Maltempo, passano gli anni ma resta la paura sulla costa tirrenica

Non ci sono stati danni a cose o persone, e questa è già una notizia. Ma se il maltempo di ieri non ha creato danni sulla costa tirrenica è solo perchè la perturbazione si è concentrata sui paesi dello Jonio. Le piogge abbondanti non sono bastate a far esondare i torrenti, in particolare il Mela, che in passato tanti danni aveva fatto a Milazzo e Barcellona; è andata bene anche a Saponara, che ha vissuto una giornata di tensione, schiava dei terribili ricordi del 2011. Ogni volta che le piogge cadono copiose, gli abitanti della costa si mettono in allerta; aspettandosi sempre il peggio.

A confermare la precaria situazione del territorio basterebbero i detriti trascinati a valle dai torrenti: rifiuti di ogni tipo, dalla spazzatura quotidiana agli ingombranti, il tutto in un letto eroso dalle coltivazioni private e innalzato dai continui accumuli. Per non parlare delle infrastrutture che affondano i loro pilastri proprio dentro i torrenti. Anche le istituzioni locali, memori degli anni passati, sono ormai abituate ad attivare tutti gli strumenti a disposizione alle prime avvisaglie di maltempo, per fronteggiare un'emergenza che potrebbe arrivare da un momento all'altro.

Quel che sta emergendo, dopo anni di ripetute alluvioni, è la consapevolezza del problema, delle sue possibili conseguenze. Non si attende più l'allerta di livello più alto per attivare il Centro operativo comunale e la Protezione Civile, sgombrare i quartieri più a rischio, monitorare i punti più pericolosi. Quel che manca, invece, è la prevenzione: nulla è cambiato rispetto al 2009 (Giampilieri e Scaletta), al 2011 (Barcellona e Saponara), al 2015 (Barcellona e Milazzo). I torrenti continuano a essere terra di nessuno, senza che siano state avviate misure adeguate per la loro bonifica; e a poco servono i lavoretti delle singole amministrazioni. I piani di messa in sicurezza delle zone ad alto rischio idrogeologico vengono annunciati da anni; nel frattempo, tra ottobre e novembre di ogni anno, il territorio si prepara alle piogge alluvionali, che sfortunatamente non hanno interlocutori politici, né la pazienza di aspettare i tempi della burocrazia.

Arriverà mai un piano, serio e concreto, di contenimento del rischio idrogeologico? O, ancora una volta, arriveranno prima i danni da quantificare, le vittime, le passerelle dei politici? In attesa di qualche risposta concreta, agli abitanti del territorio non resta che sperare nella clemenza del tempo.

Giovanni Passalacqua