Atm vicina al fallimento, troppi debiti e nessuna prospettiva

L’Atm naviga in acque sempre più in tempesta. E come se non bastasse una situazione già ampiamente nera appurata da tutte le parti, è arrivato anche il parere negativo del Collegio dei Revisori dei Conti al bilancio di esercizio 2011 che rappresenta un’ulteriore mazzata anche se in realtà non svela poi molto di nuovo rispetto a ciò che in questi mesi è stato denunciato. Debiti per oltre venti milioni di euro, salgo negativo del patrimonio netto, nessun piano di rilancio, nessun contratto di servizio, parco mezzi ridotto all’osso e Comune che negli anni sembra essersi dimenticato di dover provvedere a garantire il servizio di trasporto pubblico, sono ingredienti che condiscono la ricetta del disastro Atm e che i Revisori dei Conti hanno elencato punto per punto in una dettagliata relazione.

Immediate e inevitabili le reazioni dei sindacati. Per Michele Barresi, segretario Orsa Trasporti, “era prevedibile che i tanti nodi accumulati nel tempo venissero prima o poi al pettine. Non era pensabile che dopo anni in cui non era mai stato approvato un bilancio, in assenza di un contratto di servizio con una "gestione finanziaria creativa", si potesse con la bacchetta magica trovare i conti in regola in un'azienda che è in evidente stato di fallimento conclamato e in cui abbiamo riscontrato tante e tali anomalie economiche, finanziarie e gestionali nei rapporti con Comune e Regione che ci hanno spinto – come Orsa Ugl e Cub – a coinvolgere la Magistratura a fare la dovuta chiarezza”.
Il sindacalista alza i toni e dichiara “Il commissario Croce abbia il coraggio di fare per Atm scelte radicali e di emulare il Presidente Crocetta che oggi ha azzerato tutti i funzionari che si sono occupati dell’Assessorato alla Formazione. Si usi lo stesso metodo di pulizia facendo tabula rasa di tutti quei burocrati e dirigenti che hanno responsabilità del fallimento della partecipata e che ancora oggi restano comodamente seduti sulle loro poltrone”. Inevitabile pensare alle dimissioni di due giorni fa del Commissario Atm Santi Alligo che a Palazzo Zanca è anche Segretario Generale. Ma Barresi sottolinea che “ci sono precise responsabilità che vanno oltre le dimissioni di Alligo e che sono da ricercarsi nell'inadeguatezza delle precedenti amministrazioni comunali e in chi a vario titolo, aziendale e sindacale, ha partecipato a scelte e gestionali rivelatesi negli anni fallimentari”.

Duri anche i commenti dei segretari di Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti, Pino Foti, Enzo Testa e Silvio Lasagni, che non si stupiscono di quanto appreso dalla relazione dei Revisori dei Conti. “L'impietosa analisi descrive come un copia e incolla, rispetto agli anni precedenti, di chi sono le responsabilità del disastro della partecipata e conferma, punto per punto, i rilievi già mossi dalla Corte dei Conti nella dettagliata relazione inviata lo scorso 27 novembre anche alla Procura della Repubblica” dicono i sindacalisti che non risparmiano un pesante attacco al modo in cui a Palazzo Zanca è stata gestita la questione Atm. “L’Azienda è al disastro perché, invece di adoperare le poche risorse che ha a disposizione per il servizio di trasporto urbano, è obbligata a pagare i conti del Comune mentre quest’ultimo non adempie ai propri doveri e non esercita il dovuto controllo. E' chiaro da tempo di chi è la colpa della mancanza di autobus in circolazione e del perché non vengono pagati gli stipendi, ma amministrazione e consiglio comunale finora hanno preferito pensare che fosse sufficiente non approvare i bilanci e rinviare il problema. Adesso il re è nudo, quindi si rivolti l'azienda come un calzino, si individuino le responsabilità, si predisponga un nuovo bilancio e lo si approvi così come impone la legge”.

Tutti i sindacati pensano al futuro dei 600 dipendenti e del servizio di trasporto pubblico in città. Chiedono al commissario Croce di avviare subito il percorso di trasformazione dell’azienda, di individuare una gestione capace e qualificata e di battere i pugni a Palermo per ottenere le somme che a Messina non sono mai state riconosciute. (Francesca Stornante)