D’Uva: “Hotspot fallimentari”. Cucè: “Ci opporremo”. Picciotto: “Danno per l’economia”

"La notizia ufficiale dell'apertura di un hotspot a Messina lascia sgomento”. Il giudizio del deputato pentastellato Francesco D’Uva è netto e duro. Secondo il parlamentare messinese si tratta di “strumenti che, fin da subito, si sono rivelati fallimentari. Luoghi che, invece di accogliere i migranti, li trattengono, li bloccano e li respingono”.

“Il Capo della Polizia, Franco Gabrielli, ha spiegato che l'Italia, con l'apertura di due nuovi hotspot in Sicilia (dove già ne esistono quattro), ottempera ai doveri imposti dall'Europa. Ma l'Europa ha mai rispettato gli accordi sul ricollegamento? “ si chiede D’Uva. "abbiamo sempre sostenuto l'ipotesi di un'accoglienza diffusa che puntasse su sistemi di Sprar piuttosto che sugli hotspot – conclude il deputato del Movimento Cinque Stelle -. Consideriamo anche che, a Messina, questo sorgerebbe nell'ex Caserma di Bisconte e quindi a diversi chilometri dal mare. Qual è il senso? Nessuno. Non smetteremo di dirlo e utilizzeremo ogni strumento per tentare di bloccare questa assurda decisione".

Contrario anche il presidente della III circoscrizione, Lino Cucè, secondo cui "con l’arrivo dei migranti si mettono a rischio alcune importanti attività turistiche e commerciali della città come il Crocierismo; visto la posizione logistica della caserma che si trova a poche centinaia di metri dal centro citta cuore pulsante delle attività commerciali e che darebbe un’immagine diversa ai turisti presenti in città. Si rischia che il Crocierismo importante fetta di mercato turistico si sposti sulla vicina citta di Catania che ha capito già da tempo l’importanza economica che questo settore ha per l’economia, immaginate se una struttura simili si sarebbe potuta realizzare nel centro della citta etnea".

Per Cucè, la scelta è sbagliata. "Ci opporremo con forza anche perché inserita in un contesto già difficile dove zone importanti e popolose dovranno assorbire la presenza di migliaia di migranti che trascorreranno intere giornate nei quartieri di Camaro e Bisconte dove a tutt’oggi non si riesce a garantire la normalità vedi strade illuminate o alberi potati o strade pulite e sicure. E dove la criminalità ha trovato terreno fertile, e l’unico baluardo della legalità sono le parrocchie che si troveranno con una realtà ancora più difficile da dovere affrontare. La mia posizione da cattolico impegnato prevede una diverso approccio della politica di accoglienza che in una città difficile come la nostra non puo’ essere affrontato con le forza presenti in campo in questo momento vedi associazionismo e volontariato che dovrebbero trascurare il già difficile lavoro che svolgono per i messinesi che hanno bisogno d’aiuto. La realizzazione di un hotspot così come è stato concepito nelle altre realtà come Mineo ad esempio mette a rischio la centralità della persona, purtroppo esempio da non imitare, tornano in mente immagini di servizi giornalistici dove spaccio e prostituzione la fanno da padrona".

Il presidente del III quartiere invita "il Consiglio comunale e la deputazione regionale e Nazionale ad un impegno concreto ed a predisporre tutti gli atti affinchè questa decisione venga revocata in quanto non è compatibile con le realtà territoriale presente nella zona".

Sulla stessa linea uno dei consiglieri della III circoscrizione, Alessandro Cacciotto: "Bisconte non è luogo idoneo perché ha già notevoli problemi, di ordine sociale. La grande area dell’ex caserma potrebbe fungere da importante centro sociale, culturale, sportivo, ricreativo, restituendo gli spazi alla città. Gli hotspot sono un fallimento. Giusto dare accoglienza, ma limitarsi invece a raccogliere in massa della gente sfortunata, è scelta fallimentare e incomprensibile. Non ascoltare la base è quanto di più antidemocratico possa esistere".

La notizia non sorprende il presidente provinciale di Confcommercio, Carmelo Picciotto, "perché a suo tempo avevamo lanciato il grido d’allarme rimasto inascoltato anche dal sindaco Renato Accorinti. La nostra fragile economia subirà con l’apertura di un nuovo Cara di Mineo nella nostra città, un colpo ferale. A scanso d’equivoci siamo a favore delle politiche di accoglienza dei migranti, ma scegliere Messina, città che vive solo di crocierismo e di turismo, è un delitto. Se ogni giorno accanto alle navi da crociera si susseguiranno sbarchi di migranti diretti alla ex caserma Gasparro di Bisconte, tutti possono immaginare le conseguenze che ne potranno derivare. Invitiamo, pertanto la deputazione nazionale e, in modo particolare i parlamentari della maggioranza ad intervenire con estrema sollecitudine, compreso il sindaco Renato Accorinti, affinché l’ulteriore pericolo di soffocamento dell’economia cittadina venga scongiurato”.