Renzi a Messina lancia l’endorsement al Pd e guarda al dopo Accorinti

Chi pensa che modalità, tempistica, localizzazione della visita di Renzi siano un caso,sbaglia. Niente è organizzato per caso nella visita del premier domani a Messina.

I dettagli sono importanti e, leggendoli con attenzione, c’è l’immagine del nuovo Pd e di quel centro-sinistra che prepara il percorso dei prossimi anni, dalle Regionali 2017 alle amministrative 2018.

E poi c’è qualche sassolino che Renzi si vuol togliere dalla scarpa dopo le dichiarazioni di Accorinti a La Zanzara….con il sindaco che lo ha apostrofato come “peggiore di quel don minchia di Berlusconi”.

A Taormina il premier incontra il sindaco per l’organizzazione del G7 nel maggio prossimo. Anche la scelta della “perla dello jonio” per l’evento mondiale non è un caso.

A Messina il Pd sceglie due “location”: il Palacultura per la manifestazione a favore del sì al Referendum, evento non istituzionale ma elettorale, quindi un sito “neutro”, poi l’Università.

Il Patto per Messina però Renzi lo firma all’Ateneo, “ospite” si legge così nel comunicato, del Rettore Pietro Navarra.

La scelta della location non è affatto un caso ed ha un suo significato.

Intanto il Masterplan. E’ noto che Messina è la Cenerentola dei Patti per il Sud, è stata lentissima nel rispondere all’appello, nel presentare l’elenco, nel predisporre integrazioni e progetti. Se ci “hanno tirato per i capelli” per farci entrare nel calderone delle risorse è solo ed esclusivamente per l’opera di diplomazia che i parlamentari vicini a Renzi ed al governo hanno fatto in questi mesi, da Tommaso Currò a Carbone passando per D’Alia.

Del resto basta ricordare come appena un mese fa, proprio al Palacultura, all’incontro con il sottosegretario De Vincenti venuto in città per parlare dei ritardi del Patto per Messina, Accorinti si presentò a sala vuota, quando erano già andati tutti via. Incidente diplomatico ma anche leggerezza politica.

I Patti per Reggio Calabria, per la Calabria, per la Sicilia, per Palermo e per Catania il premier li ha firmati in pompa magna sin da aprile, con eventi ad “hoc” e con i protagonisti in prima fila.

Per firmare il Patto per Messina sceglie l’Ateneo. Non va a Palazzo Zanca ma non va neanche a Palazzo dei Leoni, location più logica dal momento che è sede della Città Metropolitana.

L’Università è sede istituzionale, ha un ruolo incisivo nello sviluppo e nella promozione del territorio. Se il premier guarda lì e guarda il Rettore è un segnale.

Val la pena ricordare quanto successo a febbraio, in occasione di un’altra firma, quella per il Patto per la falce. Quel giorno, la firma fu apposta, così come previsto e come da logica in Ateneo, ma, a causa di una serie di gaffe istituzionali da parte dell’amministrazione (era il giorno della visita di Crocetta a Messina), il Rettore, irritato per l’accaduto, andò via dopo la firma e lasciò fuori dalla porta il sindaco.

Probabile che alla firma del Patto per Messina domani pomeriggio Accorinti si presenti con la maglietta NO PONTE, ma quella pioggia di milioni sono per Messina e per i 108 Comuni ed è questo il significato che sta dietro la scelta del governo.

I sassolini dalla scarpa Renzi se li sta già togliendo e nel contempo vuol “dare a Cesare quel che è di Cesare” , ovvero ribadire l’attenzione del governo per la città.

Attenzione nonostante le “sviste”, i ritardi, le distrazioni, gli incidenti diplomatici dell’amministrazione.

L’annuncio di Renzi a Messina l’ha dato il commissario Pd Ernesto Carbone, e questo non è un caso. L’annuncio della firma del Patto per Messina l’ha dato l’Ateneo, ed anche questo non è un caso.

Basta leggere il comunicato di Francesco Palano Quero e di Alessandro Russo: “Messina rientra nei “Patti” per le città del Sud Italia grazie all’impegno della gestione commissariale del PD messinese che nei mesi scorsi si è espressamente spesa per il reinserimento della città nell’elenco degli interventi governativi per il Mezzogiorno. La presenza di Renzi segnala che lo sviluppo infrastrutturale ed economico dell’Area dello Stretto è centrale nelle strategie di crescita del Paese. Ribadisce, inoltre, che nonostante la completa mancanza di programmazione dell’Amministrazione comunale di Messinache si segnala, peraltro, per le recenti sgradevoli ed inopportune dichiarazioni del sindaco Accorinti nei confronti di Renzi – il Governo nazionale crede nello sviluppo del nostro territorio, che sarà chiamato alla sfida più importante degli ultimi anni, ossia alla realizzazione dei progetti e delle opere contenute nel Patto per Messina” .

Insomma il governo firma il Patto per Messina “nonostante Accorinti”.

E il Pd lo rimarca ulteriormente facendo capire che il partito sta costruendo le prossime sfide, anche con le alleanze che si stanno preparando (oltre a Sicilia Futura di Picciolo c’è il movimento nell’area di centro di Ncd e Udc, con D’Alia e Germanà ormai in tandem).

“Il PD messinese-conclude la nota- dopo un lungo periodo di riorganizzazione torna centrale nel dibattito politico della città e del suo territorio e si candida a governarne il suo futuro, già all’indomani della fallimentare esperienza Accorinti. In questo quadro, saremo impegnati direttamente per far riacquistare speranza a questa città e alle sue future generazioni”.

Renzi a Messina lancia l’endorsement al Pd ed agli alleati e nel contempo dà il via alla campagna elettorale per il dopo Accorinti.

Rosaria Brancato