Operazione “Mustra”, 14 richieste di rinvio a giudizio per associazione mafiosa ed estorsioni

Il sostituto procuratore della DDA, Giuseppe Verzera ha chiesto il rinvio a giudizio per le 14 persone per le quali nell’aprile scorso era stata chiesta la custodia cautelare nell’ambito dell’operazione Mustraa. Secondo l’accusa avrebbero fatto parte di un’organizzazione che a Barcellona si dedicava principalmente al racket delle estorsioni. Il 20 aprile scorso i Carabinieri arrestarono otto persone Salvatore Campisi, il fratello Vincenzo, Salvatore Foti, Carmelo Maio, Nunziato Siracusa, Vincenzo Sboto, Antonio Vaccaro Notte e Stefano Puliafito, 23 anni. A loro si sono giunti altri sei indagati per iqauli la richiesta d’arresto era stata rigettata dal gip. Si tratta di Giovanni Perdichizzi, Antonino Mazzeo, Torre Ionela Anisoaro, Salvatore e Santo Puliafito e Antonino Aliquò. Devono rispondere a vario titolo di associazione mafiosa ed estorsioni, lesioni personali aggravate e violenza privata. Tutti dovranno comparire il prossimo 30 luglio davanti al gup Massimiliano Micali.
Grazie alle indagini scattate la scorsa estate, gli inquirenti hanno potuto delineare il nuovo organigramma della mafia barcellonese, che vede i figli d’arte assumere il controllo del territorio e il monopolio delle estorsioni. Nulla doveva accadere senza che loro non lo consentissero. Per questo, quando a novembre 2011 il titolare di una sala giochi subisce il furto di mille euro, nonostante presenti la denuncia alle forze dell’ordine, vede l’intervento dell’associazione, che si organizza e il primo dicembre avvicina il presunto autore del furto, lo porta davanti al titolare della sala giochi e dopo averlo pestato lo minaccia invitandolo a restituire i soldi rubati.
All’interno dell’ordinanza dell’operazione Mustra (in dialetto “fretta”, ndr) condotta dai carabinieri, coordinati dal sostituto procuratore della Dda Giuseppe Verzera e dal collega della Procura di Barcellona Francesco Massara ci sono un episodio di estorsione, due di tentata estorsione e il pestaggio del figlio di un ristoratore punito per uno sgarro subito da un affiliato che era andato a cenare presso il locale e non era stato fatto sedere. Al vertice del nuovo organigramma della famiglia barcellonese, secondo gli inquirenti ci sono Salvatore Campisi, figlio del più conosciuto Agostino, e Salvatore Foti, figlio di Carmelo Vito Foti.
Le indagini scattano dopo l’arresto di Salvatore Campisi bloccato la scorsa estate mentre intascava da un imprenditore 500 euro. Soldi che servivano all’associazione per pagare gli avvocati dei detenuti e sostentare le famiglie degli esponenti finiti dietro le sbarre. Grazie alle denuncia della vittima e il lavoro certosino dei Carabinieri, la Procura di Barcellona e la Dda di Messina sono riusciti a sgominare la nuova organizzazione che aveva in Nunziato Siracusa l’elemento di collegamento tra vecchie e nuove leve. Elemento fondamentale e di svolta in tutta l’indagine è stata la maggiore collaborazione delle vittime, che hanno cominciato a denunciare consentendo agli investigatori di individuare e arrestare i responsabili