Russo e Quero contrari all’arrivo a Messina di Renzi a sostegno di Calabrò

“Continua una ritorsione nei confronti di persone che hanno la possibilità di essere autonome e la volontà di essere libere”. Così il neo riconfermato presidente del V quartiere, Francesco Palano Quero, nel corso della conferenza stampa indetta insieme ad Alessandro Russo per contestare l’annunciato arrivo di Matteo Renzi in favore del candidato sindaco del centro sinistra. C’è amarezza e sconcerto tra i renziani, che da mesi ormai lottano contro per cambiare il Partito Democratico cittadino, considerato troppo impregnato da vecchie logiche di partito più intente alle clientele che al consenso e al bene comune. Una voglia di rinnovamento costata cara a Russo e Quero, che non sono stati ricandidati alle rispettive presidenze di quartiere – quarto e quinto – nel corso delle amministrative di primavera, pur avendone pieno diritto per statuto, in quanto presidenti uscenti. Ieri sera l’annuncio, inaspettato: l’uomo che l’ala più progressista del partito vede come garanzia e speranza di cambiamento venerdì sarà a Messina in sostegno del PD locale, trascurando completamente la fronda dell’ala renziana, costretta a presentarsi alle ultimo votazioni con una lista civica. “Avremmo voluto avere altre motivazioni per questa conferenza stampa. Non abbiamo ancora fatto, ad esempio, un analisi del voto. Un simile evento ci lascia basiti – commenta Francesco Quero” – A siracusa c’è un candidato renziano, per questo sapevamo che Renzi sarebbe stato in Sicilia. Alle 18,30 di ieri abbiamo saputo che sarebbe venuto anche a Messina. Noi la dignità e la libertà non l’abbiamo svenduta prima e non la svendiamo ora. Fughiamo ogni dubbio che sia previsto un baratto rispetto questa presenza a sostegno di Felice Calabrò. Renzi è inconsapevoli delle pressioni che la sua ala sta subendo a Messina. Non è un baratto per un posizionamento successivo. Abbiamo la necessità e la volontà di cambiare i metodi e il modo di fare politica all’ìnterno del Pd. Il partito democratico non deve essere democratico a parole ma anche nei fatti”.
Attribuendo la responsabilità dell’accaduto al rappresentante regionale della corrente renziana, onorevole Faraone, e ai segretari del PD a livello regionale e nazionale – “che hanno chieso a Renzi un atto di responsabilità”- i due renziani faranno l’ultimo tentativo di spiegare la vera situazione della corrente progressista del PD nella città dello Stretto al loro capogruppo, chiedendogli di non venire.
“Siamo una componente essenziale di questo partito che è stata bistrattata, solo perché abbiamo voluto dire che il re è nudo – spiega amaramente Alessandro Russo – Facciamo un appello affinché Renzi non venga a Messina. L’area renziana a messina ha camminato da sola fino ad essere costretta a fare candidature separate. L’intero Pd cittadino fino ad una settimana fa era bersaniano, la presenza di Renzi avallerebbe la mortificazione dei militanti della sua corrente. Ci sembra, comunque, ipocrita chiamare Renzi per risollevare le sorti di una camopagna elettorale difficile”.
Una notizia, quello dell’appoggio renziano al Pd cittadino, che lascia esterefatti non solo Russo e Quero, ma anche tutti quelli che, come loro, guardavano al sindaco fiorentino nella speranza di un cambiamento concreto. Si aspetta in serata l’ultima parola di Renzi. E a chi chiede cosa faranno se il loro capo corrente interverrà comunque al fianco di Calabrò e Genovese, Quero e Russo rispondono di essere pronti a trarne le dovute conseguenze. Quella dei due renziani messinesi è una battaglia per il rinnovamento e l’equità che si svolge comunque nel Partito Democratico e per il Partito Democratico. Il fatto di essersi candidati come indipendenti – e con il sostegno della lista civica Cambiamo Messina dal Basso – ai loro occhi non conta, essendo stati proprio gli organi decisionali del Pd cittadino ad aver violato per primi lo statuto del partito. E Se Quero annuncia per questo il ricorso all’Assemblea Regionale di Garanzia, Russo dichiara: “Noi restiamo nel partito e ci resteremo finché non vinceremo la nostra battaglia”. Avanti sulla strada già intrapresa, dunque, nella speranza che non sia troppo tardi per impedire un’ulteriore mortificazione. Quello che Russo e Quero faranno presente a Matteo Renzi è la sua dichiarazione avvenuta nel corso dell’ultimo congresso nazionale, in cui garantiva l’immediata reazione e difesa nel caso in cui un solo membro della sua corrente sarebbe stato toccato, su tutto il territorio nazionale. Salendo sul palco accanto a Felice Calabrò, Renzi non manterrebbe fede a questo principio.
(Eleonora Corace)