Cronaca

Reggio Calabria, Maria Antonietta Rositani, disposta perizia psichiatrica per Ciro Russo

Per Ciro Russo, l’ex marito di Maria Antonietta Rositani  che nel marzo del 2019, tentò di ucciderla dandole fuoco, dopo essere evaso dai domciliari ad Ercolano, la Corte d’Appello ha disposto la perizia psichiatrica. Il fatto si verificò in via Frangipane, l’uomo dopo aver speronato l’auto della Rositani, le diede fuoco, dopo averle riversato addosso una tanica di benzina, per poi darsi alla fuga che durò appena 24 ore, perché fu arrestato dalla Squadra mobile nei pressi dell’ospedale di Reggio Calabria.

Maria Antonietta Rositani è ritornata ad una vita normale lo scorso mese di novembre, dopo 20 mesi di ospedale e dopo vari interventi chirurgici.

L’udienza è stata rinviata al 23 giugno quando i giudici conferiranno l’incarico. Ciro Russo, lo ricordiamo difeso dall’avvocato Antonino Catalano, nel luglio del 2020 era stato condannato dal gup di Reggio Calabria a 18 anni di carcere. “Una vendetta, –  ha scritto il gup nelle motivazioni, “per la fine della loro relazione, per la detenzione successiva alla denuncia sporta, nonche’ per l’intento di proseguire nell’azione legale, finalizzata alla separazione e all’affido esclusivo del figlio minore“. “Russo – è quanto è stato scritto nella sentnza di primo grado –  aveva pianificato nel dettaglio il progetto criminoso“.

L’avvocato di Russo, Antonio Catalano, nel primo processo aveva evidenziato l’incapacità di intendere e di volere del suo assistito, in seguito ad una perizia tecnica di parte, sottolineando come l’imputato “risulta affetto da disturbo paranoide della personalita’, con spiccati tratti narcisistici, con stato di mente tale da compromettere la sua imputabilita’ al momento dei fatti“, al contrario del gup secondo cui, sempre Russo,  “ha dimostrato una lucidita’ e una freddezza inconsueta, sia nella fase della programmazione del tentato omicidio che in quella dell’esecuzione, non lasciando al caso alcun dettaglio, tanto da riuscire a scappare indisturbato da Ercolano, fino a giungere a Reggio Calabria per realizzare il suo brutale obiettivo e, successivamente, rendersi irreperibile per quasi due giorni, circostanze che poco si addicono ad un soggetto incapace di intendere e di volere“.

Da qui la perizi psichiatrica disposta dalla Corte d’Appello che servirà a chiarire se Ciro Russo, abbia sostenuto o meno “nel dettaglio un progetto criminoso” contrassegnato da “un’assenza di qualsivoglia ripensamento critico dei propri atteggiamenti“.