Xenia a Crocetta: “Le accise petrolifere restino in Sicilia”

L’associazione Xenia, divisione Città Viva, ha scritto al governatore della Sicilia, Rosario Crocetta, per chiedere di impegnarsi al governo nazionale sull’importante questione della raffinazione del petrolio. Di seguito la lettera del presidente dell’associazione, Massimiliano Mannelli, che chiede il trasferimento dallo Stato alla Regione di quei proventi derivanti dalla raffinazione in Sicilia.

“Ill.mo Governatore,
Pur non avendoLa votata, apprezziamo le Sue dichiarazioni d’intenti e le Sue affermazioni di queste ultime ore, in vista del Suo insediamento a Palazzo dei Normanni. Abbiamo letto dei Suoi viaggi a Roma per concordare con le forze politiche la squadra di governo e definire aspetti e dettagli tecnico-politici per operare con la massima efficienza.
Con la presente, ci permettiamo di evidenziare e rimarcare una questione ardua, e, nel contempo, annosa, che riguarda la nostra vessata terra, la Regione Sicilia, ovvero la raffinazione del petrolio.
Ill.mo Governatore Crocetta, nel lungo cammino che la attende da qui in avanti tra le innumerevoli emergenze e provvedimenti che dovrà adottare, La invitiamo tra gli altri a rivendicare, presso il Governo Nazionale di Roma, il trasferimento dallo Stato alla Regione di quei proventi derivanti dalla raffinazione del petrolio in Sicilia.
In particolare, per quanto riguarda le accise petrolifere che, in base ai dati diffusi si aggirano a circa 30 miliardi di euro l’anno, che nel complesso servono a rifornire circa la metà delle automobili italiane, è noto che i Governatori che l’hanno preceduta non hanno mai ottenuto risultati attivi.
La questione delle accise è stata anche oggetto di numerose battaglie giuridiche sulla competenza (esclusiva?) della Regione Sicilia, che hanno reso necessario l’intervento della stessa Corte Costituzionale. Ed invero, mentre l’art. 36 dello Statuto della Regione Sicilia afferma che sono riservate allo Stato le imposte di produzione, l’art. 37 attesta che le imprese industriali e commerciali aventi sede centrale in luoghi diversi dalla Regione Sicilia, ma che in quest’ultima hanno comunque sedi secondarie, stabilimenti e impianti, nell’accertare i redditi, si debba procedere ad individuare la quota di reddito da attribuire a sedi secondarie, stabilimenti e impianti medesimi.
Ciò evidenziato, ne consegue che l’imposta relativa a detta quota compete necessariamente alla Regione Sicilia. Conseguentemente, le imprese petrolifere sono tenute a corrispondere alla Regione Sicilia quelle tasse derivanti dal consistente reddito prodotto dagli stabilimenti siciliani.
A questo punto è lecito chiedersi: a quanto si aggira il ricavato da queste imposte?
Si stima, approssimativamente, che da Roma potrebbero giungere a Palermo, solamente di accise sulla raffinazione, somme che potrebbero variare addirittura da 3 a 10 miliardi di Euro l’anno.
Pertanto, On. Presidente, La invitiamo a rendersi portavoce dei siciliani per rivendicare, a gran voce, quelle somme di denaro che da sempre sono illegittimamente sottratte alla NOSTRA TERRA a vantaggio di un Governo Centrale, accentratore, ostile nei confronti della collettività che dovrebbe amministrare”.