Bilancio di previsione 2015, in un clima di sospetti arriva il parere dei revisori dei conti

Per il parere del Collegio dei revisori dei conti sulla quinta versione del bilancio di previsione 2015 è questione di ore. L’organo presieduto da Dario Zaccone darà il suo responso in giornata e nei prossimi giorni la palla potrà passare al Consiglio comunale, a cui spetta l’adozione formale del documento contabile.

L’amministrazione è intenzionata a chiedere una convocazione urgente e straordinaria al fine di poter portare il bilancio in Aula entro questo fine settimana, e non è esclusa una seduta domenicale del Civico Consesso. La fretta, che appare quasi una contraddizione rispetto ai ritardi sin qui accumulati, nasce dall’esigenza di inviare tutta la documentazione al Ministero dell’Interno entro il 31 maggio. Solo così potrà arrivare in tempi rapidi il contributo ordinario statale da circa 72 milioni di euro, oggi più che mai necessari per poter pagare gli stipendi di maggio dei dipendenti comunali e dei lavoratori delle partecipate e dare liquidità alle ormai prosciugate casse comunali per rimettere in moto tutto l’indotto legato all’attività del Comune di Messina.

Al momento, la situazione a Palazzo Zanca è abbastanza tranquilla sul fronte delle rivendicazioni economiche ma a preoccupare sono soprattutto i rapporti sempre più tesi tra amministrazione e revisori dei conti. L’ipotesi del complotto che sarebbe stato ordito dai revisori ma in particolare da Zaccone per mettere il bastone tra le ruote a sindaco ed assessori sulla vicenda dei bilanci rende il clima pesante anche perché, secondo rumors di palazzo, dopo l’approvazione del previsionale potrebbero esserci conseguenze non solo di tipo politico.

Intanto, continuano a pesare come macigni e a creare imbarazzo le parole dell’ex assessore alla cultura Tonino Perna, che nell’articolo firmato sul Manifesto lo scorso 13 maggio (vedi qui) non solo ha teorizzato, ufficializzandola a livello nazionale, l’ipotesi della congiura ai danni della giunta Accorinti ma ha anche usato parole molto dure verso la Corte dei Conti. Con una teoria inquietante tanto quanto quella del complotto.

«La Corte dei Conti – ha scritto – ha chiesto il default del Comune, malgrado sia stato presentato da tempo al Ministero un Piano di rientro dal debito enorme (circa 500 milioni) accumulato dalle precedenti amministrazioni, comprese quelle di Genovese sindaco e successivamente del suo delfino Buzzanca».

«Una Corte dei Conti – continua il professore reggino – che già nell’aprile del 2014 dichiarava il Comune in pre-dissesto finanziario e stabiliva quali voci di spesa fossero ammissibili e quali non lo fossero (in primis la cultura e la promozione turistica)».

Secondo Perna, dietro i rilievi e le misure sollecitate dai magistrati contabili ci sarebbe «un abuso di potere incredibile».

«Tu, Corte Conti puoi chiedermi di non sforare il tetto della spesa, ma non come devo spendere a casa mia. È come se una banca a cui chiedi un prestito ti imponga una lista della spesa, di ciò che puoi comprare o meno», la considerazione finale dell’esponente della giunta Accorinti, secondo cui «con i continui tagli ai trasferimenti agli enti locali, e Corte dei Conti, che conduce una sua politica di austerity, stanno affossando i Comuni dove la maggioranza dei cittadini voleva cambiare registro».

Premesso che la Corte dei conti scrive ininterrottamente al Comune dal 2010, quando il sindaco era Giuseppe Buzzanca, non si capisce quale sarebbe lo scopo recondito dei magistrati contabili se non quello di esercitare il controllo di legittimità sugli atti e verificare che vi sia da parte degli enti locali una sana gestione una finanziaria .

Esattamente come per la teoria del complotto, anche su questo punto il sindaco Renato Accorinti ed i suoi assessori, nuovi e vecchi, non hanno mai pubblicamente preso le distanze da Perna. A fonte di un articolo pubblicato su un giornale a tiratura nazionale non può certo bastare un post su Fb dell’assessore Eller per dissociarsi dalle affermazioni di chi fino a poco tempo fa rivestiva un ruolo istituzionale a Palazzo Zanca.

Le teorie “perniane” sul complotto dei revisori dei conti e sull’abuso di potere da parte della Corte dei conti sono peraltro arrivate alla vigilia del parere sulla quinta versione del bilancio di previsione e dell’attesa e ormai imminente deliberazione della magistratura contabile in merito alla condizione di crisi del Comune di Messina.

Se si volesse cedere “al fascino" della teoria del complotto e la si volesse utilizzare in senso contrario rispetto a quella utilizzata da Perna, si potrebbe pensare che dietro l’articolo dell’ex assessore ci sia una strategia studiata a tavolino per creare degli alibi, sicuramente suggestivi e da libro giallo, alla giunta Accorinti per i ritardi nella presentazione dei bilanci, con il caso eclatante del previsionale 2015 che ha riempito le pagine dei giornali nazionali. O peggio si potrebbe pensare che si voglia “intimidire” chi esercita le proprie funzioni di controllo.

Ma questo complottismo cui prodest? Sicuramente non alla città.

Danila La Torre