Faccia a faccia tra Accorinti e Calabrò sul ricorso. Fumata nera

L’incontro c’è stato. A tarda sera, ed è servito a chiarire alcuni punti fermi. Da un lato Felice Calabrò ha ribadito che non ha fatto e non farà alcun ricorso, dall’altro ha poi aggiunto che, nel caso in cui venissero trovati i voti mancanti e quindi acclarata la vittoria al primo turno, non farebbe automaticamente il passo indietro, riservandosi di valutare il da farsi. In mattinata il sindaco Renato Accorinti ai cronisti che chiedevano un commento sul ricorso presentato da Alessia Currò, Giovanni Cocivera e Giovanna Venuto, aveva risposto di voler prima avere “Un colloquio con Felice, voglio guardarlo negli occhi, capire come stanno veramente le cose. Non voglio basare le mie dichiarazioni solo sul sentito dire, devo sapere cosa pensa lui”. Detto, fatto, il sindaco ha chiamato al telefono l’avversario delle amministrative, concordando un incontro che si è poi tenuto in serata. Subito dopo il primo turno, quando all’appello per raggiungere il 50% dei consensi mancavano una cinquantina di voti, Calabrò aveva dichiarato che non avrebbe fatto alcun ricorso, per evitare l’ennesimo commissariamento, tesi questa sostenuta anche nelle fasi successive. Dopo la presentazione del ricorso, sabato scorso, Accorinti ha quindi voluto sapere se l’ex coordinatore dei gruppi Pd al Comune è “dietro” le quinte del ricorso o se intende, in modo concreto “dissociarsi” non solo verbalmente ma anche con i fatti. Diversi sono infatti gli scenari che si potrebbero creare nei prossimi mesi. Tra questi anche un’ipotesi (che però appare difficilmente percorribile) che prevede, in fase di comparizione in udienza, la “costituzione ad opponendum”. In sintesi, l’interessato all’esito del ricorso, in questo caso Calabrò, ha la possibilità di presentarsi in giudizio dichiarando di essere contrario al ricorso stesso. In realtà questa ipotesi non ferma l’iter procedurale, dal momento che i ricorrenti sono altre persone che potrebbero comunque chiedere al Tar di procedere, ma avrebbe un peso nella decisione del magistrato ed in ogni caso una forte valenza simbolica. Quanto poi agli scenari futuri sono diversi, ma prima occorre vedere se il Tar di Catania accoglierà il ricorso, e non è affatto scontato. Successivamente ci saranno le diverse fasi, compreso l’eventuale riconteggio delle schede. Sia in caso di accertamento della vittoria di Calabrò, che di conferma dell’elezione di Accorinti, è possibile un secondo grado, al Cga, che potrebbe a sua volta confermare o ribaltare il giudizio di primo grado, per un totale di almeno quattro scenari. Nel frattempo sarebbero trascorsi tra gli otto e i dieci mesi. Resta comunque ferma la possibilità da parte di Calabrò, in caso di vittoria, di rinunciare alla sindacatura, ma in questo caso si andrebbe a nuove elezioni (e quindi ad un commissariamento in attesa delle votazioni).

Tornando all’incontro di stasera il sindaco ha sottolineato come, se davvero Calabrò è sia contrario che estraneo al ricorso, lo dimostri attraverso una dichiarazione con la quale annuncia di rinunciare in caso di vittoria alla poltrona di primo cittadino.

Da parte sua Felice Calabrò ha ribadito di non essere dietro questi ricorsi e di non essere intenzionato a presentarne. Quanto poi all’esito della procedura, in caso di vittoria, valuterà in base al contesto, mettendo al primo posto i diritti di tutti i messinesi. La valutazione sul passo indietro e sull’eventuale rinuncia all’elezione non può essere fatta nè adesso, né prescindendo dai diritti degli elettori stessi, compresi quelli che hanno votato per il centro-sinistra, o dal contesto che si presenterà al momento della sentenza.

Concluso l’incontro è apparso chiaro che le strade di Accorinti e Calabrò continueranno ad essere separate e domani mattina il sindaco annuncerà le prossime mosse e la posizione dell’amministrazione.

Rosaria Brancato