Anche Messina contro la “buona scuola” di Renzi. Studenti e docenti insieme in corteo. FOTO

Anche Messina è scesa in piazza contro la "Buona scuola" del governo Renzi. Il popolo degli insegnanti messinesi si è armato di striscioni, bandiere e fischietti per far arrivare a Roma anche la voce del mondo dell'istruzione della città dello Stretto che si oppone alla riforma Renzi-Giannini. Non vogliono la "buona scuola" vogliono una scuola giusta, in cui non ci siano presidi-sceriffi, una scuola pubblica che non debba subire ancora una volta tagli delle risorse creando scuole di serie A e scuole di serie B.

Il corteo messinese è partito da piazza Antonello e ha attraversato le vie della città fino alla Prefettura. Un serpentone di docenti delle scuole di ogni ordine e grado, dalle scuole elementari alle superiori. Come a Catania, Palermo e altre numerose città italiane, Messina non si è tirata indietro e ha invocato un passo indietro del governo su una riforma che non piace a nessuno.

Insieme ai sindacati che hanno indetto la grande manifestazione, i docenti dicono no ai super poteri per il dirigente scolastico che potrà assumere direttamente i docenti (anche se in minima percentuale e solo in alcuni casi) attingendo da un apposito albo. Dicono no al taglio di risorse per la scuola pubblica e il finanziamento alla scuola privata. Dicono no anche alle assunzioni dei precari perché invece delle 100 mila promesse dal governo, secondo i calcoli dei sindacati saranno “solo” 40 mila e non scatterebbero subito e automaticamente ma solo a chiamata da parte dei presidi. Infine, no al metodo di valutazione dell'Invalsi, da abolire perché penalizzerebbe le forme più creative e personali di studio, appiattendo la valutazione.

Francesca Stornante