Fondi per le ferrovie siciliane. Ma a Messina il bicchiere è mezzo vuoto

Fondi per le ferrovie siciliane. Ma a Messina il bicchiere è mezzo vuoto

Marco Ipsale

Fondi per le ferrovie siciliane. Ma a Messina il bicchiere è mezzo vuoto

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venerdì 01 Marzo 2013 - 17:43

La Cgil non è soddisfatta della ripartizione dei fondi dopo la firma del Contratto istituzionale di sviluppo. Ignorata la Messina-Palermo a vantaggio della Catania-Palermo e per il tratto Messina-Catania sono stabiliti solo i tempi di progettazione. L’Orsa paventa la fine del traghettamento pubblico entro l’anno. Critiche anche da parte del Comitato Pendolari Sicilia. L’assessore Bartolotta chiede al Ministero di fare la sua parte per il contratto di servizio

A veder la disponibilità di 2 miliardi e mezzo per la direttrice ferroviaria Messina-Catania-Palermo non si può che esultare. A legger più attentamente i programmi, forse, non c’è poi così tanto da farlo. Poco o nulla per la linea Messina-Palermo, non si parla del raddoppio tra Patti e Castelbuono, mentre per il completamento del raddoppio della Messina-Catania, nel tratto tra Giampilieri e Fiumefreddo, si prevede l’approvazione da parte del Cipe del progetto preliminare nell’ottobre del 2014, progetto che era stato già approvato nel 2005 e poi cassato, e del progetto esecutivo nell’ottobre 2016, ma non c’è ancora la copertura finanziaria.

Per la Messina-Catania sono disponibili 384 milioni, che comprendono il raddoppio dei binari nella tratta che va da Catania Ognina a Catania Centrale, la progettazione dell’interramento della Stazione Centrale di Catania e il raddoppio del bivio Zurria – Catania Acquicella. 384 milioni che, hanno dichiarato ieri rappresentanti del Governo, di Fs e di Rfi, “permetteranno di passare da una città all’altra in un’ora e un quarto”, dimenticando che già adesso alcuni treni impiegano un’ora e 18 minuti. In un “calderone” da 1 miliardo e 219 milioni di euro, sono previsti su questa linea anche “interventi tecnologici”. Soldi che saranno utilizzati sempre per “interventi tecnologici” anche sulla Catania-Palermo e per la realizzazione del nodo di Palermo.

Per la Messina-Palermo si parla semplicemente di un “potenziamento e velocizzazione”, senza specificare i tempi e senza aver destinato neppure un euro alla tratta. La cantierizzazione è prevista a maggio 2015, l’attivazione a giugno 2017.

Ben 823 milioni sono destinati ad un discutibile raddoppio della Catania – Palermo nella parte che inizia dal capoluogo etneo e giunge fino alla stazione di Raddusa/Agira, mentre è prevista la realizzazione di uno studio di fattibilità per la restante parte da Raddusa/Agira sino a Fiumetorto, confluenza con la Messina-Palermo. A lavori ultimati, nel 2020, servirà a ridurre i tempi ferroviari da Catania a Palermo a 2 ore e 25 minuti contro le attuali 2 ore e 45 minuti.

Se è vero che interventi sulle ferrovie siciliane, dopo anni di abbandono, rappresentano un positivo segnale di discontinuità, è anche vero che i programmi non convincono. Oltre alla salvaguardia delle tante linee siciliane, la priorità è rappresentata dai raddoppi delle tratte Messina-Catania e Messina-Palermo ed invece, paradossalmente, si pensa al raddoppio tra Catania e Palermo. E’ di questo avviso anche la Cgil secondo cui “la montagna ha partorito il topolino. Ogni centesimo da spendere in Sicilia è una provvidenziale boccata d’ossigeno, ma quei 2 miliardi e mezzo di investimenti riguardano solo una parte limitata di questa regione, non modificano sostanzialmente la velocità tra Messina e Catania, premiano solo Catania e Palermo e, soprattutto, non prevedono il raddoppio delle due dorsali”.

“Solo 384 milioni sul totale dei 2,5 miliardi – prosegue la Cgil – sono destinati alla velocizzazione della Messina-Catania, che prevede un risparmio infinitesimale di tempo, senza nemmeno contemplare quegli interventi di raddoppio che da anni la provincia di Messina reclama. Per Messina vi è quindi molto poco, per non dire niente, e si realizzano in questo modo invece i sogni di FS che sulla linea Messina-Catania-Palermo ha tutti i suoi buoni motivi, e tutte le convenienze, per praticare un altro risparmio, sostituendo le due linee dorsali con una sola linea che attraversa l’entroterra”.

“Dopo aver reso residuale il trasporto ferroviario con il resto del Paese, consentendo il taglio dei treni – conclude la nota della Cgil – il Governo asseconda ancora una volta i desideri dell’azienda pubblica, che a breve taglierà anche quelli regionali”.

