Primarie Pd: “Adesso a Messina fine del commissariamento e Congresso”

L’esito delle primarie a Messina rappresenta un segnale chiarissimo ai vertici nazionali del partito: il Pd dello Stretto deve essere “liberato” dal tutoraggio perché in grado di camminare benissimo da solo.

Il dibattito che si è avviato subito dopo lo spoglio è questo: fine della gestione commissariale e Congresso subito.

Il partito infatti è senza segretario cittadino dal 2013 e ha alle spalle una serie di commissariamenti a catena, l’ultimo dei quali, affidato ad Ernesto Carbone nel 2015.

L’affluenza alle primarie con 15.550 persone contro i 16.044 dell’era genovese (primarie 2012) dimostra che i messinesi credono ancora nel centro-sinistra e vogliono riavvicinarsi al partito.

Perché ciò avvenga occorre chiudere la stagione del commissariamento.

E’ questo il messaggio dei due comunicati di Giuseppe Laccoto (mozione Renzi) e Giuseppe Antoci (mozione Emiliano) rispetto all’esito delle primari.

I dati definitivi provinciali hanno visto Renzi al 56%, Emiliano al 25.5% Orlando al 18.5%. In città le mozioni si sono attestate sui seguenti risultati: Renzi 61.7%. Orlando 27.9%, Emiliano 10.5%.

Tra Messina e provincia quindi Renzi ha ottenuto una percentuale che supera il 50% ma è più bassa rispetto al dato nazionale e regionale, a fronte di due ottimi risultati di Emiliano e Orlando. Nel capoluogo invece Renzi recupera e Orlando supera, e di molto, Emiliano. Numeri che verranno fatti valere nel quadro dell’equilibrio interno del partito.

“Il PD a Messina e provincia è vivo e vitale. I numeri delle primarie smentiscono gli immancabili profeti di sventura della vigilia– commenta il deputato regionale renziano Giuseppe Laccoto- Un dato straordinario soprattutto se si considerano i due anni di commissariamento del partito che hanno comportato l’azzeramento degli organi democraticamente eletti. Le code ai seggi rappresentano una grande testimonianza di partecipazione, una lezione di civiltà e democrazia. Mi piace sottolineare i risultati dei comuni della costa e dei Nebrodi, da Brolo a Milazzo a Capo d’Orlando, da Patti a Sant’Agata Militello, da Piraino a San Salvatore di Fitalia a San Piero Patti, da Barcellona a Terme Vigliatore a Villafranca. Ma questo risultato è anche una responsabilità per il partito che deve farsi interprete delle esigenze della popolazione. Una vittoria netta che significa anche richiesta di riorganizzazione del partito e azione di stimolo nei confronti del governo per proseguire sulla strada delle riforme avviate”.

Soddisfatto anche il vice commissario del Pd Giuseppe Antoci, presidente del Parco dei Nebrodi e coordinatore della mozione Emiliano che in Sicilia ha registrato una percentuale del 15%: “In alcune province, come per esempio Messina, Emiliano è arrivato al 25%, dato fra i migliori a livello nazionale facendo assegnare alla lista addirittura due seggi. Nei comuni dei Nebrodi la mozione ha toccato addirittura il 40% arrivando al primo posto. Oggi la politica del PD alla prova con le grandi sfide non può farsi trovare impreparata, divisa e caratterizzata da scelte emergenziali. Progettualità, condivisione, capacità di ascolto, piedi ben piantati sul territorio, capacità organizzativa, selezione della classe dirigente devono diventare pane quotidiano del pensare e dell’agire politico. Adesso ripartiamo tutti insieme in un partito all’interno del quale l’area che abbiamo creato con Michele Emiliano, “Fronte Democratico”, farà da sentinella per consentire di mantenere gli
impegni presi”.

La “palla” passa adesso ai vertici del Pd che dovranno decidere se e quando decidere di far uscire dal “congelatore” il partito. Il Congresso, inizialmente annunciato per marzo è poi slittato per via delle primarie. La richiesta che viene adesso dalla provincia è chiara: ridateci le chiavi del partito.

Rosaria Brancato