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Reggio. Chiusura centri diurni, in piazza tante realtà accanto a genitori disperati

REGGIO CALABRIA – Un sit-in pacifico, ma determinato quello che si è svolto stamattina a Piazza Italia. Nessun cartello, il silenzio forte e dignitoso di tante famiglie preoccupate per il futuro dei loro figli. Promosso dalla Cooperativa Libero Nocera, sostenuto dalle associazioni e dai sindacati l’incontro ha voluto mettere al centro dell’attenzione la drammatica situazione di alcuni centri diurni che rischiano tagli importanti o addirittura la chiusura. Noi di Tempo Stretto abbiamo raccolto le dichiarazioni dei tanti intervenuti.

Le soluzioni

Il problema c’è ed è grave, il fatto di essere qui lo dimostra. Stare qui è un fatto eccezionale, noi siamo abituati a vivere, a lavorare all’interno dei nostri centri. Se siamo qui è perché viene messa concretamente a rischio la continuità del nostro servizio che va avanti da almeno 40 anni.” lo dichiara Gaetano Nucera il presidente della cooperativa Libero Nocera le soluzioni ci sono e sono semplici, intanto dare subito una proroga affinché si possa arrivare al regolamento. Le recenti dichiarazioni dell’assessore Delfino che rimandano competenze alla Regione disattendono una responsabilità che è della città. E’ la città a doversi porre il problema e cercare soluzioni.”

Il sostegno

Presenti in piazza a sostegno delle famiglie anche sindacati e associazioni “come Cisl seguiamo fin dall’inizio la vicenda, oggi siamo qui a sostenere i genitori, nel momento in cui il problema non sarà risolto scenderemo in piazza a difendere i posti di lavoro a rischio. Come Cisl siamo riusciti a far interloquire i due assessori Delfino e Minasi e a breve si incontreranno per trovare delle soluzioni.” afferma Enzo Sera segretario generale Cisl mentre Bruna Siviglia (presidente associazione BS) “Credo che questa sia una battaglia di civiltà a cui dovrebbe partecipare l’intera città e mi rammarico di non vederla qui in piazza unita e presente. I genitori non hanno gli strumenti questi centri sono essenziali, indispensabili e devono rimanere aperti.”

Il dramma delle famiglie

Solaris, Skinner, Girasole e Lilliput, questi alcuni dei centri diurni che rischiano la chiusura e circa 130 bambini senza più il supporto necessario alla loro integrazione sociale e crescita individuale “i nostri figli con varie tipologie di disabilità di tipo comportamentale hanno una inclusione sociale abbastanza ridotta rispetto agli altri. I centri, quindi hanno un doppio vantaggio intanto offre l’opportunità di far fare delle attività, di sviluppare le autonomie creativo – artistiche, non solo comportamentali e linguistiche. L’attività quindi è anche sociale e di integrazione. Sono madre di un ragazzo di 15 anni con una disabilità grave, questi centri lo aiutano e lo hanno aiutato livello ludico – ricreativo senza perdere di vista l’aspetto terapeutico. – conclude una delle madri presenti in piazza.