: per carità, uno dei migliori centri di eccellenza del Meridione che, però, è il probabile destinatario dei padiglioni aggiustati dell’Ospedale Piemonte, trovandoli già belli e confezionati per utilizzarli. Questa, probabilmente, è la ragione per cui la maggior parte dei messinesi e – mi dispiace dirlo – con il Sindaco in testa, si sono ritirati, continuando a sostenere che la struttura non chiude, senza rendersi conto che comunque chiude l’Ospedale con il suo Pronto Soccorso e i reparti ad esso annessi”.

A forinire i dati ci ha pensato Silvano Arbuse: “Sono 32mila gli interventi annui del Pronto Soccorso Generale del Piemonte e 10mila di Ginecologia e Neonatologia: come potrà eventualmente il solo Policlinico fronteggiare questa richiesta?”.

Il presidio è continuato davanti all'ospedale per l'intera mattinata, mentre una delegazione si è spostata verso la Prefettura dove, alle 12.30, era previsto un incontro con il prefetto, Stefano Trotta.

Giunta la delegazione al Palazzo del Governo, questa è stata ricevuta dal Capo di Gabinetto, la dott.ssa Maria Adele Maio. Qui sono state spiegate le ragioni delle rimostranze di cittadini e lavoratori del Piemonte. In particolare, è stato riferito che era rimasto il presidio davanti all’ingresso principale dell’ospedale, in attesa di una convocazione da parte dell’Assessore Borsellino. La Prefettura si è, così, attivata a stabilire un contatto con l’Assessorato, inviando una nota in cui è stata richiesta una risposta rapida.

I manifestanti hanno lasciato il presidio, sperando che stavolta venga fissato il sospirato incontro con l’Assessore Borsellino, ma già rendendo nota l’intenzione di voler tornare a protestare se a breve non giungeranno notizie da Palermo.