Il progetto del Csel per la formazione del personale e l’assistenza ai dirigenti accende le polemiche

«Penso che la delibera con la quale l'amministrazione ha aderito al progetto presentato da una società di professionisti debba essere vagliata dall'Autorita' di vigilanza sui contratti della pubblica amministrazione e sulla corruzione in quanto viola, nella parte in cui in caso di finanziamento affida il servizio direttamente, i principi di trasparenza, concorrenza, parità di trattamento, non discriminazione e buona amministrazione». L'ex assessore Gianfranco Scoglio commenta così, in un post su Facebook, la delibera n.769 con cui la giunta Accorinti ha dato via libera, tramite affidamento diretto, al progetto dal valore di 450 mila euro elaborato dal Centro Studi Enti Locali di Pisa per la formazione del personale del Comune e delle Partecipate e l’affiancamento dei dirigenti (vedi qui).

Quella dell’ex amministratore di Palazzo Zanca non è l’unica voce critica sul provvedimento esitato dall’esecutivo comunale poco prima di Natale.

Per il segretario provinciale della Cisl Fp, Calogero Emanuele, « con l’affidamento ad una società di consulenza, di fatto, l’Amministrazione Accorinti ammette che la riorganizzazione è risultata un fallimento».

«Oggi – continua Emanuele – registriamo che i Dirigenti del Comune non sono capaci e quindi si mette al loro fianco un pool di esperti ma provenienti da Pisa, forse perché conoscono bene la normativa e le specificità di una Regione a Statuto Speciale quale è la Regione Sicilia. Siamo tornati ai tempi delle “valigette” viaggianti in mano a ipotetici esperti e tecnici della materia che vendono in giro “progetti” che apparentemente non costerebbero nulla e che si pagherebbero solo a risultato ed obiettivo raggiunto».

Il segretario della Cisl Fp boccia totalmente la scelta dell’Amministrazione comunale. «Salta all’occhio – spiega – l’intervento relativo ad attività formative e affiancamento all’Area Economico – Finanziaria, come dire che dirigenti e funzionari in servizio non hanno le capacità tecnico –professionale. Oggi, in sostanza, Accorinti, o chi decide per lui, si accorge che amministratori, dirigenti e dipendenti delle aree amministrativo-contabili, tributarie, fiscali e tecniche del Comune e delle società partecipate hanno bisogno di formazione, assistenza e affiancamento e supporto ai dipartimenti organizzativi collegati all’area finanziaria di Palazzo Zanca ed alla segreteria generale per le aziende partecipate».

«A leggere l’ambizioso progetto– dichiara ancora Calogero Emanuele – si ammette implicitamente che al Comune di Messina non ci sono dirigenti, funzionari e dipendenti capaci e fa specie proprio quando viene previsto l’affiancamento per gli strumenti di programmazione economico – finanziaria quali bilancio consuntivo 2014, previsionale 2015-2017, previsionale 2016-2018, Piano di riequilibrio, Entrate Tributarie, recupero dei tributi Imu, Tari e Tasi; armonizzazione dei sistemi contabili/nuova contabilità, introduzione del nuovo software contabilità, espropriazioni, contenzioso. Come dire che sinora è stato tutto sbagliato e non si ha il coraggio di individuare i responsabili dello sfascio della gestione dell’Ente ricorrendo a uno escamotage che fa bene solo ai promotori del progetto».

La Cisl Fp contesta anche il costo. Secondo il sindacato «si vuole dimostrare che il costo del progetto, pari a ben 450 mila euro, non inciderà sulla casse comunali ma la comunità messinese ancora una volta deve subire scelte decise nelle segrete stanze. E se il 2016 inizia con questi regali, evidentemente ci dobbiamo aspettare altro. Sarebbe opportuno – conclude Calogero Emanuele – che su questioni che attengono l’organizzazione dell’Ente, dirigenti e dipendenti si apra un serio confronto con il sindacato perché non si può continuare a giocare sulla pelle dei lavoratori e soprattutto di una collettività ormai delusa e sfiduciata».

Per il CSA la Delibera 769 del Comune di Messina costituisce un affidamento diretto per il quale non sussisterebbero i presupposti di norma. Il Comune in pratica avrebbe dovuto esperire una vera e propria gara fra i 18 “Fondi interprofessionali” autorizzati dal Ministero del Lavoro.

L’ente ha invece scelto di aderire a “Fonservizi” (Costituito da associazioni sindacali dei datori di lavoro operanti nel settore dei servizi industriali e da CGIL, CISL e UIL), che opererà attraverso il CSEL di Pisa gli interventi formativi, dando a vedere che tale Fondo sia stato istituito “per gli enti pubblici”, mentre lo stesso è solo uno dei possibili fondi cui il Comune poteva aderire non ponendo la vigente normativa alcun vincolo di esclusiva nei confronti di “Fonservizi”. (Il sindacto richiama a tal proposito

una specifica delibera dell’Autorità Anticorruzione).

Il CSA ritiene che l’atto sia stato adottato in aperta violazione delle norme sui contratti e gli appalti e sottolinea che non sia stata valutata la possibilità che gli interventi possano di fatto non riguardare la totalità dei dipendenti ma solo di quelli a tempo determinato (per i quali viene versato il contributo), vanificando la finalità complessiva della stessa delibera.

Per questi motivi il sindacato chiede la revoca del provvedimento e si riserva di inviare un esposto agli organi competenti.