Cimiteri, l’ex assessore Amata: «Dalle mie dimissioni la situazione è precipitata»

«In relazione alla condizione in cui versa il deposito del Gran Camposanto, mi duole constatare che trascorsi soltanto due mesi e mezzo dalle mie dimissioni da assessore al ramo la situazione sia precipitata in modo così brusco e indecoroso per la Città. Sento forte il rammarico per quanto sta accadendo e al tempo stesso nutro il timore che la mole di lavoro espletata dal mio assessorato nell’ambito cimiteriale rischi di essere vanificata». A parlare è l’ex assessore comunale all’arredo urbano e all’ambiente, Elvira Amata.

Bocciata dagli elettori alle ultime elezioni regionali, dov’era candidata in quota Grande sud, l’ex esponente di giunta -dimessasi qualche ora prima del suo sindaco Giuseppe Buzzanca – ci tiene a ricordare ai messinesi – forse sperando che loro si ricordino di lei alle amministrative del 2013 -quanto sia stata brava a svolgere il suo compito da assessore della città , soprattutto per quel che riguarda la gestione dei cimiteri cittadini

«Partito da zero – scrive nella nota- il mio assessorato ha sfornato una serie di progetti mirati alla restituzione del giusto decoro che questi luoghi meritano, ma anche alla disponibilità di posti. Già nel mese di agosto 2011 era stato effettuato un intervento decisivo nel deposito del Gran Camposanto che ha eliminato la condizione di degrado in cui versavano i locali, sia dal punto di vista ambientale che igienico sanitario. Stessa attenzione è stata rivolta ai cimiteri suburbani con interventi di recupero».

La Amata punta, inoltre, il dito contro «l’inaccettabile affollamento del deposito», puntualizzando al contempo che «già da maggio 2012 si poteva contare sulla disponibilità di 400 celle nel muro Est del Gran Camposanto, 60 al cimitero di Santa Lucia e 90 in quello di S. Stefano Briga. Evidentemente – dice -c’è stato un rallentamento nelle procedure di assegnazione che non può essere imputabile al personale dipendente, del quale ho potuto verificare l’impegno e la dedizione, ma più verosimilmente ad una carente organizzazione del lavoro». L’auto- incensamento della Amata si mescola quindi con l’esaltazione del valore professionale dei dipendenti comunali addetti alle questioni dei Cimiteri , che persa la guida hanno evidentemente perso anche la bussola e oggi non riescono a gestire al meglio le pratiche dell’assessorato.

«Il dato più preoccupante -secondo l’ex assessore -è costituito dalla scarsa attuazione e conduzione dei progetti messi in cantiere e altri appaltati e per i quali il mio assessorato ha definito e risolto un iter procedurale caratterizzato da non poche difficoltà e in alcuni casi anche da oggettive resistenze. Mi riferisco al cimitero di Castanea (11.290 posti disponibili) per il quale gli uffici tecnici dovrebbero procedere con celerità alla realizzazione del progetto esecutivo e il conseguente appalto, prevedibile anche a stralci. Ma se non c'è certezza sulla possibilità di utilizzare i fondi è chiaro che non si può nemmeno pensare alla gara d'appalto. Stesso discorso vale per il cimitero di Faro Superiore (3.910 posti) per il quale si attende il progetto esecutivo per poi mandarlo in appalto. Per quanto riguarda il cimitero di San paolo Briga (2.779 posti) manca l’approvazione della Conferenza provinciale cimiteriale. Di fondamentale importanza è l’ampliamento della Piramide al Gran Camposanto (3.600 posti) per il quale è in fase di completamento il progetto esecutivo e, se non si perderà tempo oltremodo, entro fine anno potrebbe andare in gara d’appalto».

Da parte della Amata c’è, poi, «disappunto e anche preoccupazione» per il blocco dei lavori al cimitero di San Filippo (dove potevano essere subito disponibili 690 posti circa) dovuto al mancato pagamento della ditta esecutrice. Un dato anch’esso inaccettabile in quanto i fondi derivanti dai ricavi dei posti salma dovrebbero essere comunque disponibili, perché vincolati (non spendibili altrove) al capitolo cimiteri. Ma comprendo perfettamente quali difficoltà la Città sta vivendo dal punto di vista economico, aggravata dai limiti imposti dal patto di stabilità, una legge che penalizza i comuni e certamente non aiuta il processo di sviluppo di un territorio come il nostro».

L’ex assessore comunale si augura , infine che anche «gli sforzi fatti per realizzare il forno crematorio, opera che potrebbe risolvere in parte il problema sepolture e, al tempo stesso, procurare risorse economiche nelle casse comunali, non siano anch’essi stati vani. Nell’interesse della Città è quindi auspicabile che i tempi di consegna della struttura vengano rispettati e che la già citata mancanza di risorse economiche non danneggi ulteriormente Messina».

La Amata adesso pensa a Messina, ma quando si è dimessa per correre alle regionali non c’ha pensato un attimo a lasciare quell’assessorato che tante soddisfazioni -a suo dire – stava dando ai messinesi. Anche lei, come l’ex primo cittadino Buzzanca, ama la nostra città ma non le sarebbe dispiaciuta una bella poltrona all’Ars. Naturalmente, solo per tutelare meglio gli interessi di Messina. (DLT)