Ecco perché la soluzione anti tir è il porto di Tremestieri. E la via don Blasco è una risorsa a sé

Due opere fondamentali per il futuro della città, due opere che camminano di pari passo verso l’avvio dei lavori, si spera il più presto possibile. L’ampliamento del porto di Tremestieri e la realizzazione della nuova via don Blasco stanno affrontando due iter tortuosi, con ostacoli simili.

L’ultima buona notizia è arrivata pochi giorni fa, il 30 dicembre: c’è finalmente il decreto di finanziamento da 27 milioni per la nuova via don Blasco ed ora può partire la gara d’appalto. Il passaggio precedente risaliva esattamente a sei mesi prima: il 30 giugno, incassato l’ok alla validazione del progetto aggiornato, il Comune lo aveva inviato alla Regione proprio per ottenere i fondi.

Adesso l’Urega avrà tra 45 e 52 giorni di tempo per preparare il bando, poi ci sarà un mese per presentare le offerte e un altro ancora per l’apertura delle buste e l’aggiudicazione. Almeno 4 mesi, che diventeranno 5 o 6 in considerazione dei nodi da affrontare, uno su tutti quello degli espropri. L’obiettivo è di iniziare i lavori prima dell’inizio dell’estate, a giugno, con la speranza che non s’inneschi la solita trafila dei ricorsi ad opera delle imprese non vincitrici della gara.

La nuova via don Blasco, è evidente ma è bene chiarirlo per l’ennesima volta, non rappresenta la soluzione al passaggio dei tir in centro città. Anzitutto per un motivo molto semplice: termina alla base del viale Gazzi, all’incrocio con via Acireale, a circa 2 chilometri e mezzo dagli innesti della tangenziale. Tra l’altro, in questo tragitto, lungo tutto il viale Gazzi, s’incontrano la bellezza di sei semafori, uno solo veramente indispensabile, quello all’incrocio con via Bonino, mentre tutti gli altri sarebbe bene fossero sostituiti da rotatorie, che eviterebbero il formarsi di lunghe code con aumento di inquinamento acustico e ambientale e faciliterebbero l’accesso in tangenziale, sgravando di traffico le strade cittadine (soprattutto la via Adolfo Celi/SS 114 in direzione sud e le vie Bonino e La Farina in direzione nord).

Al momento, infatti, accade che in molti, anche coloro i quali devono spostarsi per lunghi tragitti, preferiscano usare proprio le vie Celi, Bonino e La Farina, intasate sempre più, pur di non dover affrontare i sei semafori del viale Gazzi. Se, dunque, i tir dovessero utilizzare la nuova via don Blasco e, di conseguenza, il viale Gazzi, o peggio ancora proseguire verso gli altri svincoli a sud, si tratterebbe solo di spostare il problema, come accade da anni: dal viale Boccetta al viale Europa al viale Gazzi.

Senza dimenticare che la nuova via don Blasco è nel centro città e dunque non può avere senso pensare di eliminare i tir dal centro città usando una strada del centro città: l’unico vantaggio sarebbe quello di liberare la martoriata via La Farina dai mezzi pesanti che utilizzano il molo Norimberga. Ecco, dunque, che l’unica soluzione definitiva diventa l’ampliamento del porto di Tremestieri. Anche perché è proprio Tremestieri che servirà a chiudere la rada San Francesco, che invece resterà aperta pure in caso di inaugurazione precedente della nuova via don Blasco.

Iter di pari passo, dicevamo, perché per Tremestieri si attende quel benedetto decreto di finanziamento che per la nuova via don Blasco è giunto cinque giorni fa. La somma in arrivo, tra l’altro, si aggira sui 60 milioni, mentre l’opera avrà un costo di 72 milioni, e bisognerà reperire la parte mancante. Ciò che preme in questo momento, però, è che al più presto ci sia il decreto, anche se non coprirà l’intero costo, perché più passa il tempo più c’è il rischio che la somma si assottigli (per perenzione) e che l’impresa Coedmar inizi a battere i pugni. Diversamente dalla via don Blasco, infatti, in questo caso si tratta di un appalto integrato, aggiudicato addirittura a settembre 2013, in seguito a sentenza del Consiglio di Stato del giugno 2013.

