Fragale chiede un passo indietro a Calabrò, per Crocè Messina non può permettersi un ricorso

“Questi ricorsi fanno male. Fanno male alla città. Fanno male alla Istituzione. Fanno male a Francantonio Genovese. Quisque de populo può presentare il ricorso. Ciascuno è libero di introitare una azione per accertare il risultato elettorale e ribaltarne l'esito. Tuttavia, la "P"olitica può operare un discernimento. Al secondo turno ha vinto dichiaratamente Accorinti. Non vince Accorinti contro Calabro'. Vince la passione e la ragione contro il tono muscolare”.

Inizia così la lettera che Emilio Fragale ha deciso di scrivere questa volta per commentare il ricorso presentato da Alessia Currò, Giovanni Cocivera e Giovanna Venuti contro il Sindaco Accorinti. L’ex city manager del Comune e protagonista della fase legata alle primarie del centrosinistra di questa campagna elettorale analizza il risultato elettorale e scrive che “il ballottaggio ha fotografato la condizione di una comunità che ha dichiaratamente consacrato il rifiuto di ogni forma di sufficienza, supponenza, prepotenza dinanzi al "bene comune" e ai "beni comuni". Messina ha usato la mano nuda di Renato per dare un ceffone alla politica dei partiti, alle loro strutture, ai loro apparati. Vi e' una esigenza di partecipazione, di discussione, di confronto, di contaminazione, in una parola di solidarietà”. Fragale lancia un appello, chiede di far governare Accorinti perché potrebbe essere un evento unico. E poi una richiesta la rivolge direttamente a Felice Calabrò che fin da subito aveva chiarito che mai avrebbe presentato ricorso.
”Calabrò potrebbe ufficialmente affermare che rinunzierebbe alla investitura. Non si tratta di evitare il commissariamento ma di ricercare una serenità, una pacificazione, una autorevolezza di insieme”.

Le reazioni arrivano anche dal mondo sindacale. La Fp Cgil manifesta inquietudine nel constatare la presentazione del ricorso contro la vittoria del sindaco Accorinti. “Tale ricorso rappresenta l'ennesima ferita inferta alla nostra città e apre una nuova incerta fase a Palazzo Zanca. Si prospettano altri dieci mesi di sofferenza e indecisione, in un momento delicatissimo a causa del possibile dissesto. Messina ha bisogno di un'amministrazione stabile che si concentri sulle scelte migliori da attuare per il bene della città e dei lavoratori. La gravissima crisi economica e la continua perdita di posti di lavoro rendono la situazione economica e sociale assolutamente critica. Il ricorso non fa altro che procrastinare decisioni cruciali per la vita del cittadini. E Messina in questo momento non può permetterselo” scrive la segretaria Clara Crocè.