Insoddisfazione anche da parte del Comitato Pendolari Sicilia secondo il quale “è sufficiente potenziare nel giro di pochi anni e con costi irrisori l'attuale linea Catania-Palermo, ergendola a rango P. Avremmo preferito la sottoscrizione del Contratto di Servizio – prosegue il comitato -. Bisogna acquistare subito nuovi treni, visto che dall'ordine passano almeno 5 anni per la consegna. E il parco treni peggiora ogni giorno di più, cosi come la vita del personale ferroviario sottoposto a turni asfissianti e a cui va la nostra solidarietà. Ci batteremo per la sottoscrizione immediata del contratto di servizio e per delle infrastrutture più fattibili".

Contratto di servizio che va firmato anche secondo l’Orsa che paventa anche il rischio della chiusura del traghettamento pubblico sullo Stretto entro la fine del 2013: “"Temiamo che già entro la fine dell'anno – scrive il sindacato – il Gruppo FS interrompa il traghettamento ferroviario sullo Stretto facendo di fatto cessare il trasporto passeggeri e merci a lunga percorrenza da e per la Sicilia o addirittura cedere sul piatto d'argento al mercato dei privati un'attività che ha per legge i connotati di servizio pubblico essenziale. Confidiamo che alla luce di un ritrovato interesse politico alle sorti del trasporto ferroviario dell'isola, il Governo Regionale ponga in essere da subito un'incisiva azione verso il Gruppo FS al fine di tutelare la continuità territoriale sullo Stretto garantendo la Navigazione ferroviaria pubblica, i diritti degli utenti siciliani e l'occupazione di centinaia di lavoratori marittimi impegnati”.

Sulla vicenda contratto di servizio, infine, l’assessore regionale alle Infrastrutture e ai Trasporti, Nino Bartolotta, ha spiegato: “Il contratto di servizio a cui stiamo lavorando con Trenitalia è complicato. Il governo nazionale deve prima di tutto fare la sua parte. Sulla presunta riduzione a partire dal 10 marzo, dei servizi di Trenitalia in Sicilia abbiamo inviato una nota al Ministero. Al momento, quella riduzione verrà sospesa. In Sicilia non solo interverremo con nuove infrastrutture, ma potenzieremo le esistenti. Non possiamo avere tutto e subito".

(Marco Ipsale)

4 commenti

  1. CGIL: NO PONTE, SI TAV. E ora che volete? l’avete voluta la fame? E ora tenetevela tutta.

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  2. QUALE TUTTO E SUBITO….NIENTE E MAI !!! VIVA MORETTI E LA CGIL

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  3. Si resta a dir poco amareggiati ed avviliti a sentire le giuste osservazioni critiche della CGL trasporti e del comitato pendolari. Sono amareggiato ma non sorpreso purtroppo. Sono anni che prefiguro questo scenario. MESSINA ABBANDONATA, RAGGIRATA, INASCOLTATA, FALLITA..anche per l’insipienza evidente della quasi totalità della sua classe dirigente politica e SINDACALE che si ostinano ancora a indicare e denunciare STERILMENTE e PROFESSIONALMENTE carenze ,disagi ed inefficienze che gravano sulla pelle dei Messinesi “….in questo onorando in verità l’epiteto di “buddaci”….ma ci sono buddaci di serie A che continuano però a galleggiare “seduti” sui propri privilegi e guarentigie e buddaci di serie B costretti a subire disagi da ” quarto mondo” per chi si ostina a restare a “lavorare” e gli altri costretti ad emigrare. La sinistra, i sindacati che pur dichiarano di sostenere gli interessi dei più deboli ed indifesi si chiedano perché mai.devono ALLINEARSI acefalamente ai “mantra” ideologici culturali dello schieramento CONSERVATORE dei no PONTE dietro i quali si intravedono oscuri e subdoli forti poteri NORDOCENTRICI (ognuno ha l’intelligenza che si merita) quando è’ intuitivo e ragionevole pensare che se si fosse dato inizio al cantiere PONTE SULLO STRETTO MESSINA avrebbe conquistato necessariamente la CENTRALITA e la “priorità” per le opere di connessione . Con buona pace deLmonopolista MESSINESE ,GENOVESE .D’ALIESE ,FRANZESE ACCORINTESE ed altri ilavoratori e im PRENDITORI produttivi Un opera di eclatanza MONDIALE su cui si spende la credibilità internazionale di una nazione imporrebbe comportamenti virtuosi e coerenti da parte di tutti gli enti statali ,parastatali e delle FFSS. Invece ci troviamo a dover assistere a proclami di investimenti di 2 MILIARDI E MEZZO(e poi non “ci sunnu soddi” ) a vantaggio soprattutto di Catania (interramento della stazione?) e della Catania Palermo. Mentre MESSINA e’ distrutta dal terremoto della indifferenza ,dell’egoismo.della ottusa difesa dei propri privilegi parassitari. VERGOGNA.Arrendetevi e andate tutti a casa …direbbe QUALCUNO

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  4. mondo.salvatore 2 Marzo 2013 10:51

    AUSPICO CHE, VISTO COME SIAMO TRATTATI, TUTTI I GIOVANI SICILIANI, CAPACI E VOLENTEROSI, LASCINO PER SEMPRE QUESTA TERRA AL SUO DESTINO, VISTO CHE TUTTE LE CLASSI POLITICHE CHE SI SONO FINO AD ORA SUCCEDUTE NON LI MERITANO.

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