Quorum raggiunto anche in Sicilia e in provincia. A Messina affluenza del 47,98%

Un trionfo. L’affluenza per i quattro referendum (acqua pubblica, profitti sull’acqua, nucleare e legittimo impedimento) supera a livello nazionale il 57 per cento, secondo i dati ufficiali del Viminale: abbondantemente raggiunto il quorum del 50 per cento più uno. Il quorum è stato raggiunto anche in Sicilia e nella provincia di Messina. A livello regionale ci si attesta sul 53% quando mancano poche città. Una mano, in questo senso, l’hanno data anche i concomitanti ballottaggi nei Comuni dove si votava per le amministrative. Anche nella provincia di Messina il dato è del 53% circa ed è quasi definitivo. Per quanto riguarda Messina città il dato definitivo si attesta al 47,98% (i dettagli in approfondimento). Si fa festa, ovviamente, nei comitati per i quattro “sì”. «C’è grande soddisfazione – ammette il segretario cittadino del Pd Giuseppe Grioli – il Pd locale ha mobilitato il proprio apparato dando il proprio contributo al comitato referendario. E’ un segnale importante anche per la città, che si è dimostrata non indifferente ai temi nazionali importanti. Non è trascurabile il risultato sul legittimo impedimento: una sconfitta per Berlusconi che ha bloccato il Parlamento per i suoi interessi. Un dato politico certamente positivo per il centrosinistra».

Soddisfatto anche il segretario provinciale di Italia dei Valori, Salvatore Mammola: «A Messina quasi la metà dei cittadini s’è svegliata, speriamo che presto lo faccia anche l’altra metà. A livello nazionale si è andati anche oltre le aspettative. Ci volevano proprio questi referendum. Si sperava di limitare i danni con i residenti all’estero, ma anche questo è stato superato. Il segnale è chiaro: i cittadini ne hanno abbastanza non solo della privatizzazione dei beni pubblici, non solo del nucleare, ma anche di Berlusconi». Secondo Antonio Bertuccelli, segretario provinciale dei Comunisti Italiani, «gli Italiani hanno saputo rispondere con fermezza a quanti sollecitavano l’astensione ai referendum. Questo è un governo che arranca e che ha fatto di tutto per evitare la partecipazione democratica alla vita del Paese. Nonostante ci sia stato un forte oscuramento e qualche errore di troppo da parte degli organi di informazione pagati dai contribuenti e non, nonostante ci sia stata una forte pressione all’astensione da parte di chi dovrebbe garantire il diritto-dovere dell’esprimersi nelle consultazioni referendarie, gli italiani si sono recati alle urne con responsabilità e liberi da condizionamenti. L’avere superato il quorum è una vittoria della democrazia e dalla civiltà. Ora questo governo prenda atto, anche dopo la batosta delle amministrative, che non ha più il consenso della maggioranza dei cittadini e faccia in fretta la valige. Lo chiede il popolo».

L’esito dei referendum segna anche un’altra vittoria: quella di Internet sulle tv. Se sugli schermi la campagna referendaria ha trovato, eufemisticamente parlando, “poco spazio”, sulla rete la macchina per il voto si è mobilitata in massa. E i risultati sono sotto gli occhi di tutti.