Da questo punto di vista, le due situazioni sono opposte: per la nuova via don Blasco c’è il decreto di finanziamento ma non ancora l’aggiudicatario della gara, mentre per il porto di Tremestieri la gara è stata aggiudicata (da ben due anni e mezzo!) ma non c’è ancora il decreto di finanziamento. Quando ci sarà, si potrà finalmente procedere alla firma del contratto e approvare il progetto definitivo. Poi l’affidamento dei poteri speciali potrebbe accelerare le procedure. Da quel momento,sulla base delle dichiarazioni ufficiali rese dall’impresa aggiudicataria in sede di gara, serviranno 75 giorni per la redazione del progetto esecutivo e 45 giorni per l’approvazione. Un totale di 4 mesi, al termine dei quali potranno finalmente iniziare i lavori che avranno una durata prevista di 19 mesi più 6 mesi per i collaudi e 3 mesi per la messa in esercizio, incluse le prove di navigazione. Tempi che difficilmente verranno rispettati ma è un discorso che vale anche per la realizzazione della nuova via don Blasco, la cui durata prevista è di 20 mesi, collaudi esclusi.

Se, dunque, per il porto di Tremestieri ci fosse l’accelerata auspicata da tutti, la nuova via don Blasco potrebbe non vedere mai l’ombra di un tir o, comunque, potrebbe esserne solcata per tempi brevi. A prescindere da quest’aspetto, si tratta di un’opera viaria fondamentale per tutta la città, un’alternativa alla via La Farina che, complice il costante parcheggio in seconda fila, è ormai un “inferno”. Anche in questo caso, si è creato lo stesso problema del viale Gazzi. Dopo il necessario semaforo in corrispondenza dello Stadio Celeste, eccone poco dopo un altro, all’incrocio con la via Bonsignore. Quasi tre chilometri, fino alla cortina del porto, con altri dieci (!) semafori e nessuna rotatoria.

Un altro motivo a sostegno dell’importanza della nuova via don Blasco, che non confligge col recupero del fronte mare, anzi lo aiuta, perché oltre alla realizzazione della strada è prevista anche un’importante opera di miglioramento a corredo. E’ bene ricordare, infine, che la nuova via don Blasco segue un percorso parallelo al mare solo nel tratto fino a via Santa Cecilia, dove poi si risale verso l’area della piccola velocità e prosegue verso il viale Europa basso, via Maregrosso e via Acireale, lì dove l’accesso al mare è ostruito dai binari della ferrovia.

La riqualificazione del fronte mare, in quella zona, è affidata al Piau, il Piano innovativo in ambito urbano, che da contratto doveva essere consegnato a novembre, ma è in ritardo, prima di andare in Consiglio comunale. L’obiettivo deve essere quello di liberare la vista del mare, abbattendo tutte le costruzioni che vi si frappongono davanti e agevolando il trasferimento delle attività commerciali che vi operano. Piccoli scorci, aperti con le demolizioni degli ultimi anni, lasciano intravedere la bellezza dei luoghi da valorizzare al meglio. Sul lato monte della strada, invece, si potrà pensare ad operazioni remunerative per attrarre capitali pubblici e privati.

La vera scommessa, finora solo tale, sul waterfront cittadino si gioca sul tratto compreso tra viale Europa e Tremestieri, lì dove si dovrà realizzare una strada ex novo, quella via del Mare che, al momento, è solo un progetto definitivo, privo della necessaria copertura finanziaria, compresa tra i 50 e gli 80 milioni a seconda delle soluzioni scelte. Potrebbe essere un nuovo lungomare da sogno, nei fatti è solo un progetto che si trascina da anni senza che nessuno riesca a renderlo concreto.

(Marco Ipsale)