Sciopero bancari, altissima adesione in tutta Italia. E’ scontro sul contratto nazionale

A sostegno del diritto al rinnovo del Contratto collettivo nazionale di lavoro e contro la decisione unilaterale di Abi (l’Associazione bancaria italiana) di dare disdetta e successiva disapplicazione dei contratti collettivi di lavoro dal 1 aprile 2015. È questa la motivazione che oggi ha portato allo sciopero i lavoratori bancari aderenti a Dircredito, Fabi, Fiba Cisl, Fisac Cgil, Sinfub, Ugl e Uilca.

“Il contratto nazionale – si legge nel documento delle organizzazioni sindacali – deve rimanere primo elemento di diritto non derogabile, a difesa dell’occupazione e dell’Area Contrattuale. Il bancario non è un numero senza volto, ha una storia, una carriera, una professionalità e il diritto di difendere il potere d’acquisto dei salari e la dignità del lavoro. I lavoratori bancari vogliono rimanere al servizio del Paese, contro l’egoismo dei banchieri al fianco dei clienti e dei risparmiatori”.

Quattro grandi manifestazioni di lavoratrici e lavoratori a Milano, Ravenna, Roma e Palermo. E a quest’ultima si è unita anche una rappresentanza di bancari messinesi.

Lo sciopero ha avuto un'adesione pari al 90%, con il 95% degli sportelli chiusi. Lo afferma la Federazione autonoma bancari italiana (Fabi), con il suo segretario Lando Maria Sileoni che commenta: "L'Abi si comporta come Ponzio Pilato, non affronta i problemi e se ne lava le mani: la politica del no produrrà nuovi scioperi se entro due settimane le banche non cambieranno radicalmente atteggiamento".

''Se l'Abi non cambia idea continueremo la mobilitazione e gli scioperi – così il leader della Cgil Susanna Camusso -. Le categorie ci hanno ragionato e discusso, lo diciamo oggi in tutte le piazze''.