Scoglio: “Il progetto del Ponte è stato cassato sotto il silenzio di tutti”

“Il Governo italiano non ritiene prioritaria la realizzazione del Ponte sullo Stretto”. E’ la recente dichiarazione del ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, a far “sobbalzare” il candidato sindaco Gianfranco Scoglio che si dice portatore di “un sentire comune dei cittadini messinesi”.

Le parole del ministro Lupi seguono la messa in liquidazione, lo scorso 15 aprile, da parte del’ex premier Mario Monti, della società Stretto di Messina spa, e la nomina del commissario Vincenzo Fortunato, che ha definito la liquidazione “un processo irreversibile”.

Secondo Scoglio, “come spesso accade quando si tratta di argomenti che riguardano la collettività ed il Meridione, tale decisione unilaterale è stata assunta nel silenzio del Presidente della Regione Sicilia e di tutta la deputazione nazionale e regionale. La decisione del Governo penalizza oltremodo le città di Messina, Reggio Calabria e Villa San Giovanni che da circa 40 anni attendono la realizzazione di un opera che da sola può avviare un processo di sviluppo economico ed occupazionale dell’ Area dello Stretto fornendo ai cittadini una concreta speranza occupazionale sia in riferimento ai lavoratori del comparto che ai professionisti, ai ricercatori ed alle imprese in un periodo di crisi economica di straordinaria portata che investe in particolar modo il Meridione”.

Il candidato sindaco di Nuova Alleanza pone una serie di domande a tal proposito: “Come si fa a non capire che la realizzazione del Ponte sullo Stretto è necessaria soprattutto oggi per fornire un adeguata soluzione alle problematiche economiche del Paese? Come si fa a dire ai Siciliani che l’opera non è più prioritaria per il Paese quando sono stati i vari Governi Nazionali che si sono succeduti nel tempo a proporre alla Commissione Europa la realizzazione dell’ infrastruttura quale nodale per la realizzazione del corridoio V Berlino – Palermo? Ed ancora come si fa a dire agli Italiani che i soldi sin qui spesi per la progettazione sono stati sprecati e che occorrerà pagare ingenti penali, sempre a carico dei cittadini, al General Contractor?”.

Le risorse per realizzare l’opera – chiarisce Scoglio – dovevano necessariamente sussistere al momento della gara per la selezione del raggruppamento concessionario. “Per la nostra città – prosegue – rinunziare al Ponte significa cancellare una speranza di sviluppo collegata anche allo straordinario marketing territoriale ed alla presenza sul territorio dei principali gruppi di rilevanza mondiale interessati dalla realizzazione dell’opera”.

Il progetto definitivo del Ponte, prima di essere bloccato, era in attesa della Valutazione d’impatto Ambientale per poi poter passare alla fase esecutiva. Questo passaggio è necessario secondo Scoglio, che afferma: “Il Governo deve chiarire se il progetto del Ponte è tecnicamente realizzabile ed in caso affermativo porre in essere senza indugio tutti gli atti per avviare finalmente i cantieri”.

In caso di esiti negativi per il progetto, il candidato di Nuova Alleanza chiede che vengano individuate le alternative: “In ultima ipotesi, le risorse devono essere spese per l’alta velocità ferroviaria del triangolo Messina-Catania-Palermo, per la realizzazione di porti ed interporti intermodali del sistema Gioia Tauro, Messina, Catania e Termini Imerese, per la realizzazione nella Provincia di Messina di un aeroporto cargo e low cost, per la nuova viabilità di attraversamento della città di Messina oggetto di provvedimenti governativi per l’ emergenza traffico, e per il collegamento marittimo dell’ Area dello Stretto garantendo così l’ ammodernamento del sistema distributivo e misure finanziarie finalizzate alla crescita della città ed ad una migliore qualità della vita. Il Governo deve inoltre garantire la continuità territoriale tra l’isola ed il continente con tariffe sociali per i residenti che oggi pagano per la frequentazione delle reti Universitarie e sociali ingenti tariffe per l’ attraversamento dello Stretto sia per le autovetture che per i pedoni”.

“E’ vergognoso – conclude Scoglio – che la città di Messina, dopo decenni di attese che hanno penalizzato la scelta di ogni strategia anche urbanistica per la tutela delle aree interessate dall’attraversamento stabile, debba oggi subire anche la perdita della speranza di una crescita occupazionale ed economica senza che nessuno si indigni”.