Sfiducia, mossa a sorpresa dei Dr. E Forza Italia ha i numeri per portare in Aula la mozione

Forse le 16 firme non si raggiungeranno comunque, ma Pd e Dr vanno dritti come un treno sulla strada della sfiducia e “ripescano” strategicamente il documento depositato dal notaio lo scorso 2 novembre. Su quell’atto – originariamente firmato da Antonella Russo, Daniele Zuccarello, Donatella Sindoni e Nora Scuderi (vedi qui) – adesso ci sono anche le firme dei cinque consiglieri che fanno riferimento a Beppe Picciolo e siedono nel gruppo consiliare dei democratici riformisti: Elvira Amata, Nino Interdonato, Nino Carreri, Santi Sorrenti e Rita La Paglia. Alla lista si è aggiunto anche l’altro consigliere Pd, Claudio Cardile. Non c’è al momento e difficilmente ci sarà nei prossimi giorni la firma del terzo consigliere Pd, Pietro Iannello, restio ad avallare la mozione di sfiducia, che – ricordiamo – manderebbe a casa non solo la giunta Accorinti ma anche l’intero Consiglio comunale. Iannello, peraltro, è dato in partenza dal partito democratico in direzione Forza Italia, dove ha già militato.

Le dieci firme sul documento depositato dal notaio a novembre rendono meno aleatoria l’ipotesi sfiducia e costringono i consiglieri che nei mesi scorsi si erano espressi a favore della mozione ad uscire allo scoperto, confermando o eventualmente ritirando la firma da quel documento. Il riferimento è ovviamente a Zuccarello, Sindoni e Scuderi, che nel frattempo hanno ingrossato le fila di Forza Italia, partito che per il momento sulla sfiducia prende tempo.

Nelle prossime ore, le firme sul documento potrebbero salire a 12. Si dicono, infatti, pronti a sottoscriverlo – se avranno il definitivo via libera da Nino Germanà, che ha già detto pubblicamente di essere per la sfiducia – i due consiglieri di Ncd, Daniela Faranda e Nicola Crisafi. La consigliera spiega: «Abbiano una responsabilità nei confronti della città che lo chiede».

A questo punto, basterebbero altre 4 firme per raggiungere il quorum necessario a formalizzare la mozione di sfiducia da portare in aula.

Il consigliere dei Progressisti democratici, Nicola Cucinotta, fa sapere che se la sua fosse la sedicesima firma non esiterebbe a sottoscrivere la mozione di sfiducia.

Chi potrebbero essere gli ultimi tre consiglieri comunali a mettere il sigillo sull’atto da portare in aula?

Se l’Udc uscisse dall’ambiguità e decidesse per il sì alla sfiducia, il gioco sarebbe fatto: i cinque consiglieri centristi – teoricamente alleati con Pd e Dr, tanto a livello locale quanto regionale – renderebbero tutta in discesa la strada della presentazione della mozione di sfiducia. Al momento, però, c’è un gelo glaciale da parte di Gianpiero D’Alia sull’argomento sfiducia.

Ci sono, poi, quei consiglieri che già nei mesi scorsi avevano preso posizioni ufficiali a favore della mozione prevista dalla legge. Risale addirittura a fine settembre l’iniziativa del consigliere di SiamoMessina, Piero Adamo, che aveva deciso di coinvolgere gli altri gruppi consiliari ma non ha poi trovato sostegno concreto. Oggi, commenta così l’accelerazione da parte di Pd e Dr: «Non ho cambiato idea sulla sfiducia, ma non mi piace il metodo utilizzato. La sfiducia è un percorso che va condiviso in maniera trasversale e questa condivisione non c’è stata».

Se la coerenza avesse un valore, ci sarebbero anche altri tre consiglieri che si erano pubblicamente esposti nei mesi scorsi sul sì alla sfiducia e sono: Pippo Trischitta, Pierluigi Parisi e Fabrizio Sottile. Era il 5 novembre scorso quando, affiancati dai deputati regionali Santi Formica e Bernardette Grasso, dichiaravano : «Noi presenteremo una mozione tecnica e sarà poi il capogruppo a contattare gli altri capigruppo per trovare un percorso unitario ed eventualmente integrare o modificare» (vedi qui). Quella mozione tecnica non venne mai alla luce, anche per via del terremoto provocato qualche giorno dopo dallo scoppio dell’inchiesta Gettonopoli.

Il dato nuovo rispetto a quattro mesi fa è che adesso, con l’arrivo in massa dei genovesiani e dei transfughi di altri gruppi consiliari – il partito di Forza Italia, i cui consiglieri sono sparpagliati in cinque distinti gruppi, avrebbe i numeri per fare tutto da solo. Gli esponenti azzurri che siedono in Consiglio Comunale sono ufficialmente 14: Trischitta , Parisi; Crifò; Barrile, Sottile, Vaccarino, Zuccarello, Paolo David, Sindoni, Pagano, Contestabile, Santalco, Cantali, Scuderi. Hanno un piede dentro il partito azzurro anche i consiglieri Pippo De Leo, ex Megafono,e Carmelina David, ex Udc. Con loro, Fi raggiunge quota 16.

Se come dichiarato nella conferenza stampa del 5 novembre la volontà fosse davvero quella di chiudere l’esperienza Accorinti, Forza Italia avrebbe dalla sua parte ciò che al momento non hanno gli altri gruppi, e cioè i numeri. I consiglieri forzisti potrebbero tranquillamente intestarsi la sfiducia, portarla in aula e a quel punto loro stanare i colleghi che oggi – senza la forza dei numeri – dicono di voler sfiduciare il sindaco e la sua giunta.

Forza Italia, invece, resta a guardare. Anzi, i consiglieri Trischitta – tra protagonisti della conferenza stampa del 5 novembre – e Peppuccio Santalco addirittura “sbraitano” contro i colleghi che vogliono la sfiducia adesso.

Con la mossa dei Dr di mettere la firma sul documento inizialmente firmato da Russo, Zuccarello, Sindoni e Scuderi – cambiando idea rispetto a quanto avevano dichiarato a pochi giorni di distanza da quell’iniziativa (vedi qui ) – la partita sulla sfiducia, che sembrava persa in partenza, resta aperta. E nei prossimi giorni potrebbero esserci nuovi colpi di scena.

Danila La Torre