Politica

Reggio. Brunetti respinge al mittente le accuse di Minasi e del centrodestra

REGGIO CALABRIA – «Una sequela infinita di invenzioni allarmistiche gettate in pasto all’opinione pubblica solo per confondere i cittadini ed alimentare un insensato clima di ostilità». Per il sindaco facente funzioni, Paolo Brunetti, gli strali della destra reggina e la richiesta di un’ispezione da parte del Mef sul bilancio del Comune, formulata al Ministro Giorgetti da parte della senatrice Tilde Minasi, «appaiono più come il tentativo di dare un senso alla propria esistenza politica, e forse affermare una sorta di primazia interna al centrodestra reggino, piuttosto che un appunto concreto all’amministrazione comunale».

«Quanto alle affermazioni di Minasi – afferma – i cittadini hanno davvero difficoltà a ricordare un obiettivo qualsiasi di un’amministratrice che, da quando ha riconquistato la ribalta politica dopo gli anni disastrosi nelle giunte che hanno portato al dissesto finanziario e allo scioglimento per mafia di Palazzo San Giorgio, non ha davvero lasciato alcuna traccia sul nostro territorio».

«Cosa ha fatto Minasi per Reggio da quando siede sugli scranni di Palazzo Madama?», se lo domanda Brunetti aggiungendo: «Quali importanti progetti ha portato in città? Oltre ai selfie con Salvini o col ministro leghista di turno nelle sporadiche passerelle fra Piazza Indipendenza ed il Lungomare Falcomatà, che tipo di risorse, interventi o opportunità è riuscita ad intercettare per dare slancio e respiro a Reggio ed ai reggini?».

«Noi – ribadisce – abbiamo la coscienza a posto e siamo pronti a qualsiasi chiarimento volesse il ministero, aperti a qualsiasi tipologia di confronto, politico, amministrativo e tecnico, e respingiamo al mittente gli strali lanciati quest’oggi dalla destra, caratterizzati solo da qualche provocazione propagandistica. In questi anni abbiamo lavorato solo per mettere ordine allo sfascio creato negli anni in cui proprio la Minasi era fra gli assessori più in voga nelle giunte del “Modello Reggio”, l’espressione della stessa parte politica che tanti danni ha fatto sul nostro territorio e che oggi chiede a noi chiarezza e trasparenza. Lo sanno anche a Roma, al Ministero, dove il confronto sui bilanci del Comune, a partire dal nostro insediamento, non è mai venuto meno, in un clima di costante e proficuo dialogo».

«Tuttavia – continua Brunetti – capisco quanto l’argomento possa essere caro alla senatrice Minasi, considerata l’ultima indagine degli ispettori del Mef che, nel 2011, quando lei stessa era protagonista indiscussa di quella nefasta stagione amministrativa, evidenziò un buco in bilancio da 170 milioni di euro, certificata dalla relazione da quegli stessi ispettori del Mef che oggi la Minasi invoca a gran voce. Faccio fatica a comprendere, invece, questo suo inspiegabile attacco nei confronti della città, lanciata in prima pagina nonostante gli sforzi, immani, compiuti dalla nostra Amministrazione e, soprattutto, dall’intera comunità reggina per risalire la china dopo dieci anni di un Piano di riequilibrio lacrime e sangue, sciagurata eredità di quelle scellerate gestioni amministrative». «La senatrice Minasi – incalza il sindaco facente funzioni – farebbe bene a raccontare come fosse possibile che, nei bilanci approvati dalle giunte in cui compariva quale assessore, le uscite di un preciso anno contabile venissero iscritte negli anni successivi per tenere il bilancio formalmente alla pari. Spericolatezze evidenziate da quegli stessi ispettori inviati dal Mef nel 2011 e che hanno lasciato strascichi pesantissimi sul destino della nostra comunità».

Sui dubbi sollevati dalla Senatrice Minasi, anche l’assessore alle Finanze, Irene Calabrò, si è soffermata nel corso del suo intervento nell’ultimo consiglio comunale, decisivo per l’approvazione del primo Bilancio previsionale finalmente sganciato dal Piano di riequilibrio: «A chi fomenta e sollecita l’invio di ispettori da parte del ministro Giorgetti, rispondo “grazie”. Anzi, l’invito al ministro lo facciamo nostro. Sarà un’occasione ulteriore per invitare in città Giorgetti, insieme a funzionari e dirigenti del Mef. E se non arriveranno loro, andremo noi così come abbiamo fatto in questi anni confrontandoci con uffici che conoscono bene il lavoro che abbiamo fatto».