Cultura

“Quando le uova non si trovavano d’inverno”, il nuovo romanzo di Rosalda Schillaci

Anche stavolta ad essere narrata è la Sicilia. La Sicilia in tutte le sue sfaccettature. E soprattutto una Sicilia che naviga in “brutte acque”. Tra l’incavo di due guerre, una più terribile dell’altra. E di mezzo il protagonista maschile: Aldo. Di lui bisognerà gustarne ogni dettaglio, così come della sua metà, e mèta: Stella Magrì. Una storia che ha inizio il 9 settembre 1943, ventunesimo anno dell’Era fascista, dopo la firma dell’armistizio e si svolge in luoghi differenti, tra teatri di guerra, campi di prigionia e paesini saturi di profumi e bellezza, nonostante siano stati fiaccati e prostrati dai bombardamenti e dai rastrellamenti, causati da chi in un rapido cambio del gioco delle parti, da nemico è divenuto amico oppure nel cambio di casacca ha indossato i panni del traditore o quelli del nuovo carnefice, come dice la scrittrice Lisa Bachis nella prefazione di “Quando le uova non si trovavano d’inverno” (Algra Editore), nuovo romanzo dell’autrice catanese Rosalda Schillaci, che è riuscita con questa sua nuova creatura ad aprire passaggi su luoghi dai nomi reali o declinati verso una delicata finzione.

Pagine di storia e storie

Un viaggio, dall’Italia continentale sino all’entroterra siciliano, dove a consumarsi tra preghiere e speranze, «Stella era un fiocco fragile tra tanti fiocchi solitari. Affannatissima e sul punto di perdere le forze, s’attardava. Il vetro a causa del respiro inquieto si era appannato; lo pulì passando i polpastrelli». Ma ci sono le creature da accudire e proteggere; i frutti dell’amore, i figli benedetti: Nunù, Sasà e Lina. Il 1914 e il 1919, con il 1943, il 1945 e il 1946: la macchina del tempo procede sbalzandoci avanti e indietro per riconsegnarci pagine di «Storia e Storie», come spesso (a scriverlo nella preziosa prefazione è ancora la Bachis) mi ritrovo a scrivere in merito ai diversi accadimenti del mondo. Pagine che hanno influenzato e hanno contribuito, nel bene e nel male, a farci essere ciò che oggi siamo; individualmente od operanti nella società. Vi è allora la possibilità che la salvezza giunga dal nostro essere custodi della memoria e delle memorie. Quindi diviene atto fondante e necessario il conoscere, offrendo accesso all’acquisizione di buone capacità di lettura e di comprensione delle pagine, che riguardano noi tutti. Per tale ordine di motivi, in questo affresco, non potevano mancare i guardiani del ‘Sapere’. Tra essi, Giorgio Marchesi. Un mondo investito da enormi stravolgimenti, generatori di fatti e misfatti, che hanno modificato sin dentro le viscere le vite delle persone. Un mondo che l’autrice ci restituisce intero e frammentato insieme al rispetto per il ricordo e il dovere morale di portare testimonianza, in un immenso atto di amore e riconoscenza per chi è stato prima di noi e ci ha permesso di essere e di esistere.

Un romanzo corale

La formula letteraria del romanzo storico della Schillaci non appare mai fine a se stessa, nelle tante anime dalle tinte contrastasti, ma pretesto stilistico suggestivo per intuizione psicologica e potenza lirica; un esempio di forza morale e dignità. Un romanzo – come ha più volte sottolineato la Bachis alla Schillaci dopo averlo letto e riletto –, che è testimonianza di vicende famigliari ma trascende i singoli per narrare di uomini, donne e bambini che hanno vissuto e attraversato l’orrore della Guerra. Alcuni sono caduti nell’abisso per non far più ritorno nel mondo dei vivi; altri sono tornati da sopravvissuti e più morti dei morti; altri ancora hanno scoperto, dopo un viaggio lungo e periglioso, la redenzione del rinnovamento. Questa è dunque una storia di singoli ed è un romanzo corale, erede di quel Naturalismo e di quel Verismo, tanto caro e non solo a noi siciliani. Vi si applica financo un’audace discesa agli inferi mediante l’ausilio della psicologia analitica, sotto la protezione di numi tutelari, quali Freud e Jung. Un’opera che è dunque stata pubblicata per Algra Editore, nei giorni scorsi, e che adesso sarà presentata in vari festival, tra cui al Salone Internazionale del Libro di Torino, previsto tra il 19 e il 23 maggio prossimi.