Bocciata la sfiducia, Miasi resta sindaco di Roccalumera

Non passa per un solo voto la mozione di sfiducia presentata il 2 ottobre scorso dal gruppo di minoranza “Roccalumera nel Cuore” nei confronti del primo cittadino del centro jonico Gianni Miasi. Undici su tredici hanno votato a favore, ma i voti utili dovevano essere dodici. Il sindaco resta in carica, almeno per ora. Il risultato porta con sé poche consolazioni e non sopperisce a un dato di fatto. Sono pochi i fedelissimi rimasti accanto al sindaco e gli avversari politici non si arrendono. La mozione di sfiducia è stata trasformata in mozione di disapprovazione sull’operato del sindaco. I motivi sono ormai noti. Una gestione criticata da tutte le parti che non può più contare su un rapporto di collaborazione. L’ulteriore atto depositato vuole essere l’ennesimo tentativo per mettere fine all’amministrazione di Miasi. Se la mozione di sfiducia non è passata, allora Miasi si dimetta. I segnali sono chiari e neanche un po’ velati. A pesare sulla sua testa è soprattutto la situazione finanziaria. “L’esposizione debitoria colpevolmente accumulata dal Sindaco e dall’esecutivo nell’ultimo quadriennio offre un quadro preoccupante sulla gestione contabile del Comune che rischia concretamente il dissesto finanziario – si legge nella nota del capogruppo di minoranza, Pippo Campagna -, dissesto che si rifletterebbe, ovviamente, su tutta la comunità locale la cui imposizione tributaria schizzerebbe improvvisamente ai parametri più alti per tutto il periodo che sarà necessario per appianare l’intero debito comunale”. Tasse più alte per tutti, è la prima e naturale conseguenza per i cittadini di Roccalumera. Se Miasi si dimettesse, per il comune di Roccalumera significherebbe il commissariamento in attesa del nuovo voto. Le prossime amministrazioni del centro jonico saranno infatti tra sei mesi. Ma la situazione vigente non può più essere rimandata, così la pensano i firmatari della mozione. “Queste considerazioni – conclude Campagna – non sono solo quelle del gruppo consiliare di opposizione che, per naturale inclinazione, analizza in chiave critica l’operato degli amministratori di turno, ma viene fatta dalla quasi totalità dei consiglieri comunali, poiché la correttezza delle regole democratiche, non può essere appannaggio di una sola parte politica a danno dell’altra, ma deve appartenere al patrimonio culturale di ogni essere umano libero, che nonostante gli innumerevoli sforzi fatti in tale direzione, non vede margini di miglioramento in tal senso”.

(Giusy Briguglio)