Maria Andaloro: “Le ruspe del Cas per fare un viadotto distruggono due aziende bio”

Il pezzo sul Corriere della sera l'ho letto 3 volte. In diversi momenti della giornata per essere sicura di ciò che leggevo. Quindi, su questa isola in cui l'agricoltura a nord è stata condannata da un serbatoio che infiammandosi ha sputato veleno per giorni e giorni (porto ad esempio l'azienda bio https://www.facebook.com/zappalombrico?fref=ts

di Terme vigilatore, un cervello rimasto che forse fuggirà, che ha deciso di non consegnare più i suoi prodotti "bio" sulla carta per onestà intellettuale), a Ragusa, che io ho sempre considerato la Sicilia più autentica, quella in cui allevatori e contadini (oggi imprenditori) non hanno tradito la vocazione naturale continuando le attività pastorizie e agricole, facendo da assist al turismo a metterla in ginocchio è il fuoco amico. Il CAS, quello che crea l'infrastruttura per consentire una viabilità moderna ed efficiente. Insomma li dove due aziende agricole esattamente nel territorio di Ispica occupano più di cento dipendenti e sviluppano un fatturato di 5 milioni. Arrivano le ruspe. Distrutte serre e le colture di pomodoro e zucchina.

«Ci saremmo aspettati che il Consorzio Autostrade Siciliane dopo la sentenza del Tar di Catania che aveva annullato l’esproprio – sottolineano gli imprenditori – modificasse il percorso autostradale, senza interessare le aziende o quantomeno aprisse una trattativa per trovare una soluzione e un equo risarcimento che garantisse il proseguimento dell’attività e il posto di lavoro a 107 dipendenti». «E invece – lamentano – la risposta sprezzante è stata l’avvio di una nuova procedura di esproprio e l’emanazione di un decreto d’urgenza di immissione in possesso: oggi alle nostre aziende e le 107 famiglie dei nostri dipendenti è stato tolto il futuro». L’opera prevede un viadotto che taglia in due la principale area produttiva di ortaggi biologici. «L’autostrada è sicuramente un momento di sviluppo per la terra iblea, il volano che da sempre attendiamo e dunque è e deve rimanere una priorità assoluta – dice Giovanni Scucces, direttore provinciale di Confagricoltura – ma non può contemporaneamente essere un momento di distruzione per aziende radicate sul territorio che danno occupazione a centinaia di dipendenti e dunque reddito alle famiglie». Non sono ingegnere, nemmeno geometra e non ho mai guidato una ruspa. Ma se fossi stata un operaio della ditta mi sarei sentita male a passare in mezzo ai sacrifici e alle fatiche di chi lavorava in quei campi. Mi sarei sentita male a distruggere il futuro di chi lavora in quei campi. Sarebbe stato bello se avessero fatto loro lo sciopero della ruspa, loro che conoscono il lavoro e la fatica per portare uno stipendio a casa. Loro che con un ordine di servizio, con le pale portano via lavoro a compromettono l'indotto turistico in una terra che continua ad essere ignorata nelle sue più basilari e semplici esigenze. Rispettata e tutelata. È sviluppata seguendo le naturali straordinarie predisposizioni. Il CAS in fase di progetto poteva fare una deviazione? No? Perché no? Il TAR aveva annullato l'esproprio. Prima di mettere in ginocchio centinaia di famiglie e l'economia di una intera area, dove stavano tutti?! D'altronde dove stavano tutti, a parte Don Sacco a Vittoria, mentre nei campi qualche km più in là venivano abusate e stuprate le donne che in quei campi erano costrette a subire probabilmente in mezzo a una comunità di sordo muti…ma di questo ne parleremo in modo più approfondito.

http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/catania/notizie/cronaca/2014/16-ottobre-2014/per-costruire-tratto-autostradale-ruspe-abbattono-due-aziende-bio-230358930461.shtml

Maria Andaloro