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Referendum Cannabis, sit-in di Più Europa. Mancuso: “Prorogare al 31 ottobre la consegna delle firme”

MESSINA – Uno sciopero della fame che ormai va avanti da due giorni a cui si aggiunge un presidio di fronte a Palazzo Zanca. Queste le due “armi” portate in piazze negli ultimi due giorni da Palmira Mancuso, componente della Direzione nazionale di Più Europa e membro dell’Associazione Luca Coscioni, dalla messinese Federica Di Cara e da Antonio Lo Re, referente del comitato nella provincia tirrenica, per accendere i riflettori anche a Messina su quanto sta accadendo in questi giorni intorno al referendum Cannabis.

Palmira Mancuso: “Referendum rischia di essere assassinato”

“Rischia di essere assassinato un referendum che, invece, ha già ottenuto un grande successo viste le firme raccolte”, spiega Palmira Mancuso, ribadendo quanto già denunciato dalle associazioni riguardo ai problemi burocratici e al mancato invio dei certificati di iscrizione alle liste elettorali dei firmatari, da parte di 47 comuni del messinese. Un problema anche tecnico, che riguarda un sistema di digitalizzazione in grado di funzionare da una parte, con centinaia di migliaia di firme raccolte sul web tramite Spid, ma non dall’altra, vista la mancata ratifica delle stesse, almeno ad oggi. “La nostra non vuole essere una manifestazione contro i Comuni”, insiste Mancuso, “ma emerge una disfunzionalità importante nel processo di digitalizzazione. Chiediamo al governo Draghi di prorogare al 31 ottobre la consegna delle firme e di interrompere il nostro sciopero della fame”.

Antonio Lo Re: “Rispettare la proroga al 31 ottobre”

Le fa eco Antonio Lo Re: “È impensabile che un referendum che ha avuto questo successo non sia ancora ufficializzato. La proroga al 31 ottobre deve essere rispettata anche per il referendum Cannabis”. È riguardo la digitalizzazione, Lo Re ha voluto sottolineare un aspetto paradossale: “Si è usato lo Spid e questo testimonia quanto la gente sia a favore del rinnovamento tecnologico, però poi è un paradosso se miglioriamo da una parte e dall’altra siamo 30-40 anni indietro”. Al presidio ha partecipato anche Ivan Calì, coordinatore nazionale di Potere al popolo. Anche Matteo Mantero, senatore del partito, è in sciopero della fame dal 26 settembre scorso