No isola, attacchi a muso duro da CMdB e PD: “Hanno vinto i nemici di Messina”

«Che nessuno si azzardi a ridere, festeggiare, gongolare, per aver raggiunto il “risultato” di aver costretto l’assessore Cacciola al ritiro della delibera sull’istituzione dell’isola pedonale in via dei Mille. Un’aula consiliare ostaggio di due, massimo 3 esponenti, con atteggiamento dilatorio, strumentale ed antistituzionale, ha permesso che oggi si scrivesse il finale di una pagina nerissima nella storia della città di Messina». Esordiscono così i consiglieri del Partito Democratico dopo la pietosa fine che ieri in aula ha fatto l’isola pedonale. Antonella Russo, Claudio Cardile, Gaetano Gennaro, Giuppi Siracusano e Libero Gioveni sono stati fin dal principio in prima linea per sostenere la pedonalizzazione di via dei Mille, hanno provato a fare di tutto per cercare quantomeno di creare le condizioni minime per un dibattito serio e costruttivo. In aula sono stati i maggiori sostenitori di questo progetto, insieme ai colleghi di Cambiamo Messina dal Basso. Ma il loro impegno non è evidentemente bastato: «Per la meschina paura di alcuni di sottrarsi al risultato di un libero voto, per il gretto mancato rispetto delle idee della maggioranza, per la negligente condotta di chi doveva impedire alcuni comportamenti e non lo ha fatto, ha prevalso la condotta antidemocratica di pochi. A questo triste epilogo si è giunti anche perché nei momenti cruciali, come quello di oggi, è venuto a mancare il contributo, anche strategico, di quelle forze politiche sane, che dovrebbero marcare la propria differenza con un certo “modo” di fare politica. Come gruppo consiliare, pur essendoci spesi e battuti per la discussione e l’approvazione della delibera di istituzione dell’isola pedonale, pur essendo stati sempre presenti in aula garantendo il mantenimento del numero legale, ed avendo marcato una netta differenza da chi si è sottratto al libero confronto ed ha utilizzato mezzi e mezzucci per imporre la propria volontà, pur avendo fatto appieno il nostro dovere, proviamo oggi un senso di profonda vergogna davanti alla città, e chiediamo scusa a nome dei responsabili di questo scempio, perché siamo certi che loro non lo faranno mai. Anzi, a nome delle forze “anticittà” che purtroppo esistono, avranno anche il coraggio di barattare come una vittoria l’aver sottratto ai cittadini messinesi un sia pur minimo spazio di vitalità, di aggregazione, di libertà. Il Partito Democratico non ci sta; e davanti a questo modo di intendere la “politica” come tutela di interessi particolari e non generali, continuerà fino alla fine a lottare e contrastare chi, con la sua misera e miope visione del bene comune, tenta di allontanare la città dai minimi standard di civiltà ovunque esistenti». Il Pd non ha dubbi: oggi i nemici di Messina hanno vinto la loro triste battaglia. «L’ultima parola però la diranno i tanti cittadini perbene, che nel Partito Democratico messinese continueranno sempre a trovare il loro vincente difensore. Non è ancora detta l’ultima parola».

Sulla stessa linea anche la consigliera di CMdB Ivana Risitano, che insieme ai colleghi Lucy Fenech, Cecilia Caccamo e Maurizio Rella, ha sperato fino alla fine di riuscire a ottenere un qualsiasi risultato che in ogni caso sarebbe stato figlio di un dibattito democratico. Invece, in sette sedute dedicate da inizio gennaio ad oggi all’isola pedonale, non c’è stato nulla di tutto questo. I consiglieri di CMdB nello scorse settimane avevano anche provato a lanciare un messaggio a tuti i colleghi d’aula, invocando serietà di fronte ad un dibattito che fin dal primo giorno si è rivelato solo come una guerriglia. Ma neanche il loro impegno e contributo è stato sufficiente. Dure le parole di Ivana Risitano: «Quello che è successo va oltre l’ostruzionismo intenso in senso parlamentare, perché l’ostruzionismo è uno strumento che fa parte della democrazia e che le minoranze possono utilizzare quando vengono schiacciate dalla maggioranza d’aula e diventa l’unico modo per far valere il loro dissenso. Invece qua si è creata una situazione palesemente ostruzionistica, mascherata dai tentativi di altre proposte che potevano tranquillamente essere oggetto di un dibattito democratico, fatto non di certo da centinaia di emendamenti che hanno avuto il solo scopo di rendere impossibile la discussione. Trischitta ha portato avanti una battaglia esclusivamente personale. Continuare ad avallare una cosa del genere in un clima surreale d’aula, spendendo soldi pubblici, di fronte a cittadini sempre più demotivati e utilizzare quel luogo per dare questo spettacolo è diventato veramente mortificante».

Francesca Stornante