Largo Avignone, Nino Germanà: Scelte coraggiose per recuperare il tempo perso

Se abbiamo a cuore veramente il futuro di Messina dobbiamo imparare a fare scelte coraggiose e piuttosto che continuare a tenerci un’area degradata avviare quegli indispensabili progetti di rigenerazione urbana che in tutto il Paese stanno diventando volano di cambiamento. Largo Avignone è un pezzo di storia che nessuno vuole cancellare, ma proprio perché abbiamo rispetto per le nostre radici non possiamo mantenerla in uno stato vergognoso di abbandono. Il mio timore è che, adesso che si sono risvegliati tutti, “dopo che a Santa Chiara hanno rubato…..” si mettano nuovi sigilli e la questione venga dimenticata per altri 20 anni.”

L’ex deputato regionale Nino Germanà interviene sulla querelle in corso relativa al progetto del grattacielo in via Cesare Battisti, in quella zona definita Largo Avignone e finita al centro di un contenzioso giudiziario e di polemiche dopo l’avvio della demolizione (autorizzata da una sentenza dei giudici amministrativi).

Già giovedì nel corso del sopralluogo l’assessore regionale Vittorio Sgarbi ha “corretto il tiro” rispetto alle dichiarazioni della scorsa settimana e dopo essersi scusato con il sovrintendente Micali, ha chiarito che il progetto del grattacielo non è in contrasto con il contesto, dal momento che non intacca le palazzine del ‘700 e tutela la facciata rimasta in piedi. Sgarbi si è detto invece disposto a “convincere” l’impresa a realizzare solo 10 piani (sui 20 previsti) per evitare contenziosi decennali.

L’obiettivo di chi ha progettato il palazzo è quello di coniugare il rispetto per la storia con le esigenze di riqualificare un’area- prosegue Germanà– L’idea dei progettisti è quella di mantenere l’architettura settecentesca costituita dalla porzione di facciata e rispettare il sito archeologico proponendo un intervento solo esterno, preservando il sito archeologico al di sotto del sistema delle fondazioni. Più che innescare crociate sarebbe interessante guardare a quest’operazione di rigenerazione urbana come ad un progetto pilota coraggioso, soprattutto in una città come la nostra nella quale le idee invecchiano molto più dei siti storici o archegologici….”

L’esponente di Forza Italia non è però d’accordo con Sgarbi in merito al “dimezzamento” dei piani del grattacielo, ipotesi questa che da un lato stonerebbe con la logica del progetto (che punta a far sintesi tra architettura moderna e passata) e dall’altra obbligherebbe i costruttori , per motivi di costi-benefici, a riproporre il volume da ricostruire in orizzontale. Il risultato sarebbe esteticamente diverso, con un edificio “normale, brutto ed ingombrante, che mortifica la porzione storica”, incastrato tra edifici anni ’70….. In poche parole, dal punto di vista del costruttore invendibile.

Quanto all’assessore regionale ai Beni culturali Vittorio Sgarbi non avevo dubbi che sulla vicenda della demolizione fosse stato informato male e da uomo straordinariamente intelligente qual è ha subito chiarito con il nostro Sovrintendente Micali , quindi pace fatta”.