Maregrosso e il litorale che non c’è. Viaggio tra la bellezza e l’abbandono LE FOTO

Se ci si ferma in un punto qualsiasi della spiaggia con lo sguardo rivolto verso il mare il panorama è mozzafiato. Lo sguardo si perde sulle vicine coste della Calabria, da un lato e dall’altro si vedono invece i tanti kilometri del litorale messinese. Potrebbe essere uno dei luoghi più belli della città, potrebbe essere un tratto di mare a disposizione dei messinesi in centro città. Potrebbe. Invece basta distogliere lo sguardo dal mare per rendersi conto che tutto intorno è un insieme di sporcizia, abbandono, degrado, incuria.

Siamo a Maregrosso, la nostra passeggiata inizia proprio sotto il cavalcavia e si spinge fino alla via Santa Cecilia. Le immagini probabilmente raccontano molto meglio delle parole ciò che questa zona è rispetto all’enorme potenziale che avrebbe. Arrivando dalla via Tommaso Cannizzario già dal cavalcavia si inizia a sentire un nauseabondo odore di fogna. Nei giorni di vento la puzza arriva addirittura fino in via La Farina. Basta scendere in spiaggia per vedere che c’è una fogna a cielo aperto che scarica direttamente in mare. In base alle correnti si vede anche guardando l’acqua che a riva è di colore marrone. Il primo rivolo di fogna arriva dal torrente Portalegni, oggi coperto dalla via Tommaso Cannizzaro. Non si comprende esattamente di che natura sia il flusso che si riversa in mare, negli uffici di Palazzo Zanca sono a conoscenza della situazione, nei mesi scorsi era stato anche stilato un report che censiva i vari torrenti per programmare degli interventi. Poi tutto si è fermato a causa della mancanza di soldi. E dunque per il momento pare ci si debba rassegnare a vedere la fogna che sgorga in mare. Non a caso un grande divieto di balneazione campeggia sulla strada proprio sopra questa palude con sbocco sul mare.

Andando avanti verso sud colpisce la grandezza della spiaggia e viene spontaneo pensare a come potrebbe essere sfruttata. Invece ci si trova a fare lo slalom tra rifiuti di ogni genere, a cumuli di detriti lasciati da chi pensa di poter usare questo tratto come discarica personale, in alcuni punti ci sono ancora quelli delle vecchie demolizioni che nei mesi scorsi hanno interessato questo tratto. Qui era infatti iniziata la sfida dell’ex assessore Pippo Isgrò che aveva avviato un progetto di bonifica e recupero del waterfront. Potrebbe riprendere il progetto la nuova amministrazione Accorinti, sarebbe necessaria però una progettazione che non tocchi la zona con interventi a macchia di leopardo che poi, anche solo per un intoppo, rischiano di vanificare il lavoro svolto. Ci sono ancora enormi capannoni che fanno da sfondo alla spiaggia, c’è quella via Don Blasco che tutto sembra meno che una via che guarda al mare. Vecchi fabbricati abbandonati e un nuovo rivolo di fogna che sgorga a mare sono l’ennesima fotografia di questa porzione di litorale. Ci sono anche delle aziende che con regolare autorizzazione hanno potuto creare sulla spiaggia piccoli siti di stoccaggio di inerti che la rendono a tutti gli effetti una zona industriale. E poi c’è un grande spiazzo, lo scorso anno in quell’area fu festeggiato l’anniversario dello sgombero del campo rom. In quell’occasione tanti bambini hanno affollato questo spiazzo su cui campeggia un grande albero, oggi viene spesso concesso ai circhi itineranti. Potrebbe diventare un’area attrezzata con giochi per bambini e verde pubblico, una di quelle aree che mancano totalmente in città.

Dal 28 marzo 2007, data in cui è stato adottato il Nuovo piano regolatore del porto di Messina, queste aree demaniali comprese tra i torrenti Portalegni e Zaera sono assegnati al demanio regionale, dunque sono di competenza della Regione. Il Comune può però presentare progetti di bonifica e chiedere l’avvio di operazioni di risanamento. In un momento economico così difficile per la città probabilmente questa non è la priorità. Potrebbe però essere indiscutibilmente volano di sviluppo e una bellissima cartolina per la città.

(Francesca Stornante)

(Foto Alfea Trimarchi)