Lavoro

Pulizie della Marina Militare Marisicilia, lavoratori in agitazione anche a Messina

Stato di agitazione dei lavoratori dell’appalto pulizie della Marina Militare Marisicilia per le basi di Augusta dove operano 38 lavoratori, Catania 12, Messina 14 e tre su Palermo, Trapani e Agrigento.

Lo stato di agitazione è stato proclamato dalla segreteria regionale della Filcams-Cgil Siciliaper contrastare l’immobilismo del Comando Marina Militare di Marisicilia di Augusta, il quale, pur essendo stato incalzato dalla Filcams Sicilia sulla insostenibilità della gara indetta per il servizio di pulizia, ha già convocato al Ministero della Difesa le ditte aggiudicatarie per la sottoscrizione dei contratti l’avvio per l’immissione in appalto.

Questa ingiustificata decurtazione della base d’asta e del monte ore/annuo avrà effetti devastanti per i lavoratori impiegati nell’appalto, prevedendo a gara un monte ore insufficiente al corretto espletamento di tutte le prestazioni richieste per l’intero Lotto 4, con 33.800 ore/anno (ad oggi la sola base di Augusta conta su un monte ore di 36.000 ore/anno) contro il monte ore della precedente gara di 49.000 ore/anno, tanto che l’impresa risultante aggiudicataria dell’attuale procedura di gara per il Lotto 4 (BSF s.r.l.), ha già dichiarato esuberi di personale di rilevante entità ovvero, nella migliore delle ipotesi, un taglio complessivo delle ore contrattuali dei singoli lavoratori stimato in circa il 30-40%.

Le segreterie nazionali di Filcams, Fisascat e Uiltucs hanno già richiesto un incontro urgente al Ministero della Difesa, evidenziando le pesanti ricadute sui livelli occupazionali con inevitabili conseguenze drammatiche per i lavoratori dell’appalto.

Il segretario generale Francesco Lucchesi e Giselda Campolo della Filcams-Cgil di Messina, Stefano Gugliotta della segreteria della Filcams-Cgil Sicilia dichiarano: “Ancora una volta, la Marina Militare si prepara ad augurare il “buon Natale” ai lavoratori dell’appalto delle pulizie delle loro basi ipotizzando una decurtazione sostanziale del loro misero salario, ovviamente a parità di superfici da pulire e sanificare.  Di fronte a salari di poche centinaia di euro mensili, solo ipotizzare la possibilità di ridurre anche solo di 100 euro lo stipendio di questi lavoratori, significa mandare sul lastrico 67 famiglie che vivono con stipendi ben al di sotto del reddito di cittadinanza. Già il 26 giugno 2015 i lavoratori dell’appalto manifestarono davanti al Ministero della Difesa a Roma per difendere il loro salario, anche in questo caso siamo pronti a mobilitare i lavoratori siciliani con i colleghi della Toscana, Liguria e Sardegna per difendere il diritto alla dignità dei lavoratori che solo il lavoro può dare”.