Taormina. L’ing. Giuseppe Garufi nuovo liquidatore dell’Asm, tra le polemiche

L’Asm di Taormina riparte con un nuovo nome. E’ l’ingegnere Giuseppe Garufi il nuovo liquidatore dell’azienda municipalizzata della cittadina turistica, così come deciso ieri sera durante il consiglio comunale. Una decisione ottenuta dopo oltre due ore di discussione con otto voti favorevoli che riflettono la spaccatura della maggioranza, con cui il sindaco Eligio Giardina deve fare i conti. Il capitolo Asm è tutt’altro che chiuso e il nuovo liquidatore (subentrato al capo della Polizia Municpale Agostino Pappalardo, liquidatore ad interim) dovrà finalmente fare chiarezza sulla situazione finanziaria dell’ente, attività sulla quale vigilerà la prima commissione consiliare, così come stabilito sempre ieri sera dal consiglio. Un compito ingrato, dove già si registrano troppi fallimenti che hanno chiuso in una morsa sempre più stringente il civico consesso, causando dibattiti e polemiche che fanno male alla comunità taorminese. Finalmente una via d’uscita o solo una falsa partenza? Questo solo il tempo lo potrà stabilire, anche se sul nuovo nome circolano già troppi malumori. Dubbi su tutto, sulle competenze richieste, dubbi persino sul limite d’età previsto. La nomina di Garufi arriva dopo la ritirata di Bruno De Vita, il cui nome nel mese di giugno è comparso tra i 17 arrestati per lo scandalo formazione in Sicilia. De Vita, che in passato aveva ricoperto la carica di Presidente dell’Asm, era stato designato come il probabile nuovo liquidatore dopo che, il 12 marzo scorso, il sindaco Giardina aveva revocato il mandato a Cesare Tajana. Atto a cui ne era seguito un altro il 24 marzo: la revoca delle deleghe a tutti gli assessori. Nessun passo indietro riguardo l’improvvisa decisione, ora si aspetta la giunta del sindaco, forse politica, forse tecnica, ma senza condizionamenti assicura Giardina, l’unica certezza è che ci sarà una donna perché la legge lo impone. Ma le rassicurazioni servono ben poco a quietare le voci che vedono Taormina come una città sacrificata alla spartizione delle poltrone.

Giusy Briguglio