Nuovo mercato villaggio Aldisio: ancora tutto fermo. E i residenti si sentono “sequestrati”

Nuovo mercato villaggio Aldisio: tutto è fermo ad una a poco meno di un anno fa.
«Era il 9 novembre del 2010 quando è stato formalmente consegnato il nuovo mercato di villaggio Aldisio realizzato con i fondi POR Sicilia 2000 – 2006, ma di apertura ancora non se ne parla». Il consigliere UDC della Terza Circoscrizione Libero Gioveni non solo denuncia i ritardi, che – a suo dire – «poco hanno a che fare con la burocrazia» , ma avvisa che i residenti della zona sono pronti a passare alle vie di fatto e denunciare il Comune addirittura per equestro di persona.
Più degli gli ambulanti – spiega infatti Gioveni in una nota – «che, nel bene o nel male, continuano ad esercitare la loro attività bisettimanale nella dirimpettaia via 37/A di Fondo Fucile», a subire i disagi del mancato trasferimento sono «i residenti della stessa via 37/A e delle vie limitrofe che da ben 2 anni, tutti i mercoledì e i giovedì della settimana, si ritrovano praticamente reclusi nelle loro abitazioni proprio perché il mercato ostruisce del tutto le numerose vie di fuga fra le palazzine», con la vivibilità che va evitabilmente in tilt e con la sicurezza dei residenti di Fondo Fucile costantemente messa a rischio, secondo il rappresentante di quartiere. Gioveni, infatti, si chiede: «ambulanze, vigili del fuoco e mezzi di soccorso in genere, come potrebbero intervenire in quella “baraonda” in caso di emergenza?»

«Per tali motivi e anche perché stanchi delle solite promesse – scrive ancora il consigliere di quartiere – alcuni residenti hanno deciso di passare alle maniere forti: è stato già contattato un legale per valutare la possibilità di sporgere formale denuncia contro Palazzo Zanca addirittura per “sequestro di persona”, chiedendo anche gli opportuni risarcimenti. Tale iniziativa – continua Gioveni – palesa malessere ed esasperazione tra gli incolpevoli residenti che si sono visti “segregare in casa” per un periodo ben più lungo di quanto fu loro prospettato ed è evidente – conclude – che se tutto ciò dovesse avere un seguito Palazzo Zanca rischia conseguenze che sotto il profilo economico non si può certamente permettere».