Sequestrati oltre 270 kg di cocaina purissima al porto di Gioia Tauro

Un nuovo  ed importante colpo è stato messo a segno dai militari del Comando Provinciale Reggio Calabria in sinergia con l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Gioia Tauro.

In un container trasportante cotone in transito nello scalo calabrese, proveniente dal Guatemala e avente come destinazione finale Valencia, sono stati individuati e sequestrati  270 chilogrammi di cocaina. La droga era suddivisa in diversi cartoni di ananas e avrebbe fruttato circa 55 milioni di euro, una volta tagliata fino a 4 volte ed immessa sulle piazze di spaccio italiane ed europee per la  vendita al dettaglio.

Questo importante risultato è stato ottenuto attraverso una complessa attività di indagine eseguita tramite analisi di rischi e riscontri  fattuali da parte della Guardia di Finanza su 2000 contenitori provenienti dal Sud America e  supportata dalle sofisticate apparecchiature scanner in dotazione all’Agenzia delle Dogane  e dei Monopoli. In questo modo è stato possibile selezionare il container positivo contenente il prezioso oro  bianco, occultato tra la merce lecitamente trasportata e pronto per essere recuperato dai  destinatari del carico.

IL BUSINESS DELLO SPACCIO IN ITALIA, DATI E NUMERI IN ITALIA

L’Osservatorio Europeo delle Droghe e delle tossicodipendenze (EMCDDA) nella sua “Relazione Europea sulla Droga 2019” ha fornito un quadro allarmante: quasi quattro milioni di persone hanno fatto uso di cocaina nell’ultimo anno.

Nel nostro paese l’1,7 % della popolazione tra i 15 e i 34 anni consuma cocaina e circa 70 mila persone sono state trattate per tossicodipendenza (33% per cocaina) con costi elevatissimi per la sanità pubblica, costi “sociali”, direttamente o indirettamente, a carico della collettività. In aggiunta, i dati dimostrano come il narcotraffico abbia un rilievo macro-economico enorme: il conseguente giro di affari a livello globale, infatti, supera i 560 miliardi di euro e in Italia i 30 miliardi di euro, circa il 2% del PIL nazionale. Gli utili, pari a circa il 90% del fatturato complessivo generato da questo “business”, vengono infatti reinvestiti e riciclati sul mercato, inquinando l’economia legale e danneggiando gli imprenditori che onestamente svolgono ogni giorno la propria professione nel pieno rispetto delle regole.

Dario Rondinella